sabato 3 giugno 2023

PICCHIAMI. Recensione e incipit. Un padre violento, un figlio incudine, una storia d’amore incomprensibile ma vera.

 



Il libro affronta - in due racconti toccanti - un tema complesso, ma importante, narrando la storia di un figlio che guarda indietro agli anni dell'infanzia, segnati dalla presenza di un padre violento, ma, nonostante tutto profondamente amato dal figlio. La narrazione riesce a trasmettere le emozioni contrastanti del protagonista, offrendo una riflessione toccante sull'amore incondizionato e sui legami familiari al di là delle difficoltà. Un racconto crudo ma che non trascura la bellezza dei momenti semplici e dell'amore che può resistere anche nei contesti più difficili.
Che cosa ha tenuto in vita Giovanni, "il bambino sempre sorridente"?
"La bellezza, la cultura, l’avidità di vita, la ricerca delle “parole per dirlo”, la magia della musica..."
Francesca Gabrielli 






PICCHIAMI


Pensavamo a quelle parole, un loop che ci perseguitava, a me e a te. Papà.
Dopo tanti anni, finalmente, una verità.
Incomprensibile ma risuonava bene in noi.
Tutte quelle botte, insulti, offese, umiliazioni.

“Giovanni non so perché ma ogni tanto non riesco a fermarmi, devo picchiarti, aggredirti, in qualche modo, poco prima amato, una carezza, come quando eri in piedi tra me e il barabrezza e ti davo un bacino sulla tua testolina a spazzola”.
“Poi si chiudeva dietro a noi la porta di casa e lo sguardo successivo sul tuo corpicino era di odio.
Volevo farti fuori”.
E così avanti, senza un perché, soluzione di continuità, con te e la mamma.
Ti amavamo papà, veramente senza pensare al male che riuscivi a eruttare, come lava, spariva tutto intorno a noi, e avevamo imparato ad attendere che la bufera passasse e ti rimettessi a impastare e rendere tutti i nostri sensi nella possibilità di esprimersi nel massimo della loro sensibilità.


Due favole, un unica storia.


L'amore e l'odio di un padre verso il figlio.
L'amore incondizionato di un figlio che preferiva il tutto al niente.
Il tutto. Suo padre.
Una favola moderna.
In regalo una seconda favola.


Il bambino che con il sorriso trasformava le pietre in diamanti.


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PANICO BEN TEMPERATO 

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L'amor proprio e come mi ha salvato la vita.


L'amor proprio e come mi ha salvato la vita.
Come vivere consapevolmente, storicizzare e neutralizzare i prodromi del panico.
Ci sono in noi esperienze passate che se non recuperate vanno in automatico ad alimentare tutto ciò da cui siamo scappati. Può rappresentare la sfida di una vita l'affrontare coraggiosamente quell'altrove che tutto vorremmo piuttosto che incontrare e rivivere. Paradossalmente più rimandiamo questo appuntamento più il nostro corpo ci chiederà, nelle forme più diverse e deflagranti, di riprendere a ritroso il cammino.
Il panico può essere nostro alleato, il corpo chiede di fermarsi per trovare "le parole per viverlo".
Siamo fuggiti da quella casa, quelle case, anche se i loro protagonisti continuano a dominare su noi stessi.
Si può tornare, entrare, mettersi in contatto, coraggiosamente trovare le parole per tradurre un'antica male dizione per riprendere, stavolta e per sempre, il cammino, nel sentiero della bene dizione.

„Gli dei di una volta, perso l'incanto e assunte le sembianze di potenze impersonali, escono dai loro sepolcri, aspirano a dominare sulla nostra vita e riprendono la loro lotta eterna.“ — Max Weber

L'immagine di copertina dal titolo EXP_0152.RAW è stata realizzata da Maurizio Sapia.

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Il sommario







Tutti i libri della collana Amazon
"PAGINE D'AMORE PER MIO FIGLIO"



Hai mai pensato di avere in te la sostanza per cambiare la tua vita, per sempre?

Un diario di viaggio che puoi decodificare, leggere e riscrivere?

Lo sai che è possibile diventare gli autori della propria vita e i padroni del proprio destino?

Lo sai che il passato, le sofferenze vissute, possono rappresentare ottimi alleati e preziose possibilità per trasformare una male-dizione in una bene-dizione?

UNA VITA SENZA, una storia di quotidiana resilienza, è una testimonianza di vita e di dialogo interiore, che ti aiuterà a cercare e trovare in te stesso la voglia di vivere dimenticata e le parole per esprimerla e viverla pienamente

UNA VITA SENZA: Una storia di quotidiana resilienza

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Perché vivevo il tennis.
Cioè la vita vissuta, prima di esserne definitivamente rapito.
Otto campi da tennis, un salice piangente che ti accoglieva all’uscita del bar di fronte ai due campi centrali, sempre pronto ad accogliere chi avesse bisogno di una pausa dal sole e dalle fatiche che quella terra rossa pretendeva... il paradiso terrestre ai miei piedi.

TERRA BATTUTA
Essere vivi e scendere a rete. Questa la felicità.

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Un omaggio e ringraziamento al tennis e i suoi protagonisti e cantori.

Una breve presentazione:

In TERRA BATTUTA il tennis viene ad assumere il tono di una allegoria e un inno alla vita.

Lo sfondo e il pre testo sul quale narrare una storia di vita apparentemente ingiocabile, all'interno della quale cercare, trovare e aprire, quello scrigno in cui sono custoditi i momenti migliori vissuti, alle volte dimenticati, ma sempre in noi.

Sogni, miti, passioni, nel ricordo delle imprese degli eroi di questo meraviglioso sport e dei suoi due più mirabili cantori.

Impronte preziose da portare alla consapevolezza,

Per far risplendere, in tutti noi, quella luce che ha permesso di credere che la vita si può giocare, scendendo a rete, con la voglia di affrontare la realtà che l'Altro ci riproporrà nella risposta al nostro servizio di rimessa in gioco.

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Un muro bianco, di fronte a me un bambino bellissimo con un bacchetta da direttore d'orchestra in mano, perso nel silenzio, in una melodia che solo lui percepiva.
Ai piedi del suo letto, di fronte a me le sue gesta per incoraggiare chi non seguiva la sua direzione, e sgridare chi stonava e non lo capiva, l'aria era offesa dalle sue sferzate per rendere la sinfonia sempre più coinvolgente.
Un'esperienza rara come una ferita, stavo iniziando a percepire la musicalità di quel silenzio, fecondato dalla sua disperata voglia di essere un unica cosa con quello spazio e quel tempo.
Questo bambino bellissimo...
Impegnarsi, perdersi nella musicalità del silenzio falciato dalle sue stilettate, i suoi movimenti nell’aria dolci e, improvvisamente, violenti. La sua “bacchetta magica”.
Non stavo male.
Non subivo il dramma dell’incapacità di vivere “normalmente”. Accettavo con amore l’'essere' di Cesare. Mi sentivo naturalmente vicino a lui.
Quelle ore le vivevo totalmente.
Mi sentivo fortunato: guardavo lui, vedevo me. Anche a me non era mai importato altro.

Ognuno il suo mondo.

Ma il problema era proprio come stare al mondo, visto che ci era stato insegnato un unico modo: la sopravvivenza con tutto ciò che ci sta intorno.

E il resto?
Eravamo noi.



L'ULTIMA LETTERA ALLA MIA PRIMA FIDANZATA


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La felicità non si vive, si ricorda.
Un libro, questo, che va letto con il cuore completamente aperto.
L’autore fin dalle prime frasi ci spalanca con incantevole maestria ad una sensibilità estrema e delicata, che va letta come una lunga cantilena in cui farsi avvolgere dalla sensazioni e riporre noi stessi mentre la leggiamo.



Le pagine alternano la consapevolezza matura- derivante dalla conoscenza del tempo che è stato- alla dolce ingenuità dei sogni- strascico dell’incoscienza di un tempo che si spera mai passato, quello della nostra gioventù- in un assolo di voce maschile che rincorrere quella femminile, ricordando Michela.