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giovedì 23 novembre 2023

E' POSSIBILE VIVERE PENSIERI VIOLENTI SENZA METTERLI IN ATTO?

 


Giovanni Tommasini


A PROPOSITO DI COME TROVARE E COSTRUIRE PERCORSI DA INTRAPRENDERE IN ALTERNATIVA A REAZIONI VIOLENTE. #femminicidio #violenzadigenere #relazionitossiche #Turetta

E' possibile tradurre pensieri violenti in propositi di salvezza del tutto? Mettendo sempre di fronte a sè "un bene superiore"? LA VITA.

Ho restituito il percorso fatto per salvare sia "il bambino che l'acqua sporca".

Nel mio ultimo libro PANICO BEN TEMPERATO.

https://amazon.it/dp/B0CFCZCJR4

Un estratto dal testo:

La tua parte la dobbiamo portare in... in un altrove sconosciuto, non ancora vissuto. A un’altezza da cui puoi guardare e arrabbiarti, ma... ma non agire. Per salvare tutti. Ognuno ha le sue volontà di rivalsa, una prospettiva da far decantare. Giovanni, lascia sul terreno una visione nuova e più coraggiosa... quella della complessità del tutto.

EDUCAZIONE AFFETTIVA, EMOTIVA E RELAZIONALE. TRE LIBRI.

https://giovannitommasiniparolemozioni.blogspot.com/2023/11/educazione-affettiva-emotiva-e.html

Ma di un tutto in movimento, di ciò che si tenta e si può innescare. Puoi prenderti carico sia del bambino sia dell’acqua sporca, ma senza farne bere un goccio a tuo figlio. Solo tu puoi farlo... almeno tu. Io, ora, sono qui per aiutarti a farlo.

Questo è ciò che il suo sguardo mi ha comunicato, poco prima che io richiuda gli occhi in un ampio respiro. Mi ritrovo su un altro marciapiede, il portone del retro della chiesa richiuso alle mie spalle.

Ma niente sta più a formicolare, in nessuna parte del mio corpo.

Accoglienza, attenzione, ascolto... Sono le pareti di quella nuova voce che, passo dopo passo, sta nascendo in me. Si fa avanti nuovamente quell'alveo, fioritomi nel cuore già alle spalle di quel cancello serrato presso la casa di mia moglie, dopo quel saluto al figlio negato. Fa breccia e, di nuovo, lavorare su una visione diversa delle cose, reggente tutte le tensioni, tutte le mancanze, ogni rabbia... rivolgendole verso l'energia vitale.

Ancora una volta, le spalle che si sollevano e lo sterno che si amplia in un sospiro profondo, mi fanno prendere la decisione di star fermo e di dare corso agli eventi, lasciando al proprio destino tutte le parti in gioco.

Unica possibile risposta... Non mi farò saltare in aria.

https://amazon.it/dp/B0CFCZCJR4


Giovanni Tommasini


venerdì 29 settembre 2023

IL PANICO PUO' ESSERE NOSTRO ALLEATO?

 


Come vivere consapevolmente, storicizzare e neutralizzare, i prodromi del panico?

Il panico può essere nostro alleato,

il corpo chiede di fermarsi per trovare 

"le parole per viverlo".


L'amor proprio e come mi ha salvato la vita.
Ci sono in noi esperienze passate che se non recuperate vanno in automatico ad alimentare tutto ciò da cui siamo scappati. Può rappresentare la sfida di una vita l'affrontare coraggiosamente quell'altrove che tutto vorremmo piuttosto che incontrare e rivivere. Paradossalmente più rimandiamo questo appuntamento più il nostro corpo ci chiederà, nelle forme più diverse e deflagranti, di riprendere a ritroso il cammino.
Siamo fuggiti da quella casa, quelle case, anche se i loro protagonisti continuano a dominare su noi stessi.
Si può tornare, entrare, mettersi in contatto, coraggiosamente trovare le parole per tradurre un'antica male dizione per riprendere, stavolta e per sempre, il cammino, nel sentiero della bene dizione.
„Gli dei di una volta, perso l'incanto e assunte le sembianze di potenze impersonali, escono dai loro sepolcri, aspirano a dominare sulla nostra vita e riprendono la loro lotta eterna.“ — Max Weber4


Traumi; ferite emotive; una grande sofferenza interiore che affonda le radici nell’infanzia e, paradossalmente, ha origine proprio dalla famiglia, da quel nucleo che, dalla nascita, avrebbe dovuto costituire il nostro nido, un riparo accogliente e amorevole in cui sentirci al sicuro, protetti, amati, coccolati.
A volte, purtroppo, questo non accade ma, al contrario, è proprio la famiglia di origine a costituire la fonte di ogni nostro problema.  La casa si trasforma in una prigione, in un infermo dantesco da cui non sarà possibile fuggire per molti anni e cioè fino a quando l’età e le circostanze non ci permetteranno di prendere il volo e andarce alla ricerca di un luogo se non più sicuro, quantomeno più sereno.
Dalla prigione fisica, quindi, spesso riusciamo a uscire, in un modo o nell’altro, non fosse altro che per quell’innato e, a volte sottostimato, spirito di sopravvivenza.  Da quella emotiva e mentale che la realtà vissuta ha creato, forgiato ed in cui noi stessi siamo sprofondati può essere molto più difficile evadere e richiedere tempi più lunghi. 
A causa delle circostanze vissute, abbiamo, infatti, finito con il credere che altro la Vita non ci avrebbe riservato; che forse tanto dolore e tanta sofferenza ce li siamo addirittura meritati; e che l’inferno è sempre meglio del nulla.
Le circostanze oggettive, rafforzate dalla nostra personale percezione degli eventi, dalla nostra estrema sensibilità e altrettanto profonda emotività hanno continuato a tenerci a lungo incatenati in uno stato di totale negatività, un tunnel buio in cui la luce sembrava non entrare mai.
Il tempo passa, noi cresciamo, maturiamo, abbiamo relazioni spesso altrettanto fallimentari di quelle che i membri della nostra famiglia hanno avuto. 
La sensibilità e l’emotività crescendo non diminuiscono ma, al contrario, si rafforzano.  Ad esse si aggiunge una nostra maggiore capacità analitica degli eventi traumatici di cui siamo stati testimoni quando non vittime.  La conclusione cui potremmo approdare è che la Vita sembra portare solo problemi e mai soluzioni né tantomeno risposte alle nostre domande.
Corpo, Mente, Psiche e Spirito sono in continuo stato di allerta, di trambusto... fino a quando non reggono più e, a modo loro, chiedono disperatamente aiuto: ci ritroviamo improvvisamente preda di attacchi di panico

 
Andiamo in ipoventilazione, ci manca il respiro, perdiamo i sensi o comunque il controllo del nostro corpo.  Crolliamo al suolo sotto gli occhi preoccupati di qualche Buon Samaritano di passaggio che ci soccorre e chiama un’ambulanza.  La macchina – te stesso – l’hai guidata sempre al massimo della velocità cui poteva andare e il motore alla fine ha ceduto: la macchina si è fermata.
Esiste una soluzione, una via d’uscita a tutto questo?  Assolutamente sì!
Il percorso psicoterapeutico sicuramente sarà d’aiuto e in molti casi persino necessario. Noi, però, dobbiamo fare la nostra parte.  Da ‘testimoni oculari’ dobbiamo trasformarci in ‘creatori’ della nostra Vita.
Le ferite emotive restano, così come rimarrebbero le cicatrici fisiche se le avessimo.  Dei traumi vissuti rimarrà sicuramente il ricordo.
L’importante è prendere in mano le redini della propria vita.  Come?
Innanzitutto confrontandoci con la realtà vissuta, metabolizzandola, per quanto penosa.
Forse in passato e per molto tempo questo passo non è stato fatto perché non eravamo pronti a confrontarci di nuovo con tanto dolore, a guardarlo in faccia e a riviverlo.
La vera guarigione, tuttavia, può realizzarsi solo attraverso il confronto con e l’accettazione consapevole della realtà per quanto dolorosa essa sia.
Accettare ciò che è stato, per quello che è stato, è fondamentale. 
Chi ci ha provocato tanta sofferenza era malato/a, non in grado di controllare la propria vita né fare scelte diverse.  Se ne avesse avuto la capacità, le avrebbe fatte.
Accettare la realtà per quella che è stata non significa assolutamente giustificare, ma semplicemente riconoscere che le cose sono andate in un certo modo e che non è possibile cambiare il passato, riavvolgere la bobina e crearne uno nuovo, diverso, migliore.
È possibile, tuttavia, creare un presente e un futuro diversi, rifiutando di continuare a essere delle vittime
Dobbiamo, quindi, non solo confrontarci con la realtà e accettare ciò che è stato, ma avere la determinazine, la forza, il coraggio di dare un taglio al passato e riemergere dalle ceneri, creando un presente e un futuro non di pura sopravvivenza, ma vivendo la Vita nella maniera più piena possibile, focalizzandoci sulle sue bellezze, su ciò che ci dà gioia, serenità, che ci arricchisce spiritualmente, che  riempie il nostro cuore, la nostra mente e il nostro spirito di positività, di luce.
La scrittura emotiva, utilizzata quindi a scopo terapeutico, diventa uno strumento estremamente valido per liberarsi del passato.
 
Il processo di disintossicazione è in atto: non ci fermeremo fino a quando l’ultima tossina non sarà stata eliminata e il nostro corpo, la nostra mente, il nostro spirito e la nostra psiche non avranno raggiunto una salute ottimale, quella tanto agognata e mai assaporata né vissuta completamente.
 
 
Maria Teresa De Donato,
Autrice, Giornalista freelance, Dottoressa in Salute Olistica
 



lunedì 25 settembre 2023

IL RACKET EMOTIVO E RELAZIONALE. VIVERE NEL RICATTO EMOTIVO. UNA MAFIOSA VITA QUOTIDIANA.

 



Tutte le mattine mi sveglio, mi alzo dal letto e penso "a che punto siamo?" "che vita è'?".

Un pensiero che mi percorre da una vita.

Perché troppe volte mi sono svegliato e non ho potuto pensare, ma solo difendermi.

Una vita in ritirata, senza poter almeno pensare "perché mi alzo?".

Ma una mattina mi sono alzato e ho pensato "me ne vado?".

Mi ero poi scordato di proseguire con due domande necessarie e onestamente successive all'affermazione di volontà di inconsapevole voglia di emancipazione.

"da cosa sto scappando, dove voglio andare e perché, in poche parole cosa voglio lasciare"

La sfida di una vita trovare le risposte, le parole per delineare la partenza e descrivere, disegnare, il percorso da intraprendere e proseguire.

Poco importa il risultato finale, non si parte e scappa per vincere o perdere, ma per salvare il salvabile.

E' fondamentalmente per questo motivo che ora che sto per arrivare ai sessant'anni tutte le mattine mi sveglio e...

Mi chiedo "come sta andando?".

Il percorso è stato intrapreso, velocemente, appena possibile, a gambe levate.

Per perdermi nel mondo, sprofondandoci, per sentirmi parte di una realtà dove almeno potermela giocare, con l'obiettivo di un pareggio fuori casa.

In famiglia era un cappotto, una sconfitta umiliante giorno dopo giorno.

Si retrocedeva e alla fine entrava in gioco una vocina, una lametta ficcata nella mente, che mi diceva con tono violento, acuto, ossessivo, "falla finita, il terrazzo e lì, o ti butti te, o ammazzi loro"

Loro chi? Non riuscivo ancora a vederli, staccarli da me, dare un nome e metterli al loro posto.

Li avevo dentro, addosso, intorno, sulla pelle, nelle orecchie, ad occhi chiusi potevo solo parare i colpi.

Scappando, percorrendo strade a caso, incontrando altri demoni, rimettendo in atto le stesse follie e dinamiche, quasi per passarci dentro per tentare nuove fughe e trovare il terreno più sicuro sotto i miei piedi, sono riuscito a mettere luce su di loro, vederli, guardarli negli occhi, metterli fuori casa, creare una solitudine consolatoria.

La solitudine mi ha tenuto compagnia.

Senza di loro riuscivo a respirare.

Torniamo alla domanda madre. Da chi scappavo?

Da ricattatori, persone amate, che conoscevano bene la loro posizione di onnipotenza nei confronti di un bambino che non poteva difendersi ma solo chiedere.

Per questo violentatori, proprio per il fatto che per me dovevano essere lo scivolo per la vita, e invece mi trovavo ai bordi di un burrone sul quale vivevo affacciato e terrorizzato.

Dalle guerre e dai bombardamenti si cerca di prendere le distanze, si cercano rifugi e si attende il passare del tempo per poter alzare le tende e allontanarsi dalle macerie.

Pensavo che fosse stato sufficiente lasciare quella casa e che fuori fossero solo fiori e festival della canzone.

Ma era pan per focaccia.

La dinamica del ricatto emotivo, del "se no..." era sempre in attività, un "maitre à penser", una manipolazione mentale che andava in "ON" non appena veniva a realizzarsi una relazione in cui l'affettività e l'emotività relazionale veniva ad assurgere a intensità da cui dipendeva il buon o cattivo umore.

Un modo di relazionarsi mafioso. O fai cio che che ti dico e chiedo o muori.

Una relazione subdola, meschina, umiliante per chi si sente in minoranza e difetto, con il quale l'altro importante pensa di poter disporre forte della conoscenza che ha dei sentimenti in gioco.

Amore e approvazione. Si sa che in gioco ci sono queste variabili e si usano come arma di ricatto, un potere da giocare e portare dalla propria parte.

Genitori sui figli, amanti, genitori separati con figli.

Il gioco è fatto.

Ed è un vero e proprio RACKET RELAZIONALE.

Un vero e proprio abuso relazionale.

Pian piano si fa sentire che tutto dipende da te.

Il buono e cattivo tempo.

"Da quando sei andato via la nostra famiglia è crollata" (la mia gemella dopo la mia laurea).

"Scordatelo" (la mamma di mio figlio chiedendomi un mantenimento impossibile da assicurare).

"Perché intendiamoci Tommasini, se la richiesta viene fatta ripetutamente, con il ricatto di non vedere più suo figlio, siamo nella prefigurazione, almeno, del reato di TENTATA ESTORSIONE" (il miglior avvocato penalista in circolazione in risposta al racconto della "trattativa" del mantenimento nel momento in cui mio figlio ha espresso la legittima esigenza di stare "anche" con la mamma, fina ad allora figura materna latitante).

Persone fondamentali, che fanno parte della vita.

La propria.

Quella che si ama.

Ma non tutto nel bosco è mirtilli, more, lamponi e fragoline.

Ci sono le spine. 

Tante.

Lupi affamati.

E allora tutte le mattine mi chiedo "a che punto siamo?'

Mi alzo.

Mi lavo la faccia, mi guardo allo specchio e penso.

"Andiamo a vedere se può andare meglio, al di fuori di qui è Come Quando Fuori Piove".

C. Q. F. P. Cuori, Quadri, Fiori, Picche. Una partita a carte.

Da giocare onestamente, sperando di incontrare compagni di gioco altrettanto onesti.

Poco importa il risultato finale.

Fa la differenza l'intenzione.

E la voglia di vivere.


RACKET (prima definizione da ricerca google)

Organizzazione della mala vita diretta all'estorsione intimidatoria e violenta di denaro o altri vantaggi a persone apparentemente consenzienti. 

Giovanni Tommasini

GIOVANNI TOMMASINI SU AMAZON






domenica 3 settembre 2023

Sentimenti, percezioni, sensazioni... i ricordi che scorrono alla velocità della luce...

 


L'amor proprio e come mi ha salvato la vita.

Come vivere consapevolmente, storicizzare e neutralizzare, i prodromi del #panico.

PANICO BEN TEMPERATO
Il Libro e l'Ebook su Amazon 

https://amzn.eu/d/issNzNn

La presentazione a cura di Maria Teresa De Donato.

Sentimenti, percezioni, sensazioni... i ricordi che scorrono alla velocità della luce, così come altrettanto acuta è la sofferenza vissuta, accumulata e che ha attanagliato per decenni.

Lo stile è scorrevole, poetico e altrettanto intenso. Ogni parola ed espressione sono accuratamente ricercate, proprio come avrebbe fatto un Pittore per trovare la tonalità più adatta per rappresentare ogni minimo dettaglio del quadro che avrebbe realizzato: un quadro triste anche se, paradossalmente, di una bellezza struggente.

Il linguaggio, come in ogni produzione letteraria di Giovanni Tommasini, Autore di Panico ben temperato, è armonico e al tempo stesso accompagnato da una profondità di pensiero, capacità di analisi e da altrettanta emotività che lui cerca a volte di tenere a bada e altre la lascia straripare dagli argini mentre la sua mente si immerge completamente nei ricordi: il tutto e il nulla, la perfezione e l’inferno, la gioia e la più atroce sofferenza, tutto e il contrario di tutto è il cocktail di cui si è nutrito e che ha rappresentato la sua infanzia e adolescenza – terrificante e straordinariamente attraente... una droga tossica di cui liberarsi e senza la quale non si poteva, tuttavia, vivere.

C’è una risposta a tutte le nostre domande e soprattutto a quella legata al ‘Perché’ di tanta sofferenza, delle tante botte e violenze subite proprio da chi avrebbe dovuto proteggerci, difenderci e amarci?

Probabilmente no. Ognuno ha fatto ciò che era in grado di fare. Se fosse stato capace di fare di meglio, di amare se stesso e proiettare altrettanto amore sui figli, di tenere a bada i proprio demoni interiori lo avrebbe fatto.

Le prime recensioni da parte dei lettori.

https://giovannitommasiniscrittore.blogspot.com/2023/08/panico-ben-temperato-recensioni-di.html

L’Amore, i sogni, le delusioni, la ricerca di se stessi e, soprattutto, il recupero di se stessi che porti a vivere una Vita degna di essere definita tale, sono i temi predominanti di questo memoir di Giovanni Tommasini. Contemporaneamente, la presa di coscienza e il fare i conti con la propria emotività e sensibilità diventano strumento di liberazione e guarigione da un passato sofferto e che non permetteva di ‘prendere il volo’ e di godere appieno delle bellezze della Vita.

Panico ben temperato è un libro stupendo la cui lettura consiglio a tutti, scritto da un Autore ed Educatore in grado di rapportarsi con il pubblico di lettori, così come con ogni suo interlocutore, grazie a una profondità di pensiero, estrema sensibilità e immensa empatia per l’altrui sofferenza.

PANICO BEN TEMPERATO: l'incipit. 
Su #Amazon https://amzn.eu/d/issNzNn

Emozionato, 

appassionato, 

avendo presente l'inizio, la direzione, senza saperne lo sviluppo e la fine, 

accettandone con gioia la fatica, 

scrivo con occhi asciutti, 

accarezzando l'erba ancora presente, in luoghi nascosti ai più, 

nella mia anima, 

le mie pagine d'amore per mio figlio, 

per credere sempre più che la bellezza della vita 

sia nell'accoglienza delle fatiche quotidiane, 

nella ricerca delle parole 

per renderle vivibili.




lunedì 28 agosto 2023

Storie di quotidiana resilienza.

 





L'ebook 

PANICO BEN TEMPERATO 

su AMAZON 

L'amor proprio e come mi ha salvato la vita.

Come vivere consapevolmente, storicizzare e neutralizzare i prodromi del panico.
Ci sono in noi esperienze passate che se non recuperate vanno in automatico ad alimentare tutto ciò da cui siamo scappati. Può rappresentare la sfida di una vita l'affrontare coraggiosamente quell'altrove che tutto vorremmo piuttosto che incontrare e rivivere. Paradossalmente più rimandiamo questo appuntamento più il nostro corpo ci chiederà, nelle forme più diverse e deflagranti, di riprendere a ritroso il cammino.
Il panico può essere nostro alleato, il corpo chiede di fermarsi per trovare "le parole per viverlo".
Siamo fuggiti da quella casa, quelle case, anche se i loro protagonisti continuano a dominare su noi stessi.
Si può tornare, entrare, mettersi in contatto, coraggiosamente trovare le parole per tradurre un'antica male dizione per riprendere, stavolta e per sempre, il cammino, nel sentiero della bene dizione.

„Gli dei di una volta, perso l'incanto e assunte le sembianze di potenze impersonali, escono dai loro sepolcri, aspirano a dominare sulla nostra vita e riprendono la loro lotta eterna.“ — Max Weber

L'immagine di copertina dal titolo EXP_0152.RAW è stata realizzata da Maurizio Sapia.

Il Libro su Amazon 







Hai mai pensato di avere in te la sostanza per cambiare la tua vita, per sempre?

Un diario di viaggio che puoi decodificare, leggere e riscrivere?

Lo sai che è possibile diventare gli autori della propria vita e i padroni del proprio destino?

Lo sai che il passato, le sofferenze vissute, possono rappresentare ottimi alleati e preziose possibilità per trasformare una male-dizione in una bene-dizione?

UNA VITA SENZA, una storia di quotidiana resilienza, è una testimonianza di vita e di dialogo interiore, che ti aiuterà a cercare e trovare in te stesso la voglia di vivere dimenticata e le parole per esprimerla e viverla pienamente

UNA VITA SENZA: Una storia di quotidiana resilienza

Su Amazon

https://amzn.eu/d/0RyDATn 

Tutti i libri della collana Amazon
"PAGINE D'AMORE PER MIO FIGLIO"






Perché vivevo il tennis.
Cioè la vita vissuta, prima di esserne definitivamente rapito.
Otto campi da tennis, un salice piangente che ti accoglieva all’uscita del bar di fronte ai due campi centrali, sempre pronto ad accogliere chi avesse bisogno di una pausa dal sole e dalle fatiche che quella terra rossa pretendeva... il paradiso terrestre ai miei piedi.

TERRA BATTUTA
Essere vivi e scendere a rete. Questa la felicità.

Il libro su Amazon:

Un omaggio e ringraziamento al tennis e i suoi protagonisti e cantori.

Una breve presentazione:

In TERRA BATTUTA il tennis viene ad assumere il tono di una allegoria e un inno alla vita.

Lo sfondo e il pre testo sul quale narrare una storia di vita apparentemente ingiocabile, all'interno della quale cercare, trovare e aprire, quello scrigno in cui sono custoditi i momenti migliori vissuti, alle volte dimenticati, ma sempre in noi.

Sogni, miti, passioni, nel ricordo delle imprese degli eroi di questo meraviglioso sport e dei suoi due più mirabili cantori.

Impronte preziose da portare alla consapevolezza,

Per far risplendere, in tutti noi, quella luce che ha permesso di credere che la vita si può giocare, scendendo a rete, con la voglia di affrontare la realtà che l'Altro ci riproporrà nella risposta al nostro servizio di rimessa in gioco.

GIOVANNI TOMMASINI SU AMAZON





Il libro su Amazon 

L'Ebook su Amazon 


Un muro bianco, di fronte a me un bambino bellissimo con un bacchetta da direttore d'orchestra in mano, perso nel silenzio, in una melodia che solo lui percepiva.
Ai piedi del suo letto, di fronte a me le sue gesta per incoraggiare chi non seguiva la sua direzione, e sgridare chi stonava e non lo capiva, l'aria era offesa dalle sue sferzate per rendere la sinfonia sempre più coinvolgente.
Un'esperienza rara come una ferita, stavo iniziando a percepire la musicalità di quel silenzio, fecondato dalla sua disperata voglia di essere un unica cosa con quello spazio e quel tempo.
Questo bambino bellissimo...
Impegnarsi, perdersi nella musicalità del silenzio falciato dalle sue stilettate, i suoi movimenti nell’aria dolci e, improvvisamente, violenti. La sua “bacchetta magica”.
Non stavo male.
Non subivo il dramma dell’incapacità di vivere “normalmente”. Accettavo con amore l’'essere' di Cesare. Mi sentivo naturalmente vicino a lui.
Quelle ore le vivevo totalmente.
Mi sentivo fortunato: guardavo lui, vedevo me. Anche a me non era mai importato altro.

Ognuno il suo mondo.

Ma il problema era proprio come stare al mondo, visto che ci era stato insegnato un unico modo: la sopravvivenza con tutto ciò che ci sta intorno.

E il resto?
Eravamo noi.



L'ULTIMA LETTERA ALLA MIA PRIMA FIDANZATA


GIOVANNI TOMMASINI SU AMAZON

Il libro su Amazon Prime

Ebook su Amazon Kindle Unlimited

La felicità non si vive, si ricorda.
Un libro, questo, che va letto con il cuore completamente aperto.
L’autore fin dalle prime frasi ci spalanca con incantevole maestria ad una sensibilità estrema e delicata, che va letta come una lunga cantilena in cui farsi avvolgere dalla sensazioni e riporre noi stessi mentre la leggiamo.



Le pagine alternano la consapevolezza matura- derivante dalla conoscenza del tempo che è stato- alla dolce ingenuità dei sogni- strascico dell’incoscienza di un tempo che si spera mai passato, quello della nostra gioventù- in un assolo di voce maschile che rincorrere quella femminile, ricordando Michela.


lunedì 21 agosto 2023

Panico ben temperato. Recensioni di Maria Teresa De Donato e Francesca Gabrielli.

  




GIOVANNI TOMMASINI SU AMAZON



L'ebook su AMAZON 


Recensione di Maria Teresa De Donato

Sentimenti, percezioni, sensazioni... i ricordi che scorrono alla velocità della luce, così come altrettanto acuta è la sofferenza vissuta, accumulata e che ha attanagliato per decenni.

Lo stile è scorrevole, poetico e altrettanto intenso.  Ogni parola ed espressione sono accuratamente ricercate, proprio come avrebbe fatto un Pittore per trovare la tonalità più adatta per rappresentare ogni minimo dettaglio del quadro che avrebbe realizzato: un quadro triste anche se, paradossalmente, di una bellezza struggente.

Il linguaggio, come in ogni produzione letteraria di Giovanni Tommasini, Autore di Panico ben temperato, è armonico e al tempo stesso accompagnato da una profondità di pensiero, capacità di analisi e da altrettanta emotività che lui cerca a volte di tenere a bada e altre la lascia straripare dagli argini mentre la sua mente si immerge completamente nei ricordi: il tutto e il nulla, la perfezione e l’inferno, la gioia e la più atroce sofferenza, tutto e il contrario di tutto è il cocktail di cui si è nutrito e che ha rappresentato la sua infanzia e adolescenza – terrificante e straordinariamente attraente... una droga tossica di cui liberarsi e senza la quale non si poteva, tuttavia, vivere.

C’è una risposta a tutte le nostre domande e soprattutto a quella legata al ‘Perché’ di tanta sofferenza, delle tante botte e violenze subite proprio da chi avrebbe dovuto proteggerci, difenderci e amarci?

Probabilmente no.  Ognuno ha fatto ciò che era in grado di fare.  Se fosse stato capace di fare di meglio, di amare se stesso e proiettare altrettanto amore sui figli, di tenere a bada i proprio demoni interiori lo avrebbe fatto.

L’Amore, i sogni, le delusioni, la ricerca di se stessi e, soprattutto, il recupero di se stessi che porti a vivere una Vita degna di essere definita tale, sono i temi predominanti di questo memoir di Giovanni Tommasini.  Contemporaneamente, la presa di coscienza e il fare i conti con la propria emotività e sensibilità diventano strumento di liberazione e guarigione da un passato sofferto e che non permetteva di ‘prendere il volo’ e di godere appieno delle bellezze della Vita.

Panico ben temperato è un libro stupendo la cui lettura consiglio a tutti, scritto da un Autore ed Educatore in grado di rapportarsi con il pubblico di lettori, così come con ogni suo interlocutore, grazie a una profondità di pensiero, estrema sensibilità e immensa empatia per l’altrui sofferenza.



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"PAGINE D'AMORE PER MIO FIGLIO


Recensione di Francesca Gabrielli. 

Il libro offre una profonda e toccante introspezione nella vita dell'autore, che ha affrontato numerose difficoltà tra violenze subite da bambino, la perdita della madre durante la pandemia e la lotta per suo figlio. Si tratta di episodi dolorosi, ma l'autore riesce a raccontarli con una grande sensibilità e, a tratti, anche con una nota di leggerezza e ironia.

Un aspetto fondamentale del libro è il percorso di supporto psichiatrico che l'autore ha intrapreso per gestire il proprio panico e dolore. Questo decennale cammino viene descritto in modo dettagliato, mostrando i successi e gli insuccessi nel trovare un equilibrio nella sua vita.

Uno dei momenti più intensi del libro è l'addio alla madre, avvenuto durante il periodo di lockdown dovuto alla pandemia. L'autore riesce a trasmettere tutto il suo dolore e cordoglio attraverso splendide parole e riflessioni, citando anche il finale del film "La messa è finita" di Nanni Moretti che aggiunge una dimensione emotiva ancora più profonda al racconto.

Un altro elemento interessante e originale del libro è il dialogo "immaginario" tra l'autore e Fabio Fazio, noto conduttore televisivo italiano. Questo dialogo si sviluppa in modo inaspettato, delicato e divertente, con i due personaggi che si scambiano i ruoli e si muovono come ballerini tra citazioni di noti cantautori italiani. Questa scelta narrativa aggiunge dinamicità e vivacità al libro.

Infine, è impossibile non menzionare la forte dichiarazione d'amore dell'autore nei confronti del figlio. Questo sentimento traspare nelle vicissitudini raccontate e nei momenti difficili affrontati dall'autore. È un elemento determinante che conferisce un senso di speranza e di forza al libro nel suo complesso.. La sua scrittura è sincera ed empatica, trasmettendo al lettore tutta l'angoscia e la frustrazione che accompagnano la separazione dei genitori e la lotta del padre per riavere suo figlio.

L'amore del padre per il figlio è il filo conduttore di tutto il racconto. Nonostante le difficoltà e l'ostacolo rappresentato dalla madre che segnala il padre ai servizi sociali, l'amore del protagonista fa da traino e lo spinge a non arrendersi mai. Si percepisce una forza e una determinazione incredibili, che lo aiutano ad affrontare anche il periodo drammatico della CTU, consulenza tecnica d’ufficio con il consulente del tribunale insieme al figlio, con grande coraggio.

La burocrazia viene descritta secondo il pensiero kafkiano come una sorta di entità sovrannaturale che potrebbe determinare i destini delle persone.Ma è solo una provocazione per rimarcare come siano la cattiveria, il tornaconto, la volontà di incutere paura e minacciare delle persone a mettere in.moto la burocrazia. L'autore, con grande maestria, riesce a far emergere tutta la gamma di emozioni che attraversano il protagonista: l'angoscia, la rabbia, la disperazione, la speranza. Si avverte un senso di confusione e smarrimento, tipico delle persone che si trovano in situazioni irrisolte delle quali rischiano di essere ostaggi anche per sempre. Non ci sono facili soluzioni o finali felici in questa storia, ma questa mancanza di risoluzione è decisamente realistica e rende il racconto ancora più potente.

La scrittura dell'autore è coinvolgente e toccante. Ogni pagina è intrisa di sentimento, di passione e di una profonda empatia. Il suo stile è delicato ma incisivo, capace di catturare l'attenzione del lettore fin dalle prime righe.

Consiglio vivamente questo libro a chiunque sia interessato a una lettura toccante e realistica sulla forza dell'amore e sulla difficoltà di affrontare l'esistenza, a chi sia interessato a profonde riflessioni sulla vita e sulla resilienza umana.


Maria Teresa De Donato, Ph.D.

Author, Freelance Journalist, Blogger, Naturopath

http://holistic-coaching-dedonato.blogspot.com/

http://www.dedoholistic.com (NOTE: Make sure there is no "S" in the URL)

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Hai mai pensato di avere in te la sostanza per cambiare la tua vita, per sempre?

Un diario di viaggio che puoi decodificare, leggere e riscrivere?

Lo sai che è possibile diventare gli autori della propria vita e i padroni del proprio destino?

Lo sai che il passato, le sofferenze vissute, possono rappresentare ottimi alleati e preziose possibilità per trasformare una male-dizione in una bene-dizione?

UNA VITA SENZA, una storia di quotidiana resilienza, è una testimonianza di vita e di dialogo interiore, che ti aiuterà a cercare e trovare in te stesso la voglia di vivere dimenticata e le parole per esprimerla e viverla pienamente

UNA VITA SENZA: Una storia di quotidiana resilienza

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Perché vivevo il tennis.
Cioè la vita vissuta, prima di esserne definitivamente rapito.
Otto campi da tennis, un salice piangente che ti accoglieva all’uscita del bar di fronte ai due campi centrali, sempre pronto ad accogliere chi avesse bisogno di una pausa dal sole e dalle fatiche che quella terra rossa pretendeva... il paradiso terrestre ai miei piedi.

TERRA BATTUTA
Essere vivi e scendere a rete. Questa la felicità.

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Un omaggio e ringraziamento al tennis e i suoi protagonisti e cantori.

Una breve presentazione:

In TERRA BATTUTA il tennis viene ad assumere il tono di una allegoria e un inno alla vita.

Lo sfondo e il pre testo sul quale narrare una storia di vita apparentemente ingiocabile, all'interno della quale cercare, trovare e aprire, quello scrigno in cui sono custoditi i momenti migliori vissuti, alle volte dimenticati, ma sempre in noi.

Sogni, miti, passioni, nel ricordo delle imprese degli eroi di questo meraviglioso sport e dei suoi due più mirabili cantori.

Impronte preziose da portare alla consapevolezza,

Per far risplendere, in tutti noi, quella luce che ha permesso di credere che la vita si può giocare, scendendo a rete, con la voglia di affrontare la realtà che l'Altro ci riproporrà nella risposta al nostro servizio di rimessa in gioco.

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Un muro bianco, di fronte a me un bambino bellissimo con un bacchetta da direttore d'orchestra in mano, perso nel silenzio, in una melodia che solo lui percepiva.
Ai piedi del suo letto, di fronte a me le sue gesta per incoraggiare chi non seguiva la sua direzione, e sgridare chi stonava e non lo capiva, l'aria era offesa dalle sue sferzate per rendere la sinfonia sempre più coinvolgente.
Un'esperienza rara come una ferita, stavo iniziando a percepire la musicalità di quel silenzio, fecondato dalla sua disperata voglia di essere un unica cosa con quello spazio e quel tempo.
Questo bambino bellissimo...
Impegnarsi, perdersi nella musicalità del silenzio falciato dalle sue stilettate, i suoi movimenti nell’aria dolci e, improvvisamente, violenti. La sua “bacchetta magica”.
Non stavo male.
Non subivo il dramma dell’incapacità di vivere “normalmente”. Accettavo con amore l’'essere' di Cesare. Mi sentivo naturalmente vicino a lui.
Quelle ore le vivevo totalmente.
Mi sentivo fortunato: guardavo lui, vedevo me. Anche a me non era mai importato altro.

Ognuno il suo mondo.

Ma il problema era proprio come stare al mondo, visto che ci era stato insegnato un unico modo: la sopravvivenza con tutto ciò che ci sta intorno.

E il resto?
Eravamo noi.



L'ULTIMA LETTERA ALLA MIA PRIMA FIDANZATA


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La felicità non si vive, si ricorda.
Un libro, questo, che va letto con il cuore completamente aperto.
L’autore fin dalle prime frasi ci spalanca con incantevole maestria ad una sensibilità estrema e delicata, che va letta come una lunga cantilena in cui farsi avvolgere dalla sensazioni e riporre noi stessi mentre la leggiamo.



Le pagine alternano la consapevolezza matura- derivante dalla conoscenza del tempo che è stato- alla dolce ingenuità dei sogni- strascico dell’incoscienza di un tempo che si spera mai passato, quello della nostra gioventù- in un assolo di voce maschile che rincorrere quella femminile, ricordando Michela.