Ma i veri viaggiatori partono per partire e
basta: cuori lievi, simili a palloncini che solo il caso muove eternamente,
dicono sempre “Andiamo”, e non sanno perché.I loro desideri hanno le forme delle nuvole. Charles Baudelaire
LA SCRITTURA EMOTIVA
Una guida, un manuale da tenere con sè, un dizionario delle emozioni. Definitivo. Per tradurre il vissuto, le immagini, il prodotto chimico- emotivo, in noi. Per comporre il testo da restituire sulla pagina, narrare quell'alveo, l'esperito, che viviamo ma non riusciamo ad esprimere, ripercorrere. Per colmare la distanza tra la vita e il vivere. Due realtà apparentemente inconciliabili. In Emozioni e Parole troverai un percorso da fare assieme, passo dopo passo, per sentire e capire, leggere e scrivere, in un dialogo sempre attivo tra l'esperienza, in questo caso la lettura del testo e ciò che viene richiamato dalle profondità del nostro essere. Per aprire quello scrigno dimenticato, ma in noi, nel quale sono state salvate le pietre preziose che, tradotte in parole, permetteranno di creare l'autenticità della narrativa. Per sciogliere una male-dizione in una bene-dizione. Leggere rende liberi, scrivere felici. Quando avrai finito di vivere questo percorso di creazione della "scrittura emotiva" avrai capito il perchè.
Il sommario del saggio
I passi della realizzazione della scrittura emotiva, un viaggio interiore da restituire per proporre il percorso al lettore. Da fare assieme:
I racconti di Giovanni Tommasini su Baseballmania
Arrivarono i primi commenti dai lettori.
Così mi presentarono la “mission”
GIOVANNI TOMMASINI SU AMAZON
Libri e EBooks da una realtà dimenticata. Quella del "NOI", degli abbracci, delle passeggiate mano nella mano, gli occhi negli occhi dell'Altro.
Premesse
introduttive
Il mio
scrivere è un percorso lungo nel quale il momento in cui mi metto alla tastiera
non è che la penultima tappa prima dell'arrivo a fine corsa..
La partenza:
l’esperito quotidiano.
Il passo successivo:
la messa a fuoco di un senso in ciò che sto vivendo, ho vissuto, vorrei vivere.
Viene a
configurarsi in me la necessità di esprimere un concetto.
Dare un nome
e articolare un discorso sulla sensazione che poco prima ha dato una scossa ai
miei pensieri sino ad allora tranquillamente messi in stand-by dalla tranquilla
routine quotidiana e che la realtà mi propone e della quale non posso più
rimandarne la comprensione.
Il concetto
va a collegarsi con ricordi, vissuti, racconti, eventi, in automatico.
La memoria a
questo punto elicita emozioni.
Sentimenti
che sono propri dell'immaginario che il vissuto di partenza ha messo in luce.
E’ un
movimento eminentemente interiore.
L’inizio e
la fine di tutto in un unico momento, la terra di mezzo sarà da scoprire, il
senso che noi diamo al nostro essere in gioco, un misto da scomporre e mettere
in forma discorsiva, per realizzare scenari sempre più vivibili per il nostro
procedere.
“ Tu
lo sai cosa sono i fasiani?
No. Cosa
sono?
Uccelli.
Uccelli che provano tutte le emozioni in un solo istante. Quando cantano
esprimono amore e rabbia e paura e gioia e tristezza tutto insieme, mescolato
in un unico suono magnifico! Quando gli capita di incontrare l’amore della loro
vita sono al tempo stesso felici e tristi. Felici perché capiscono di essere di
fronte all’inizio, ma tristi perché in fondo sanno che è già finita.”
Astrid
Bergès-Frisbey
Micheal Pitt
– Ian
Progetto che
esprime la volontà di restituire storie di vita paradigmatiche in forma
semplice, all'interno di un racconto interessante, che le rappresenti nel
migliore e più ampio dei modi.
Un percorso
proprio dell’esperienza quotidiana, un “qui e ora” che va a collegarsi con il “la
e allora” che “salvo” e mi propongo di tradurre, riproporre e restituire.
Pressante in
me la necessità di esprimere pienamente tutto ciò.
Inserisco la
variabile del tempo, mi concedo momenti di “riflessioni”, apro in me finestre
che salvano e lasciano in quiescenza il concetto che ho intravisto e che
l’esperienza mi ha messo di fronte, poi entrato in me, vagando nel mio mondo
interiore.
Un lento
“decantare” in attesa di “vedere” le parti ben rappresentate e sempre più
“chiare”.
La sensibilità è una condanna ma ti consente
di cogliere migliaia di colori in un
viaggio in bianco e nero.
Michelangelo Da Pisa
Esperienza
Tutti i luoghi che ho visto,
che ho visitato,
ora so – ne sono certo:
non ci sono mai stato.
Giorgio Caproni
A questo
punto nasce una necessità “fisiologica” di restituire, “scaricare”, in forma di
parole questo vero e proprio “prodotto” che è un misto d’intellettualità,
emotività razionalità, e può essere rappresentato in forma di parole, racconto,
narrazione.
Mi metto
allora a scrivere senza pensare inizialmente alla corretta espressione, ma
ascoltando, accogliendo, accettando questo “prodotto” emozionale fatto di un
concetto di partenza sottostante a tutto, ricordi, emozioni e sentimenti che
danno “vitalità” al vissuto che tutto ciò ha elicitato.
…perch’io, che nella notte abito solo,
anch’io, di notte, strusciando un cerino sul muro, accendo cauto una candela
bianca nella mia mente – apro una vela timida nella tenebra, e il pennino
strusciando che mi scricchiola, anch’io scrivo e riscrivo in silenzio e a lungo
il pianto che mi bagna la mente….
Giorgio Caproni
Non siamo
che alla metà del percorso che dovrà portarmi alla stesura finale del testo
“pubblicabile”.
Collegata a
questo metodo che io definisco “scrittura emotiva”, è la tecnica
“citazionistica” che entrerà in aiuto nella fase di “revisione” del testo,
fondamentale per definire il mio rapporto con i lettori.
Metto in
campo i miei “amici elettivi”, autori che ho chiamato in soccorso nella
solitudine della mia crescita, pomeriggi sconfinati in una casa di soli libri,
sogno ancora in atto che non ho nessuna intenzione di interrompere..
Questo il
percorso che mi porta alla tastiera.
Un ultimo
passaggio sarà necessario.
Eliminare
ogni mio protagonismo dal testo per far entrare in campo chi andrà a leggere le
mie pagine.
Il loro
quotidiano, in questo caso la “lettura” delle mie pagine, li porterà,
inconsapevolmente a ripercorrere una medesima esperienza.
Le mie
parole, i loro concetti, ricordi, emozioni.
Il cerchio
si chiude.
Come
ottenere questa “reazione” da parte di chi leggerà il mio “testo emotivo”?
Predisporre
i presupposti per l’imbarco e fare assieme lo stesso viaggio?
Ognuno sul
proprio spartito.
La vita è un viaggio, e quelli che non
viaggiano ne leggono solo una pagina.
Agostino d’Ippona
Viaggiare è come sognare: la differenza è che
non tutti, al risveglio, ricordano qualcosa, mentre ognuno conserva calda la
memoria della meta da cui è tornato.
Edgar Allan Poe
La versione
finale sarà da riproporre ripulita da ogni mia presenza, protagonismo, il testo
ripulito da ogni possibile “condizionamento”, il lettore non dovrà mai sentirsi
condotto, in soggezione, da parte dello scrivente.
Necessario
eliminare mie spiegazioni, interpretazioni, dimostrazioni di “intelligenza”, lasciando
“sul terreno” solo la narrazione, il puro racconto, le emozioni, come quei
disegni in cui sono presenti solo i contorni, così da lasciare il lettore
libero di colorare partendo da se stesso, dal proprio immaginario interiore, le
mappe emotive-concettuali rappresentate.
L’arte di scrivere consiste nel far
dimenticare al lettore che ci stiamo servendo di parole.
Henri Bergson, L’anima e il corpo
(conferenza), 1912
Questo
“lavorio” mi coinvolge totalmente nel corso della mia esperienza quotidiana.
Soffermarmi
su concetti che fanno da “start” a tutto ciò che ho appena descritto.
La lettura è piacere e gioia di essere vivo o
tristezza di essere vivo, e soprattutto è conoscenza e domande.
Roberto Bolano, 2004, (postumo)