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lunedì 17 luglio 2023

La relazione da tripla AAA. Accoglienza. Attenzione. Ascolto. Tre caposaldi di un tavolo relazionale ormai dimenticati.

 


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INTRODUZIONE ALL'OPERA

Una domanda di mio figlio, in un giorno qualunque, ha squarciato quel velo di inconsapevolezza che aleggiava dentro di me e ho improvvisamente sentito crescere, nel tempo, una nuova paura: che i nostri ragazzi rimanessero intrappolati nelle maglie del web. Colto da ridde di interrogativi, sono giunto a chiedermi se, ogni volta che si connettono in rete, rischiano di scollegarsi dalla realtà... Così è nato questo libro. Pensieri e interrogativi sui Millennials: lo scritto di un padre preoccupato. Un confronto fra gli adolescenti degli anni Ottanta, la prima generazione senza guerra, e i figli di oggi, cresciuti davanti a uno schermo. In ogni pagina, traccio un percorso che riporti lo sguardo dei ragazzi sulla magia del mondo interiore. Che cosa sarà di loro se, come appare ormai evidente, crescono dimenticando la fecondante funzione dell’altro, così fondamentale per la costruzione del sé e della realtà circostante? Il mio invito alla riflessione vuole essere un punto di partenza. Ognuno sceglierà su quale aspetto porre l’accento. Come sul web, infatti, anche nella realtà è possibile fare un doppio click sulle parole e intraprendere un percorso per dischiudere nuovi orizzonti. In una ricerca ostinata della relazione autentica, ancorata a ricordi spazio-temporali, si muove il mio invito a realizzare una visione progettuale della vita. Fuori dal labirinto del web ci sono sguardi e parole che ci aspettano. Dobbiamo solo alzare gli occhi e ascoltare.



ACCOGLIENZA, ATTENZIONE, ASCOLTO.

 

Tre gambe di un tavolo relazionale fondamentali, in egual misura, affinché la struttura si sostenga. Basta che manchi una delle caratteristiche, per compromettere la relazione e far decadere la possibilità di entrare in contatto con sé stessi e con l’altro.

Oggi più che mai, infatti, c’è l’esigenza di riprendere a valutare, proporre ed esigere una reciprocità dei legami. Ogni settore della vita quotidiana si basa sulla richiesta e sulla verifica di questo schema.

Prima di entrare in relazione con un altro soggetto, infatti, l’unico modo di conoscerne l’affidabilità è chiedere una valutazione. I partecipanti alle contrattazioni economiche vagliano sempre il rating del contraente, la sua stabilità e il suo valore. Non sono solo le società e le banche ad adottare questo sistema di verifica. Ognuno di noi, prima di impegnarsi in un rapporto, analizza alcuni dati. Sono fasi necessarie, per stabilire una relazione da tripla AAA.

Prendiamo in considerazione il mondo della finanza. Prima di impegnarsi in un’avventura con un altro soggetto, qualunque ente compie un’analisi approfondita basata su: la relazione (Accoglienza), la raccolta di informazioni e lo studio del materiale collezionato (Attenzione).

I manager, poi, si incontrano e indicono riunioni (Ascolto). Al termine esprimono un giudizio sull’affidabilità del soggetto (l’altro). Il livello di rischio previsto per la relazione appena instaurata è definito con un voto espresso in lettere. Procedendo così, per gradi, chi richiede la valutazione arriva alla decisione finale e stabilisce se entrare in gioco e investire risorse.

Le relazioni sociali possono essere considerate con gli stessi parametri. Le tre AAA rappresentano una serie di atteggiamenti che, se assicurati in maniera costante, accrescono la qualità di ogni rapporto umano.

L’Accoglienza, l’Attenzione e l’Ascolto sono fondamentali per riportare le nuove generazioni offline e convincerle a togliere lo sguardo dallo schermo.

La rivelazione di un mondo emozionale, in cui il contatto con l’altro rappresenta un regalo, è l’unica speranza per restituire valore alla vita e ai rapporti interpersonali.

Scrivo questi pensieri, quindi, alla pari di un appello a mio figlio affinché inverta la rotta e riemerga da una caverna che non è più quella del mito di Platone[1], ma il buio e solitario antro del mondo virtuale. Mi auguro che ricominci a immergersi, attraverso tutti e cinque i sensi, nella realtà che noi figli degli anni pre-connessione abbiamo vissuto, per fortuna, appieno. 

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ACCOGLIENZA.

LA CURIOSITÀ  DI CONOSCERE

 

Ascoltare senza pregiudizi o distrazioni
è il più grande dono che puoi fare a un’altra persona.
Denis Waitley

 

L’Accoglienza è una predisposizione esistenziale verso una coraggiosa e fiduciosa disponibilità a essere invasi dall’altro. Il verbo invadere rende appieno il sentimento della paura, che, più di ogni altra emozione, mette in una posizione di sospetto e rifiuto nei confronti del prossimo.

Accogliere, però, implica il concetto di ricevere e far entrare nel nostro mondo qualcuno. La stessa matrice linguistica della parola ne esalta il concetto. Accolligere deriva da colligere, cioè da cogliere. La radice legere può essere tradotta anche come radunare, mettere insieme, ridurre gli spazi e le distanze o capire e afferrare il senso.

Non è un caso che il verbo leggere abbia la stessa etimologia.

Chiaramente la prospettiva diventa mettersi in gioco. Ci si spalanca verso l’altro per formare un tutt’uno con lui e poi tornare a essere, dopo l’esperienza condivisa, due persone diverse e più ricche di prima.

Se immaginiamo gli esseri umani come isole, possiamo intendere l’Accoglienza come la costruzione di ponti eretti sulla reciprocità di sentimenti, atteggiamenti e opinioni.

Ponti sostenuti e consolidati solo se accettiamo di liberarci da giudizi e valutazioni.

È solo dalla fatica e dal dolore dell’esperienza, infatti, che si può generare l’energia necessaria per attivare un processo di trasformazione.

Ognuno deve compiere uno sforzo, come quello di aprire la porta di casa a uno sconosciuto. Per farlo bisogna superare le proprie paure. Per conoscere, scoprire e, quindi, fare progressi è necessario predisporsi all’altro con la più preziosa delle qualità umane: la curiosità. Non bisogna fermarsi alla prima impressione o a sensazioni che ci invadono durante la conoscenza.

L’Accoglienza si valorizza quando l’incontro con l’altro è connotato dal desiderio di ricevere, dall’atteggiamento empatico. La ricchezza del confronto, così, mette in luce anche aspetti finora inesplorati della nostra anima.

Si tratta di un processo inverso a quello che stiamo vivendo oggi. Come un artigiano che, lavorando il legno, toglie le parti in eccesso per valorizzare la sua scultura, noi stessi dobbiamo tornare alla purezza, sottraendo il superfluo.

È necessario, insomma, dedicarsi alle relazioni reali. Vissute occhi negli occhi.

ATTENZIONE.

LA SORPRESA DELLA SCOPERTA

 

Il coraggio è quello che ci vuole per alzarsi e parlare;
 il coraggio è anche quello che ci vuole per sedersi

ed ascoltare.
Sir Winston Churchill

 Non basta accogliere l’altro. Per creare un rapporto autentico, bisogna anche sintonizzarsi sulle sue parole, dimenticando, almeno per un po’, noi stessi.

Proprio come quando cerchiamo una stazione radio, ci vuole impegno per trovare, salvare e far risuonare le onde di chi ci parla. Le sfumature da cogliere sono molte: emozionali, verbali, espressive.

L’Attenzione, però, è anche qualcosa di più. Il vocabolo proviene dal latino attentio che, a sua volta, deriva dal verbo attendere, nel senso di applicarsi a fare qualcosa, svolgere un compito.

Il concetto di Attenzione, tuttavia, racchiude quello di sorpresa. Si attiva quando qualcosa stravolge l’ordinario, costringendoci a mettere in atto lo sforzo di capire.

Quotidianamente, infatti, riceviamo un numero elevato di impulsi e stimoli. Ancor di più ne percepiamo quando navighiamo sul web. Il cervello applica una sorta di filtro che seleziona, in base all’importanza, le informazioni sulle quali concentrarsi. Il bombardamento di stimoli ricevuti sui social, tra notifiche, messaggi e conversazioni, annulla questa scala di precedenza. Tutto va fruito subito e richiede la nostra Attenzione.

L’effetto sorpresa, però, funziona anche in questo flusso continuo di informazioni. Qualcosa di nuovo e inaspettato catalizza l’Attenzione. Sempre.

Nonostante, quindi, anche online esistano l’Accoglienza e l’Attenzione, manca l’ultima A: quella che determina la vera essenza della qualità di ogni relazione umana.

ASCOLTO.

IL GENIO DELLA LAMPADA.

 

Amo ascoltare. Ho imparato un gran numero di cose ascoltando attentamente.
Molte persone non ascoltano mai.
Ernest Hemingway

 Anche l’Ascolto è attivato dalla curiosità. Una vera e propria ricerca del senso del linguaggio altrui. Come se ogni nostra conversazione iniziasse con «fammi capire meglio, per favore». In questo modo, accettiamo un tacito accordo con l’interlocutore finalizzato al chiarimento reciproco.

La conversazione con l’altro diventa, così, la dimostrazione dell’interesse verso il significato della comunicazione. A rafforzare questo processo c’è la certezza che più comprendiamo, più ci arricchiamo.

La tensione a capire l’altro, infatti, è un processo a catena di risposte in grado di svelarci parti inespresse di noi.

Emblemi nella cultura popolare sono lo Specchio delle Brame[2], come e soprattutto il racconto de Le mille e una notteAladino e la lampada meravigliosa[3]. L’oggetto e il protagonista sembrano dire che, nella profonda comprensione di ciò che sognano le persone, c’è già la realizzazione del desiderio. Con il rispettivo riflesso e sortilegio, si mette esclusivamente in atto l’Ascolto di queste richieste.

sabato 13 novembre 2021

LA MUSICALITA' DEL SILENZIO

 








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Un muro bianco, di fronte a me un bambino bellissimo con un bacchetta da direttore d'orchestra in mano, perso nel silenzio, in una melodia che solo lui percepiva.

Ai piedi del suo letto, di fronte a me le sue gesta per incoraggiare chi non seguiva la sua direzione, e sgridare chi stonava e non lo capiva, l'aria era offesa dalle sue sferzate per rendere la sinfonia sempre più coinvolgente.

Un'esperienza rara come una ferita, stavo iniziando a percepire la musicalità di quel silenzio, fecondato dalla sua disperata voglia di essere un unica cosa con quello spazio e quel tempo.

Questo bambino bellissimo...

Impegnarsi, perdersi nella musicalità del silenzio falciato dalle sue stilettate, i suoi movimenti nell’aria dolci e, improvvisamente, violenti. La sua “bacchetta magica”.

Non stavo male.

Non subivo il dramma dell’incapacità di vivere “normalmente”. Accettavo con amore l’'essere' di Cesare. Mi sentivo naturalmente vicino a lui.

Quelle ore le vivevo totalmente.

Mi sentivo fortunato: guardavo lui, vedevo me. Anche a me non era mai importato altro.


Ognuno il suo mondo.


Ma il problema era proprio come stare al mondo, visto che ci era stato insegnato un unico modo: la sopravvivenza con tutto ciò che ci sta intorno.


E il resto?

Eravamo noi.




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Le pagine alternano la consapevolezza matura- derivante dalla conoscenza del tempo che è stato- alla dolce ingenuità dei sogni- strascico dell’incoscienza di un tempo che si spera mai passato, quello della nostra gioventù- in un assolo di voce maschile che rincorrere quella femminile, ricordando Michela.

martedì 5 ottobre 2021

IL VIRUS SIAMO NOI. Riflessioni in quarantena

 




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Trump, Johnson il gasligthing salviniano, essere felici di pagare le tasse, il triangolo drammatico di Karpman, la pandemia colonialistica cinese, l'analfabetismo funzionale fattore di pericolosità sociale. Leggere e Scrivere Felici, Rilevare e Rivelare, Welfare o neoliberismo, il Viaggio dell'eroe, Jane Fonda e il Che fare? di Tolstoj. Tutto questo e molto di più nel mio nuovo progetto editoriale disponibile su Amazon in formato cartaceo e eBook. 

IL VIRUS SIAMO NOI

 

Era l’otto marzo e si iniziavano a prospettare le prime limitazioni alla libertà personale, al fine di contrastare l’imminente epidemia causata dal coronavirus. Pochi giorni prima il “caso uno” a Codogno fece tornare tutti a terra con la consapevolezza che i contagi e i morti cinesi non potevano più essere “assistiti” come se fossimo al cinema.

Il virus era tra di noi, e solo noi potevamo affrontare “direttamente” l’emergenza sanitaria. Iniziarono a cercare di farci capire che l’unica medicina, l’unico vaccino disponibile, altro non eravamo che NOI.

E la risposta fu scomposta. Alle prime limitazioni alla libertà individuale una parte della popolazione reagì mettendo in atto comportamenti “irresponsabili”, ai quali era necessario tentare di dare un senso, una risposta, fare una riflessione sul perché di tali dimostrazioni di incomprensione, incapacità di percepire il pericolo, mancanza della dimensione del NOI, appunto.

E proprio durante l’otto marzo i titoli dei telegiornali si concentrarono sul comportamento delle sere prime in cui alla notizia (anticipata da una “soffiata” mai ben chiarita) della chiusura dei confini della Lombardia, moltissime persone si precipitarono alle stazioni ferroviarie per fa ritorno alla famiglie di origine “giù al sud”.

Scrissi una riflessione sul fenomeno, anche perché le piste da sci continuarono ad essere prese d’assedio, le seconde case di villeggiatura al mare ancor più frequentate in relazione alle prime chiusure delle scuole e delle attività lavorative.

Scrissi sul mio blog IL VIRUS SIAMO NOI un articolo che in pochi giorni, dal pomeriggio di quel fatidico otto marzo in poi, divenne virale sino a raggiungere il 150.000 lettori.

Mi contattarono dalla redazione de L’INGRATO, sito web, pagina facebook, giornale online, che, avendo letto IL VIRUS SIAMO NOI, mi chiese se fossi disponibile a scrivere per il loro giornale una riflessione ogni due tre giorni sulla pandemia e la quarantena che si stava prospettando di fronte a NOI.

In questa raccolta vengono riproposti i quattordici articoli che nel mese di Marzo 2020 furono da me scritti e pubblicati da L’INGRATO sino all’ultimo video in cui chiesi cortesemente a Salvini di mettere in quarantena anche la sua perenne campagna elettorale, che anche in piena emergenza sanitaria non riusciva a interrompere, continuando i “travestimenti illusionistici”, uno dei quali criticai (si presentò in un video con un “setting” e un’immagine di sé simile ad un operatore sanitario). Il video fece più di un milione e mezzo di visualizzazioni.

Non proseguii nelle pubblicazioni perché mi ammalai anch’io. Il 31 marzo alle sei di mattina febbre a 39 tosse persistente, impossibile da fermare e la sensazione di morire… E ad oggi, che siamo a fine aprile sono ancora in attesa del risultato del tampone fatto il 13 aprile…(mi ha telefonato l’ASL 3 liguria due giorni fa chiedendomi se potevano parlare con la signora Emanuela di Pieve Ligure….avevano confuso diversi dati, evidentemente, alla mia richiesta di quando avrò il risultato del tampone “guardi …oggi stiammo dando quelli di dieci giorni fa”…..).

Oggi 20 aprile è arrivato il risultato del tampone: POSITIVO.

IL VIRUS SIAMO NOI….

BUONA LETTURA…


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PAPÀ MI CONNETTI?. La dipendenza da internet e il futuro delle nuove generazioni, che stanno nascendo, crescendo, vivendo perennemente connessi, senza più la fecondante esperienza relazionale con un Altro significante. Con un capitolo finale di descrizione delle nuove e gravi patologie derivanti dalla dipendenza da internet. Test finale per valutare la propria dipendenza da internet.
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CAPPUCCETTO ROSSO AI TEMPI DEL COVID.
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