Visualizzazione post con etichetta dipendenza da internet. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta dipendenza da internet. Mostra tutti i post

mercoledì 29 novembre 2023

LE PRIME PEGGIORI DELLA STORIA. OGNI ANNO SEMPRE PEGGIO. ALUNNI INCAPACI DI SCONNETTERSI PER DARE ATTENZIONE AGLI INSEGNANTI PER UNA MATTINATA INTERA.

 


"La prima peggiore mai avuta". 

Ogni anno si sente questa frase da parte di insegnanti in seria difficoltà con classi formate da nuovi alunni che non sanno che farsene di un "essere umano" in carne ed ossa a cui si chiede di dare attenzione.
Nati, cresciuti e vissuti con uno schermo di fronte ai loro occhi, un device che restituisce onnipotenza a piene mani, una barra di ricerca che risolve ogni domanda e richiesta di assistenza sotto ogni punto di vista.

Un'esperienza di vita relazionale virtuale che non educa, abitua, insegna a vivere in relazione con un Altro e una Realtà coinvolgente sotto ogni punto di vista sensoriale, relazionale, emotivo, intellettivo, porta a sedersi per la prima volta in una classe per tutta la mattina senza aver mai fatto l'esperienza di una attenzione riflessiva.
Una relazione che richiede il superamento di quei 7 secondi che attualmente sono la media di capacità di attenzione di chiunque stia il 70 % della propria giornata collegato, iperconnesso.

VOYERISMO E ESIBIZIONISMO. 

Sul web non è rimasto altro. 

La vita è un altrove sconosciuto.



Si parla sempre più di introduzione nei programmi scolastici di ore di "rieducazione alla relazione", definiti anche educazione affettiva, educazione sentimentale e la fatidica e dibattutissima "educazione sessuale" che altro non è che una educazione alla vita vissuta con tutti i cinque sensi.
Tornare alla dimensione del NOI, alla vita off-line, insomma.

Vi propongo una lettera di una professoressa che ha iniziato a lavorare in classe con PAPA' MI CONNETTI? La perenne connessione e il futuro delle nuove generazioni che stanno nascendo, crescendo, vivendo, senza l'Altro e la Realtà.

E' POSSIBILE VIVERE PENSIERI VIOLENTI SENZA METTERLI IN ATTO?

https://giovannitommasiniparolemozioni.blogspot.com/2023/11/e-possibile-vivere-pensieri-violenti.html

 

EDUCAZIONE AFFETTIVA, EMOTIVA E RELAZIONALE. TRE LIBRI.

Stamattina in classe alcune mie alunne hanno presentato il libro "Papà mi connetti?" ai compagni, attraverso un lavoro multimediale ben costruito. 

Eh, sì, non ci siamo più sentiti, ma ne approfitto per comunicarle che ho apprezzato la pubblicazione e consigliato la lettura ai ragazzi i quali, durante la pausa natalizia, hanno acquistato una quindicina di copie su Amazon. Perché fossero spronati a leggerlo, ho detto loro che avrebbero potuto sostenere una verifica orale sulle tematiche trattate che ben si inseriscono nel programma di educazione civica (Area Cittadinanza Digitale). 

Stamattina dunque abbiamo parlato di lei, dedicando due ore di lezione ai contenuti del libro, in particolare, alle patologie da connessione.

Convinta di farle cosa gradita, ho ritenuto doveroso comunicarglielo. 

Un saluto, Pia


Questa la presentazione del saggio:


PAPÀ MI CONNETTI su Amazon


https://amzn.eu/d/1kbqnvm



SINOSSI

 

Uno tsunami digitale ha travolto tutto e tutti. In meno di un decennio, dal 2012 in poi, dall'esplosione dell'uso dello smartphone e dei social, la perenne connessione ha provocato una desertificazione impensabile ai più, dal punto di vista relazionale, culturale e emotivo.

Che fare dunque? Come recuperare quel mondo ormai dimenticato, in cui le uniche piattaforme social erano l'Altro e la Realtà?

Insegnanti, genitori, adolescenti, si stanno sempre più chiedendo il perchè di una solitudine insopportabile mascherata da uno schermo che fa sentire onnipotenti, in cui domina esibizionismo e voyerismo effimero che lascia tutti noi soli e incollati a un device.

In questo saggio vengono proposte le riflessioni di un padre preoccupato che assieme al figlio cerca le risposte per tornare a vivere pienamente la vita con tutti i cinque sensi, guardandosi negli occhi, sentendo il calore degli abbracci, recupeerando un dialogo fecondante con un Altro significante.

È facile fare il genitore digitale vero?

Lo sai di essere un genitore spacciatore di dipendenza?

Lo sai che stai perdendo esperienze genitoriali mai più restituibili?

Figli inaccessibili?

In famiglia non si parla più?

Tutti perennemente connessi?

PAPÀ MI CONNETTI? Ti aiuterà a capire e riflettere sui pericolosi effetti della perenne connessione sulle relazioni familiari, sociali, sul rendimento scolastico e il futuro delle nuove generazioni.

Per tornare a vivere nella dimensione del NOI.


 

Frammento dal testo PAPA’ MI CONNETTI? La perenne connessione e il futuro delle nuove generazioni.

 

Una domanda di mio figlio, in un giorno qualunque, ha squarciato quel velo di inconsapevolezza che aleggiava dentro di me e ho improvvisamente sentito crescere, nel tempo, una nuova paura: che i nostri ragazzi rimanessero intrappolati nelle maglie del web.

Colto da ridde di interrogativi, sono giunto a chiedermi se, ogni volta che si connettono in rete, rischiano di scollegarsi dalla realtà...

Così è nato questo libro.

Pensieri e interrogativi sui Millennials: lo scritto di un padre preoccupato. Un confronto fra gli adolescenti degli anni Ottanta, la prima generazione senza guerra, e i figli di oggi, cresciuti davanti a uno schermo. In ogni pagina, traccio un percorso che riporti lo sguardo dei ragazzi sulla magia del mondo interiore.

Che cosa sarà di loro se, come appare ormai evidente, crescono dimenticando la fecondante funzione dell’altro, così fondamentale per la costruzione del sé e della realtà circostante?

Il mio invito alla riflessione vuole essere un punto di partenza. Ognuno sceglierà su quale aspetto porre l’accento. Come sul web, infatti, anche nella realtà è possibile fare un doppio click sulle parole e intraprendere un percorso per dischiudere nuovi orizzonti.

In una ricerca ostinata della relazione autentica, ancorata a ricordi spazio-temporali, si muove il mio invito a realizzare una visione progettuale della vita.

Fuori dal labirinto del web ci sono sguardi e parole che ci aspettano.

Dobbiamo solo alzare gli occhi e ascoltare.

 

Link Amazon per acquistare formati Ebook, cartaceo copertina flessibile e rigida:

 

https://www.amazon.it/dp/167189667X




sabato 25 novembre 2023

EDUCAZIONE AFFETTIVA, EMOTIVA E RELAZIONALE. TRE LIBRI.

 





I fatti di cronaca, i sempre più numerosi femminicidi, gli insegnanti aggrediti da genitori, i casi di cyber bullismo che, purtroppo, possono portare la vittima al suicidio, pongono diversi, pressanti, e urgenti, interrogativi sulla deriva relazionale che la "realtà digitale" ha portato a vivere quotidianamente.
Uno tsunami digitale ha travolto tutto e tutti. In meno di un decennio, dal 2012 in poi, dall'esplosione dell'uso dello smartphone e dei social, la perenne connessione ha provocato una desertificazione impensabile ai più, dal punto di vista relazionale, culturale e emotivo.
Che fare dunque? Come recuperare quel mondo ormai dimenticato, in cui le uniche piattaforme social erano l'Altro e la Realtà?
Insegnanti, genitori, adolescenti, si stanno sempre più chiedendo il perchè di una solitudine insopportabile mascherata da uno schermo che fa sentire onnipotenti, in cui domina esibizionismo e voyerismo effimero che lascia tutti noi soli e incollati a un device.
Da più parti arrivano richieste di una introduzione a scuola, in famiglia, tra gli amici, di una rieducazione all'affettività, che comprende ogni declinazione di questa parola così complessa.
In gioco, infatti, ci sono le capacità relazionali e di riflessione e gestione di una vita emotiva che vanno costruite e maturate nel tempo in "relazione", appunto, con un Altro significante che pare anch'esso "sparito" dietro lo schermo di un device.
In questo articolo vengono proposti tre testi, ognuno dei quali mette l'accento e propone argomentazioni relative alla possibilità di riprendere in mano la propria vita relazionale dal punto di vista dell'espressione di se stessi e del rapporto con l'Altro e la Realtà nella cosidetta "Relazione da Tripla AAA" in cui le tre A rappresentano tre cardini di una mappa relazionale senza i quali sempre più spesso si vaga senza metà in questo mondo perennemente "connesso" ma fondamentalmente assente dal punto di vista umano.

Questi tre testi se letti assieme in classe, in famiglia, tra amici, potrebbero essere un ottimo viatico all'attivazione di un dialogo importante per tornare a vivere con gioia e reciprocità la dimensione del "NOI".












mercoledì 22 novembre 2023

NON SOLO PATRIARCATO. L'ASSENZA E' UN ASSEDIO. SENZA PAROLE SI PASSA ALL'AZIONE. SENZA RIFLESSIONE NON ESISTE RELAZIONE,

 



L'ASSENZA E' UN ASSEDIO.

 

QUANDO VENGONO A MANCARE LE PAROLE, IL DIALOGO, SI PASSA ALL'AZIONE.

 

SONO TUTTI ASSENTI. POLITICI, GENITORI, PERSONALE EDUCATIVO. PERCHE' IL MONDO SI E' RIBALTATO ED E' NECESSARIO SENTIRE, CAPIRE, ASCOLTARE, DARE ATTENZIONE, ACCOGLIENZA.


PADRI E MADRI DEBOLI? Inesistenti direi...


È facile fare il genitore digitale vero?

Lo sai di essere un genitore spacciatore di dipendenza? Lo sai che stai perdendo esperienze genitoriali mai più restituibili?

Figli inaccessibili? In famiglia non si parla più?

Tutti perennemente connessi?

 

VA INTRODOTTO IL CONCETTO DELLA RELAZIONE DA TRIPLA AAA.

Reciprocità di Accoglienza, Attenzione, Ascolto, altrimenti non esiste una relazione basata sul reciproco RISPETTO.

Che fare dunque?

Come recuperare quel mondo ormai dimenticato, in cui le uniche piattaforme social erano l'Altro e la Realtà? DA PIU' PARTI SI CHIEDE L'INTRODUZIONE DELL'EDUCAZIONE RELAZIONALE NELLE SCUOLE?

Avevo proposto anni fa l'esigenza di capire la deriva pericolosa sulla quale tutti si stava per essere travolti. Uno tsunami digitale ha travolto tutto e tutti. In meno di un decennio, dal 2012 in poi, dall'esplosione dell'uso dello smartphone e dei social, la perenne connessione ha provocato una desertificazione impensabile ai più, dal punto di vista relazionale, culturale e emotivo. Va introdotto il concetto di RELAZIONE DA TRIPLA AAA.

Accoglienza, Attenzione, Ascolto.

A questo link #ebook e #libro: https://amazon.it/dp/167189667X

Il 4 dicembre 2019 pubblicai un saggio che prevedeva e  anticipava questa esigenza di una rieducazione alla RELAZIONE DA TRIPLA AAA.

 Oggi quel saggio è sempre più letto, #topten nei #bestseller #amazon in #medicina e #dipendenze. PAPA' MI CONNETTI? https://amazon.it/dp/167189667XLa perenne connessione e il futuro delle nuove generazioni, che stanno nascendo, crescendo, vivendo, senza l’Altro. Insegnanti, genitori, adolescenti, si stanno sempre più chiedendo il perchè di una solitudine insopportabile mascherata da uno schermo che fa sentire onnipotenti, in cui domina esibizionismo e voyerismo effimero che lascia tutti noi soli e incollati a un device. In questo saggio vengono proposte le riflessioni di un padre preoccupato che assieme al figlio cerca le risposte per tornare a vivere pienamente la vita con tutti i cinque sensi, guardandosi negli occhi, sentendo il calore degli abbracci, recuperando un dialogo fecondante con un Altro significante. 

PAPÀ MI CONNETTI?

Ti aiuterà a capire e riflettere sui pericolosi effetti della perenne connessione sulle relazioni familiari, sociali, sul rendimento scolastico e il futuro delle nuove generazioni. Per tornare a vivere nella dimensione del NOI. https://amazon.it/dp/167189667X



"Papà mi connetti?"

https://amazon.it/dp/167189667X

 

"Il virus siamo noi"

https://amazon.it/dp/B087HD1QV1

 

"Emozioni e parole. La scrittura emotiva"

https://amazon.it/dp/1672993814

 

Non meno importanti e intensi i testi di narrativa

 

“Il sogno americano del Tomato Baseball Club”

https://amazon.it/dp/1670448770

 

“La musicalità del silenzio. Il nostro autismo e quello del mondo attorno a noi”

https://amazon.it/dp/B09LGZV8HF

 

"Una vita senza. Una storia di quotidiana resilienza”

https://amazon.it/dp/1713279843

 

"L’ultima lettera alla mia prima fidanzata"

https://amazon.it/dp/1712379216

 

“Terra battuta. Essere vivi e scendere a rete, questa la felicità”

https://amazon.it/dp/B09RFZM3GR

 

Last but not least:

 

"PANICO BEN TEMPERATO"

https://amazon.it/dp/B0CFCZCJR4

 

"LA FELICITA' DI VIVERE LA COMPLESSITA'"

https://amazon.it/dp/B0CKMDP9LD

 

Tutte le proposte editoriali di questo prolifico autore sono state dallo stesso prodotte e pubblicate su Amazon.

Raccolte anche nella collana:

PAGINE D'AMORE PER MIO FIGLIO.

Tutti i libri e gli ebooks di Giovanni Tommasini.

https://amazon.it/dp/B09K4QTN3B?binding=paperback&ref=dbs_dp_rwt_sb_pc_tukn

 



venerdì 3 novembre 2023

FUORI DAL LABIRINTO DEL WEB CI SONO SGUARDI E PAROLE CHE CI ASPETTANO..



FUORI DAL LABIRINTO DEL WEB CI SONO SGUARDI E PAROLE CHE CI ASPETTANO.

DOBBIAMO SOLO ALZARE GLI OCCHI ED ASCOLTARE.

 

LE MIE RIFLESSIONI IN MERITO SU:
https://amazon.it/dp/167189667X
 

Una domanda di mio figlio, in un giorno qualunque, ha squarciato quel velo di inconsapevolezza che aleggiava dentro di me e ho improvvisamente sentito crescere, nel tempo, una nuova paura: che i nostri ragazzi rimanessero intrappolati nelle maglie del web.

Colto da ridde di interrogativi, sono giunto a chiedermi se, ogni volta che si connettono in rete, rischiano di scollegarsi dalla realtà...

 


Così è nato questo libro.

PAPA' MI CONNETTI?

https://amazon.it/dp/167189667X

Pensieri e interrogativi sui Millennials:

 

LA COLLANA PAGINE D'AMORE PER MIO FIGLIO 
SU AMAZON
TUTTI I LIBRI DI GIOVANNI TOMMASINI

lo scritto di un padre preoccupato.

Un confronto fra gli adolescenti degli anni Ottanta, la prima generazione senza guerra, e i figli di oggi, cresciuti davanti a uno schermo. In ogni pagina, traccio un percorso che riporti lo sguardo dei ragazzi sulla magia del mondo interiore.

https://amazon.it/dp/167189667X

Che cosa sarà di loro se, come appare ormai evidente, crescono dimenticando la fecondante funzione dell’altro, così fondamentale per la costruzione del sé e della realtà circostante?

https://amazon.it/dp/167189667X

Il mio invito alla riflessione vuole essere un punto di partenza. Ognuno sceglierà su quale aspetto porre l’accento. Come sul web, infatti, anche nella realtà è possibile fare un doppio click sulle parole e intraprendere un percorso per dischiudere nuovi orizzonti.

In una ricerca ostinata della relazione autentica, ancorata a ricordi spazio-temporali, si muove il mio invito a realizzare una visione progettuale della vita.

Fuori dal labirinto del web ci sono sguardi e parole che ci aspettano.

Dobbiamo solo alzare gli occhi e ascoltare.


Giovanni Tommasini

GIOVANNI TOMMASINI SU AMAZON


giovedì 5 ottobre 2023

VOYERISMO E ESIBIZIONISMO. Sul web non è rimasto altro. La vita è un altrove sconosciuto.


Tutti i giorni vado al lavoro la mattina e torno a casa a metà pomeriggio passando dalle alture che da Uscio, paesino sopra Recco, mi portano a Genova.
Il paradiso e l'inferno dei motociclisti.

Li vedo salire sul Monte Fasce.

Per godersi un bel giro in moto, penso.

Sul casco una piccola telecamera, in mezzo alle curve amici stesi per terra con gli smartphone per riprendere la piega, il pericolo scampato, il monoruota estremo, senza casco, senza paura, senza consapevolezza, se non che si sta girando un video per postarlo, pubblicarlo, condividerlo, sui social.

Un gruppo di adolescenti stuprano una coetanea. 

Il video dell'orrore condiviso nei gruppi whatsapp.

Ogni stupro la stessa notizia. 

Ci sono i video.

Quasi fosse vissuto quale una lavatrice di ogni nefandezza, il web.

Ma anche un clamoroso e sconvolgente scollamento con la realtà, agita e ripresa. 

Una anomia digitale agghiacciante, 2.0, un metaverso dell'anima, della coscienza, anestetizzata, messa in ghiaccio, dall'unico pensiero rimasto in gioco.

Scalare le indicizzazioni, essere rintracciabili facilmente sulla barra delle ricerche, ottenere più visualizzazioni possibili.

Per riuscire a bloccare lo scrolling e catturare 6/7 secondi di attenzione a più navigatori anonimi online possibili.

Per sentirsi esistere. 

Senza nessuna consapevolezza della responsabilità e conseguenze oggettive del proprio agire.

La vita è messa fuori da questa logica.

Si pensa a se stessi, si da valore al proprio essere al mondo, in relazione al pensiero di essere guardati, provocare "reazioni ", sempre più "touch" sullo schermo di un device, sulla foto, il video, postato.

Altrimenti non si esiste. 

Le sfere relazionali tradizionali vengono eluse, non esistono più in questa allucinante dinamica. 

Esibizionismo e vojerismo. 

La intimità. 

La familiarità. 

La sfera privata. 

La dimensione familiare. 

Il vivere la condivisione pubblica. 

Nascere, crecere, vivere, con una sola visione,  lo schermo di fronte a sé, con un Altro, che dovrebbe essere il genitore, i suoi occhi nei quali perdersi, riconoscersi, identificarsi, crescere, tutti persi, genitori e figli, nella sbarra delle ricerche. 

È in atto una definitiva desertificazione culturale, relazionale, emotiva, cognitiva.

Ogni azione umana messa al servizio dei like e delle visualizzazioni viene svuotata delle sue componenti di vitalità e coinvolgimento di un insieme fatto di cinque sensi e voglia di vivere. 

Mi fermo qui.

Continuate voi per favore, se siete riusciti a finire di leggere queste riflessioni 

Abbiamo raggiunto Marte eppure, in quanto genere umano, abbiamo un problemino con la nostra soglia di attenzione. Che sì, secondo recenti ricerche si starebbe via via riducendo, arrivando a una media di 8 secondi totali: meno di quella di un pesce rosso, per capire la gravità della situazione.

(prima risposta ricerca google "media tempo di attenzione sul web")


PAPA' MI CONNETTI?: La perenne connessione e il futuro delle nuove generazioni, che stanno nascendo, crescendo, vivendo, senza l’Altro

https://www.amazon.it/dp/167189667X



LA COLLANA PAGINE D'AMORE PER MIO FIGLIO SU AMAZON
TUTTI I LIBRI DI GIOVANNI TOMMASINI

lunedì 2 ottobre 2023

La realtà. Piattaforma social senza più follower.

 


IL FRASTUONO DEL MONDO COS'È,

CANTAVA PAOLO CONTE.

GIOVANNI TOMMASINI SU AMAZON

Stiamo vivendo un momento storico in cui non si sente più "il frastuono del mondo". Il silenzio è sempre più assordante, sui treni, in pizzeria, persone perse nello schermo di un device.

 

Mio figlio nella primavera del 2013 mi chiese "papà mi connetti?" e non mi resi conto che tutto stava cambiando, l'altro iniziava a sparire, uno tsunami digitale stava per travolgere tutto e tutti.




Il Libro su Amazon Prime

https://www.amazon.it/dp/167189667X


Per la prima volta nella storia, una rivoluzione tecnologica in meno di dieci anni ha ribaltato la quotidianità di ognuno di noi, eliminando l'unica piattaforma social con la quale noi, ultima generazione nata e cresciuta, per la maggior parte della nostra vita, off line, senza rete, abbiamo avuto a che fare : la realtà.

 LA COLLANA PAGINE D'AMORE PER MIO FIGLIO SU AMAZON

La desertificazione culturale, lessicale, emotiva, che la perenne connessione produce, è un vero e proprio progetto strumentale alla riduzione dell'utente ad una mera protesi del device, in funzione di una vita fatta di una serie di "touch" indotti, finalizzati all'ordinazione di merci (il magazzino ha ormai sostituito il palmo della nostra mano) , pagamento di ricariche, per giochi, servizi, svuotando ogni "azione umana" di ogni contenuto relazionale, affettivo, reale.

 

GIOVANNI TOMMASINI SU AMAZON

Libri e EBooks da una realtà dimenticata. Quella del "NOI", degli abbracci, delle passeggiate mano nella mano, gli occhi negli occhi dell'Altro. 


Questo il futuro delle nuove generazioni.

Cosa possiamo fare noi ultima generazione nata, cresciuta, vissuta off line, nella realtà, con l'immagine di noi stessi riflessa nel volto dell'Altro?

Parliamone.....

Like addiction, challenge, nomofobia e vamping: sono le nuove patologie da iperconessione, rilevate da uno studio curato dall'Osservatorio nazionale adolescenza e condotto su 8.000 ragazzi a partire dagli 11 anni d'età. Dall'indagine, messa a punto anche in occasione del Safer Internet Day, emerge che il 98% tra i 14 e i 19 anni possiede uno smartphone personale già a 10 anni. Più i ragazzi sono piccoli, più hanno avuto precocemente tra le mani i vari strumenti tecnologici, sottolinea l'Osservatorio: il dato rilevante è che oltre 3 adolescenti su 10 hanno avuto modo di utilizzare uno smartphone direttamente nella primissima infanzia, con la possibilità anche di accedere liberamente a internet e alle applicazioni presenti nel telefono.

Tra i più giovani, l'età media dell’uso del primo cellulare, l’accesso a internet e l’apertura del primo profilo social si aggira intorno ai 9 anni. Circa 5 adolescenti su 10 dichiarano di trascorrere da 3 a 6 ore extrascolastiche con lo smartphone in mano, il 16% da 7 a 10 ore, mentre il 10% supera abbondantemente la soglia delle 10 ore. Il 95% degli adolescenti ha almeno un profilo sui social network, contro il 77% dei preadolescenti. Il primo è stato aperto intorno ai 12 anni e la maggior parte di loro arriva a gestire in parallelo 5-6 profili, insieme a 2-3 app di messaggistica istantanea.

 

Il fatto di avere una serie di applicazioni social sconosciute ai genitori - sottolinea l'Osservatorio - permette loro di essere meno controllati e più sicuri di poter anche osare, favorendo comportamenti come il sexting, cyberbullismo e diffusione di materiale privato in rete. Uno dei dati più allarmanti - evidenzia il report - è che il 14% degli adolescenti ha anche un profilo finto, che nessuno conosce o solo pochi, risultando quindi non controllabile dai genitori e nel contempo facile preda della rete del grooming (adescamento di minori online).

 

Sei adolescenti su dieci dichiarano di non poter più fare a meno di WhatsApp: il 99% lo utilizza ogni giorno, il 93% si scambia i compiti attraverso il gruppo-classe e il 70% chatta in maniera compulsiva. Per quanto riguarda i preadolescenti, invece, il 96% utilizza WhatsApp.

 

Quali sono gli effetti di questo essere sempre connessi? Il 'vamping', ossia la moda degli adolescenti di trascorrere numerose ore notturne sui social media, sembra diventata una vera e propria abitudine - denuncia l'Osservatorio - tanto che 6 su 10 dichiarano di rimanere spesso svegli fino all’alba a chattare, parlare e giocare, rispetto ai 4 su 10 nella fascia dei preadolescenti. La tendenza, invece che accomuna tutti i ragazzi è di tenere a portata di mano il telefono quasi tutto il giorno, notte compresa, fino al 15% che si sveglia quasi tutte le notti per leggere le notifiche e i messaggi, in modo da non essere tagliati fuori, altra patologia emergente legata all’abuso dello smartphone (Fomo - fear of missing out).

 

Gli adolescenti - allerta l'Osservatorio - sono alla continua ricerca di approvazione, che si raggiunge attraverso like e follower: per circa 5 su 10 è normale condividere tutto quello che si fa, comprese foto personali e private, mettendo tutto in vetrina, sottoponendolo alla severa valutazione della macchina dei 'mi piace'. Per oltre 3 adolescenti su 10 è importante il numero dei like ricevuti, che accrescono l’autostima, la popolarità e quindi la sicurezza personale. Ovviamente, vale anche il contrario,tanto che il 34% ci rimane molto male e si arrabbia quando non si sente apprezzato.

 

TUTTI I LIBRI E GLI EBOOKS DI GIOVANNI TOMMASINI


lunedì 25 settembre 2023

La FOMO. FEAR OF MISSING OUT. Nuove patologie dalla perenne connessione.Ne siamo tutti coinvolti. Siamo disposti a riconoscere questa patologia e a metterci nuovamente in relazione con l'Altro e la Realtà?

 


LA FOMO: LA PAURA DI ESSERE TAGLIATI FUORI


La FOMO, Fear of Missing Out, ovvero la paura di essere tagliati fuori, delinea un tipo di ansia sociale che si esprime attraverso la paura di essere emarginati, esclusi, dalla comunità dei Social Network.

PAPÀ MI CONNETTI su Amazon



Nello specifico, la paura di essere tagliato fuori spinge il soggetto a controllare ripetutamente i suoi profili social per verificare e “sorvegliare” cosa stanno facendo gli altri. Da qui nasce la necessità di “abbuffarsi” di immagini, informazioni ed eventi per poter non essere esclusi dalla vita social altrui e propria. Inoltre, un altro aspetto di questa condotta, riporta ad una invidia latente che si manifesta e configura nella considerazione che le esperienze degli altri siano più interessanti e appaganti delle proprie. Ancora, la FOMO porta il soggetto a pensare di perdere l’opportunità di una interazione sociale gratificante: l’esperienza che mi sto perdendo è più gratificante di quella che sto vivendo. Parrebbe quindi che la migliore interazione sociale possibile sia sempre concepita tramite il digitale. Infatti, come ben spiega John M. Grohol, psicologo esperto statunitense, “i Social Network sono contemporaneamente presenza annunciata e assenza percepita degli altri e di sé […] che induce il soggetto a percepire una aspettativa emotiva di qualcosa che si sta perdendo”.
 
La FOMO, la paura di essere tagliati fuori, in prima battuta, può essere attivata dai post visibili su Facebook e Instagram: un selfie durante un evento particolare può suscitare, infatti, la paura negli altri di essere mancati a una situazione considerata divertente. Chi osserva potrebbe sentirsi tagliato fuori dall’evento stesso e ciò comporterà la condivisione di foto o post di situazioni o eventi altrettanto piacevoli, a volte anche non reali. Si può ora ben comprendere quanto ci sia, di fondo, un sentimento di solitudine che si cerca di colmare attraverso i Social. Questa paura può produrre via via la necessità di apparire online per suscitare, negli altri la stessa FOMO. La necessità psicologica di mostrarsi in situazioni piacevoli, diviene più importante di averle vissute davvero.
 
Ma chi ha più probabilità di soffrire di FOMO? Di primo acchito sarebbe lecito pensare che la paura di essere tagliati fuori, la FOMO, porti al “freezing” del soggetto in un’ottica di fuga e ritiro frustrato. Nel caso particolare della FOMO, il soggetto è, però, sempre parte attiva del circuito descritto: è attivo poiché vi è la costante visione dei Social e delle “vite degli altri”, è attivo perché egli stesso ha la necessità di postare e suscitare invidia, mostrandosi divertito, circondato da persone che come lui si divertono.
 
Come ben chiarito da Andrew Przybylski, ricercatore dell’Università di Oxford che per primo ha coniato il termine FOMO, i livelli di quest’ultima sono maggiori in coloro che percepiscono un basso livello di considerazione della propria vita e un rapporto ambiguo e confuso con i Social Media.
 
La necesità di essere sempre connessi, oltre ad aumentare i livelli di FOMO, ci interroga sui livelli di consapevolezza delle persone affette da questo disagio: quale sensibilità rispetto a loro stessi si riconoscono? Che tipo di coscienza genera la necessità della connessione? Queste domande consentono perciò di indirizzare la nostra attenzione sullo sviluppo della cultura sulle dinamiche psicologiche e psicopatologiche della tecnologia online.
 
Quella che infatti pare, e appare, come una connessione, altro non è che una interruzione: interruzione di una interazione che sta avvenendo nel qui e ora considerata, però, potenzialmente meno appagante di un’altra a cui è impossibile non collegarsi e connettersi.
 
Accorgersene è il primo passo, rompere gli schemi abituali la soluzione. Da soli o con l’aiuto di un buon percorso psicologico specialistico.
http://www.escteam.net/2018/09/news/la-fomo-la-paura-di-essere-tagliati-fuori/
 
 
La sindrome da iperconnessione può essere definita come una forma di ansia che non permette, a chi ne è affetto, di disconnettersi dal mondo digitale. Naturalmente questa sindrome si è accentuata negli ultimi anni grazie alla diffusione degli Smartphone che ci consentono di collegarci ovunque ci troviamo, ma quando scollegarsi significa sentire un forte senso di disagio, allora vuol dire che alla base c'è un problema. Un famoso psicoterapeuta americano ha affermato che una 'cura' consiste nello riscoprire la natura, correre a piedi nudi su un prato o sulla sabbia, tutto ciò che praticamente ci permetta di scollegarci momentaneamente dall'aspetto digitale e cerebrale e ritornare nella vita reale.
 
Ma l'iperconnessione nasconde altri subdoli pericoli
Infatti, oggi, si inizia circa a 10 anni ad entrare nel mondo di internet con smartphone, profili social e canali youtube, nella lontana di speranza di diventare un web influencer o un fashion blogger. Sono figure così ambite che i giovani farebbero di tutto pur di iniziare una carriera di questo tipo. Si parla proprio di una carriera perché, se si riesce ad avere un buon numero di followers, si viene profumatamente pagati dalle aziende per promuovere i loro prodotti.
 
Tutto ciò porta con sé degli effetti collaterali poco gradevoli, la continua ricerca di attenzioni e lo scopo di raggiungere la notorietà spinge i giovani a superare ogni barriera e pubblicare contenuti personali che possono risultare pericolosi. I profili social non vengono seguiti solo dagli amici, ma anche da gente estranea che verrebbe a conoscenza di informazioni personali importanti che potrebbero riutilizzate per scopi illeciti allarmanti, mettendo in pericolo l'adolescente.
 
Like addiction e Vamping, ma di cosa si tratta?
Sono due fenomeni di recente introduzione e nati proprio come conseguenza del fatto di essere sempre davanti allo smartphone o al pc; il like addicition è il desiderio sfrenato di ricevere 'like' riguardo i propri contenuti pubblicati, una sorta di continua ricerca di approvazioni da parte del mondo social che non conosce limiti.
 
Ormai è 'normale' fare shopping e fotografarsi nei camerini per fare vedere a tutti gli abiti appena provati oppure andare a cena fuori e fare la foto dei piatti per pubblicarla sul proprio profilo social. Il vamping, invece, è l'abitudine di rimanere svegli fino all'alba per chattare o, comunque, per rimanere connessi e si accompagna al fomo, ovvero l'abitudine di svegliarsi durante la notte per controllare le notifiche o rispondere ai messaggi. Per non parlare delle sfide social che consistono nel compiere un'azione (come bere una grossa quantità di bevande alcoliche) e sfidare un amico, attraverso i canali social, a fare lo stessa azione, creando una catena con pericoli per la salute non indifferenti.
 
Sicuramente l'introduzione di questi moderni strumenti tecnologici ci ha facilitato la vita, specialmente in ambito lavorativo, ma quando non c'è più nessun freno inibitorio è il momento di mettere paura e fermarci a riflettere. Sicuramente non bisogna demonizzare lo strumento in sé, ma l'uso che se ne fa.
 

PAPÀ MI CONNETTI su Amazon





Il Libro su Amazon Prime

L'Ebook su Amazon Kindle Unlimited



INTRODUZIONE ALL'OPERA

Una domanda di mio figlio, in un giorno qualunque, ha squarciato quel velo di inconsapevolezza che aleggiava dentro di me e ho improvvisamente sentito crescere, nel tempo, una nuova paura: che i nostri ragazzi rimanessero intrappolati nelle maglie del web. Colto da ridde di interrogativi, sono giunto a chiedermi se, ogni volta che si connettono in rete, rischiano di scollegarsi dalla realtà... Così è nato questo libro. Pensieri e interrogativi sui Millennials: lo scritto di un padre preoccupato. Un confronto fra gli adolescenti degli anni Ottanta, la prima generazione senza guerra, e i figli di oggi, cresciuti davanti a uno schermo. In ogni pagina, traccio un percorso che riporti lo sguardo dei ragazzi sulla magia del mondo interiore. Che cosa sarà di loro se, come appare ormai evidente, crescono dimenticando la fecondante funzione dell’altro, così fondamentale per la costruzione del sé e della realtà circostante? Il mio invito alla riflessione vuole essere un punto di partenza. Ognuno sceglierà su quale aspetto porre l’accento. Come sul web, infatti, anche nella realtà è possibile fare un doppio click sulle parole e intraprendere un percorso per dischiudere nuovi orizzonti. In una ricerca ostinata della relazione autentica, ancorata a ricordi spazio-temporali, si muove il mio invito a realizzare una visione progettuale della vita. Fuori dal labirinto del web ci sono sguardi e parole che ci aspettano. Dobbiamo solo alzare gli occhi e ascoltare.
TEST IN APPENDICE PER VALUTARE LA DIPENDENZA DA INTERNET.



TUTTI I LIBRI E GLI EBOOKS DI GIOVANNI TOMMASINI


INCIPIT

Eravamo a pranzo sulla bellissima terrazza di una trattoria in campagna, fra le alture di Genova. La natura attorno a noi e il mare di fronte. Tutto sembrava solo da godere e ammirare.
Mio figlio, cinque anni appena compiuti, rivolgendosi a me, con aria supplicante, disse:
«Papà, mi connetti?».
Ci vollero diverse domande prima di capire cosa intendesse. In attesa di iniziare la prima elementare, era con i suoi genitori, in mezzo alla natura e con il mare negli occhi. Cosa poteva desiderare di più?
Mentre mi sentivo in pieno contatto con tutte le espressioni del mondo, qualcosa, evidentemente, mancava a mio figlio per percepirsi completamente immerso nella realtà.
Aveva bisogno della connessione.
Ho intuito, allora, quello che ho compreso appieno poi. Stava nascendo una nuova visione della vita, basata sul sentire degli adolescenti ai tempi del post superfluo: niente è più necessario. Tutto è raggiungibile. A qualsiasi età.
Le domande piene di curiosità che i bambini facevano, sino a pochi anni fa, ora sono a portata di click. Il papà eroe, con le sue risposte formative, non serve più.
Basta chiedere a Google.

GIOVANNI TOMMASINI SU AMAZON

I nostri figli, cresciuti con un video di fronte e noi dall’altra parte, non riescono a fare a meno del web. Siamo spettatori passivi di una nuova realtà, da noi difficile da comprendere e accettare in quanto genitori nati nel secolo scorso. Se non ci sforziamo, però, di trovare un punto d’incontro, rischiamo di perdere la connessione con una generazione che sceglie modelli e miti dai nuovi media.
Quella terrazza, così incantevole, sospesa tra mare e monti, per i ragazzi di oggi non è altro che un posto come un altro dal quale connettersi, incollarsi a un video e perdersi in un virtuale privo di riferimenti spazio-temporali. La realtà nella quale noi genitori, immigrati digitali e figli degli anni precedenti siamo cresciuti, è stata soppiantata da un mondo che isola e annulla i contatti.
Che cosa fare? Quale futuro ci attende? Quale risposta dare al figlio che chiede di essere connesso?
Appare necessaria una riflessione profonda sulla deriva online che ci ha travolti.
E quel giorno, una risposta l’ho trovata. Ho guardato l’orizzonte, alle spalle del mio bambino, con un solo pensiero: riprendiamoci la vita dei nostri ragazzi.
Questa breve trattazione nasce come lettera di un padre molto preoccupato proprio per le relazioni, per lo più digitali, del figlio. Cercherò di sostenere e argomentare la necessità delle relazioni da tripla AAA anche per i rapporti umani. Non parlo di parametri astratti, ma di peculiarità da corrispondere reciprocamente:
 

ACCOGLIENZA, ATTENZIONE, ASCOLTO.

ACCOGLIENZA.


LA CURIOSITÀ  DI CONOSCERE
è il più grande dono che puoi fare a un’altra persona.
Denis Waitley

ATTENZIONE.
LA SORPRESA DELLA SCOPERTA
 il coraggio è anche quello che ci vuole per sedersi
Sir Winston Churchill

ASCOLTO.
IL GENIO DELLA LAMPADA.
Molte persone non ascoltano mai.
Ernest Hemingway

 

Tre gambe di un tavolo relazionale fondamentali, in egual misura, affinché la struttura si sostenga. Basta che manchi una delle caratteristiche, per compromettere la relazione e far decadere la possibilità di entrare in contatto con sé stessi e con l’altro.

Oggi più che mai, infatti, c’è l’esigenza di riprendere a valutare, proporre ed esigere una reciprocità dei legami. Ogni settore della vita quotidiana si basa sulla richiesta e sulla verifica di questo schema.

Prima di entrare in relazione con un altro soggetto, infatti, l’unico modo di conoscerne l’affidabilità è chiedere una valutazione. I partecipanti alle contrattazioni economiche vagliano sempre il rating del contraente, la sua stabilità e il suo valore. Non sono solo le società e le banche ad adottare questo sistema di verifica. Ognuno di noi, prima di impegnarsi in un rapporto, analizza alcuni dati. Sono fasi necessarie, per stabilire una relazione da tripla AAA.

Prendiamo in considerazione il mondo della finanza. Prima di impegnarsi in un’avventura con un altro soggetto, qualunque ente compie un’analisi approfondita basata su: la relazione (Accoglienza), la raccolta di informazioni e lo studio del materiale collezionato (Attenzione).

I manager, poi, si incontrano e indicono riunioni (Ascolto). Al termine esprimono un giudizio sull’affidabilità del soggetto (l’altro). Il livello di rischio previsto per la relazione appena instaurata è definito con un voto espresso in lettere. Procedendo così, per gradi, chi richiede la valutazione arriva alla decisione finale e stabilisce se entrare in gioco e investire risorse.

Le relazioni sociali possono essere considerate con gli stessi parametri. Le tre AAA rappresentano una serie di atteggiamenti che, se assicurati in maniera costante, accrescono la qualità di ogni rapporto umano.

L’Accoglienza, l’Attenzione e l’Ascolto sono fondamentali per riportare le nuove generazioni offline e convincerle a togliere lo sguardo dallo schermo.

La rivelazione di un mondo emozionale, in cui il contatto con l’altro rappresenta un regalo, è l’unica speranza per restituire valore alla vita e ai rapporti interpersonali.

Scrivo questi pensieri, quindi, alla pari di un appello a mio figlio affinché inverta la rotta e riemerga da una caverna che non è più quella del mito di Platone[1], ma il buio e solitario antro del mondo virtuale. Mi auguro che ricominci a immergersi, attraverso tutti e cinque i sensi, nella realtà che noi figli degli anni pre-connessione abbiamo vissuto, per fortuna, appieno.

  

 

Ascoltare senza pregiudizi o distrazioni

 

L’Accoglienza è una predisposizione esistenziale verso una coraggiosa e fiduciosa disponibilità a essere invasi dall’altro. Il verbo invadere rende appieno il sentimento della paura, che, più di ogni altra emozione, mette in una posizione di sospetto e rifiuto nei confronti del prossimo.

Accogliere, però, implica il concetto di ricevere e far entrare nel nostro mondo qualcuno. La stessa matrice linguistica della parola ne esalta il concetto. Accolligere deriva da colligere, cioè da cogliere. La radice legere può essere tradotta anche come radunare, mettere insieme, ridurre gli spazi e le distanze o capire e afferrare il senso.

Non è un caso che il verbo leggere abbia la stessa etimologia.

Chiaramente la prospettiva diventa mettersi in gioco. Ci si spalanca verso l’altro per formare un tutt’uno con lui e poi tornare a essere, dopo l’esperienza condivisa, due persone diverse e più ricche di prima.

Se immaginiamo gli esseri umani come isole, possiamo intendere l’Accoglienza come la costruzione di ponti eretti sulla reciprocità di sentimenti, atteggiamenti e opinioni.

Ponti sostenuti e consolidati solo se accettiamo di liberarci da giudizi e valutazioni.

È solo dalla fatica e dal dolore dell’esperienza, infatti, che si può generare l’energia necessaria per attivare un processo di trasformazione.

Ognuno deve compiere uno sforzo, come quello di aprire la porta di casa a uno sconosciuto. Per farlo bisogna superare le proprie paure. Per conoscere, scoprire e, quindi, fare progressi è necessario predisporsi all’altro con la più preziosa delle qualità umane: la curiosità. Non bisogna fermarsi alla prima impressione o a sensazioni che ci invadono durante la conoscenza.

L’Accoglienza si valorizza quando l’incontro con l’altro è connotato dal desiderio di ricevere, dall’atteggiamento empatico. La ricchezza del confronto, così, mette in luce anche aspetti finora inesplorati della nostra anima.

Si tratta di un processo inverso a quello che stiamo vivendo oggi. Come un artigiano che, lavorando il legno, toglie le parti in eccesso per valorizzare la sua scultura, noi stessi dobbiamo tornare alla purezza, sottraendo il superfluo.

È necessario, insomma, dedicarsi alle relazioni reali. Vissute occhi negli occhi.

 

Il coraggio è quello che ci vuole per alzarsi e parlare;

ed ascoltare.

 Non basta accogliere l’altro. Per creare un rapporto autentico, bisogna anche sintonizzarsi sulle sue parole, dimenticando, almeno per un po’, noi stessi.

Proprio come quando cerchiamo una stazione radio, ci vuole impegno per trovare, salvare e far risuonare le onde di chi ci parla. Le sfumature da cogliere sono molte: emozionali, verbali, espressive.

L’Attenzione, però, è anche qualcosa di più. Il vocabolo proviene dal latino attentio che, a sua volta, deriva dal verbo attendere, nel senso di applicarsi a fare qualcosa, svolgere un compito.

Il concetto di Attenzione, tuttavia, racchiude quello di sorpresa. Si attiva quando qualcosa stravolge l’ordinario, costringendoci a mettere in atto lo sforzo di capire.

Quotidianamente, infatti, riceviamo un numero elevato di impulsi e stimoli. Ancor di più ne percepiamo quando navighiamo sul web. Il cervello applica una sorta di filtro che seleziona, in base all’importanza, le informazioni sulle quali concentrarsi. Il bombardamento di stimoli ricevuti sui social, tra notifiche, messaggi e conversazioni, annulla questa scala di precedenza. Tutto va fruito subito e richiede la nostra Attenzione.

L’effetto sorpresa, però, funziona anche in questo flusso continuo di informazioni. Qualcosa di nuovo e inaspettato catalizza l’Attenzione. Sempre.

Nonostante, quindi, anche online esistano l’Accoglienza e l’Attenzione, manca l’ultima A: quella che determina la vera essenza della qualità di ogni relazione umana.

 

Amo ascoltare. Ho imparato un gran numero di cose ascoltando attentamente.

 Anche l’Ascolto è attivato dalla curiosità. Una vera e propria ricerca del senso del linguaggio altrui. Come se ogni nostra conversazione iniziasse con «fammi capire meglio, per favore». In questo modo, accettiamo un tacito accordo con l’interlocutore finalizzato al chiarimento reciproco.

La conversazione con l’altro diventa, così, la dimostrazione dell’interesse verso il significato della comunicazione. A rafforzare questo processo c’è la certezza che più comprendiamo, più ci arricchiamo.

La tensione a capire l’altro, infatti, è un processo a catena di risposte in grado di svelarci parti inespresse di noi.

Emblemi nella cultura popolare sono lo Specchio delle Brame[2], come e soprattutto il racconto de Le mille e una notteAladino e la lampada meravigliosa[3]. L’oggetto e il protagonista sembrano dire che, nella profonda comprensione di ciò che sognano le persone, c’è già la realizzazione del desiderio. Con il rispettivo riflesso e sortilegio, si mette esclusivamente in atto l’Ascolto di queste richieste.


Caro Giovanni

stamattina in classe alcune mie alunne hanno presentato il libro "Papà mi connetti?" ai compagni, attraverso un lavoro multimediale ben costruito. 

Eh, sì, non ci siamo più sentiti, ma ne approfitto per comunicarle che ho apprezzato la pubblicazione e consigliato la lettura ai ragazzi i quali, durante la pausa natalizia, hanno acquistato una quindicina di copie su Amazon. Perché fossero spronati a leggerlo, ho detto loro che avrebbero potuto sostenere una verifica orale sulle tematiche trattate che ben si inseriscono nel programma di educazione civica (Area Cittadinanza Digitale). 

Stamattina dunque abbiamo parlato di lei, dedicando due ore di lezione ai contenuti del libro, in particolare, alle patologie da connessione.

Convinta di farle cosa gradita, ho ritenuto doveroso comunicarglielo. 

Un saluto, Pia

PAPÀ MI CONNETTI su Amazon