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martedì 2 aprile 2024

SINNER È UN RACCONTO MERAVIGLIOSO

Sinner non è solo tennis, ma una "parabola" sportiva e esistenziale da restituire alle nuove generazioni.



Impegno, sacrificio, fatica, coraggio, scelte da sostenere nella consapevolezza di averle fatte per affrontare meglio il futuro.


Lo sguardo sempre rivolto in avanti, senza farsi distrarre dalle inevitabili critiche, forti della fiducia di avere in mano il timone del proprio destino.

Tutto ciò sta dimostrando questo campione.

Nella vita si può essere padroni e autori del proprio cammino, a prescindere dai risultati, credendoci sempre.

Ed è solo all'inizio della sua carriera sportiva.

Riscriverà la storia del tennis italiano, anche se ha dichiarato che a lui importa la sua di storia, e va rispettato e capito in questo.

Ha già sconfitto più volte il predestinato.

Alcaraz.

Il futuro sarà nelle loro corde.

E' diventato il numero due del mondo nel massimo circuito professionistico del tennis.

L'unico italiano nella storia.

Com'è arrivato a questi risultati storici il tennista altoatesino?

Se ripercorriamo la carriera degli ultimi anni, dal suo esordio nel circuito professionistico ad oggi, è possibile delineare alcune caratteristiche che andrebbero restituite e proposte in tutte le scuole, a chi si sta ponendo domande su come riuscire a diventare autori del proprio destino, e a chi si sta affacciando alla vita, prima di esserne per sempre rapito.

SINNER HA FATTO DELLE SCELTE, PERSONALI, E LE HA PERSEGUITE.

Scegliere non è semplice, gratis, e soprattutto è faticoso.

Immaginarsi un percorso, creare un progetto e porsi degli obiettivi da raggiungere. 

Nel circuito ATP tutti si approcciano in questo modo, ognuno scegliendo il proprio percorso, intraprendendo un cammino, accettandone la fatica, nel tentativo di raggiungere risultati.

E' possibile trarre insegnamenti preziosi dall'esempio che ogni giorno, ogni partita, ogni torneo perso e vinto, da campioni quali Sinner, Alcaraz, e tutti coloro che intraprendono una carriera professionistica, esprimondo con il loro incedere la voglia di vivere nell'agone dell'agonismo quotidiano.

Come se avessero inizialmente risolto e risposto definitivamente ad una domanda madre?

Ho talento, posso conseguire risultati, cosa faccio?

Non scelgo nulla, e mi tengo la sicurezza che nulla raggiungerò, o mi metto in gioco, in crisi, accettando e vivendo la fatica del disequilibrio, il dubbio di non riuscire, le iniziali sconfitte di gran lunga superiori alle vittorie, ma scelgo di provarci?

Perché nella vita la differenza la fa l'intenzione, la disponibilità a stare il più possibile nel dubbio, a vivere l'incertezza come una possibilità di arricchimento, crescita, scoperta, di se stessi e delle possibilità che la vita, la realtà, propone nel nostro incedere quotidiano.

Sinner ha scelto di mettersi in crisi, di non accontentarsi di una carriera sicura tra i primi 30, 20, al mondo, di immaginare, creare in sè il percorso più difficile, come riuscire ad abbattere muri in successione.

"Voglio riuscire a battere i top ten" un giorno disse, rendendosi conto che era sulla soglia dei primi dieci al mondo e se rimaneva a fare sempre le stesse cose non sarebbe mai riuscito ad entrare nell'olimpo dello sport che gli stava dando delle possibilità.

Ha fatto delle scelte, coraggiose, criticate da molti, ma convinto che almeno avrebbe avuto il ricordo di averle fatte, averci provato, a prescindere dall'incertezza dei risultati.


Mettendo sul piatto, oltre che la disponibilità a creare disequilibri, a mettersi in crisi appunto, anche un altra qualità fondamentale per sperare di riuscire nei propri intenti.

La consistenza a prescindere dalle contingenze.

Una linea, un filo, da tenere sempre presente, una rotta da avere di fronte, come un orizzonte da perseguire, prendere, con il timone ben fermo tre le proprie mani, a prescindere dalle cadute, rialzandosi ogni volta con il pensiero del percorso da perseguire.

Tappe di un personale Tour de France, con un arrivo finale ancora molto lontano, vista la giovane età.

Sinner esprime la pedagogia del "viaggio dell'eroe" che Vogler ha ben spiegato.

Un canovaccio novecentesco che pare ormai dimenticato, ognuno di noi, genitori e figli, persi in uno schermo di un device.

La disponibilità a rimanere in gioco, a frequentare due piattaforme social ormai senza più follower. 

L'Altro e la Realtà.

L'avversario è la pallina che ti ritorna.

Uno slancio rischioso, faticoso, affascinante.

La possibilità di toccare con mano e vivere la felicità.

L'avversario, l'Altro, la pallina, la Realtà.

Due prospettive, due altrove, da rispettare e amare, nella misura in cui altro non sono che le vie maestre per realizzare se stessi.

Per essere, nelle sconfitte e nelle vittorie, gli autori e i padroni del proprio destino.

"Si può iniziare in ogni momento una nuova vita, come fosse la prima volta, e rinascere ad ogni lancio di pallina per riproporsi e andare a vivere ogni volta un sogno diverso.

Frammento da TERRA BATTUTA

Essere vivi e scendere a rete.

Questa la felicità. (disponibile su Amazon)



Per tutti gli appassionati di sport e, in particolare, di tennis il libro TERRA BATTUTA.

Disponibile su #Amazon in versione #ebook, #libro copertina flessibile o rigida.

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In TERRA BATTUTA il tennis viene ad assumere il tono di una allegoria e un inno alla vita.

Lo sfondo e il pre testo sul quale narrare una storia di vita apparentemente ingiocabile, all'interno della quale cercare, trovare e aprire, quello scrigno in cui sono custoditi i momenti migliori vissuti, alle volte dimenticati, ma sempre in noi.

Sogni, miti, passioni, nel ricordo delle imprese degli eroi di questo meraviglioso sport e dei suoi due più mirabili cantori.

Impronte preziose da portare alla consapevolezza.

Per far risplendere, in tutti noi, quella luce che ha permesso di credere che la vita si possa giocare, scendendo a rete, con la voglia di affrontare la realtà che l'Altro ci riproporrà nella risposta al nostro servizio di rimessa in gioco.

"Si può iniziare in ogni momento una nuova vita, come fosse la prima volta, e rinascere ad ogni lancio di pallina per riproporsi e andare a vivere ogni volta un sogno diverso.

Confrontarsi, lottare, a prescindere dal risultato finale. 

Dare il meglio per sperimentare diversi modi di affrontare il

 gioco, e ogni volta uscire dal campo con qualcosa in più, occhi diversi, respiro approfondito, con la voglia di andare a riproporsi e rimettersi a repentaglio.

John fu il primo a trasmettermi, attraverso le sue gesta e la singola espressione del suo tennis, la visione della vita che lo caratterizzava; uno sguardo cocciuto sul futuro, perché un’altra vita era possibile."

TERRA BATTUTA: Essere vivi e scendere a rete. Questa la felicità. (nuova edizione) 

Disponibile su #Amazon in versione #ebook, #libro copertina flessibile o rigida.

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giovedì 4 gennaio 2024

ARNALDI E MUSETTI. LA SOTTILE DIFFERENZA CHE PASSA TRA UNA SCONFITTA E UNA VITTORIA.

 





L'approdo eclatante di Arnaldi nel circuito ATP con la grande prestazione agli US OPEN 2023 ha fatto sobbalzare tutti gli appassionati di tennis dal divano. Dalle prime emozionanti prestazioni del giovane tennista sanremese alla vittoria sofferta su Popyrin e la successiva vittoria di Sinner con lo storico, indimenticabile, trionfo in Coppa Davis, abbiamo potuto godere e ammirare un tennista che pare abbia nel suo gioco il meglio di tutti i suoi connazionali che lo hanno di pochi anni preceduto nell'olimpo dei migliori tennisti al mondo.

Una ascesa vertiginosa che ancor più ha dimostrato che in ogni aspetto e attività della vita il solo talento non basta.

O meglio, ci sono diversi talenti da mettere assieme e pare che Arnaldi li abbia.

Per capire meglio la differenza che passa tra un atleta con il dna da "loser" e uno da "winner", purtroppo, viene in soccorso la parabola (speriamo solamente una fase della carriera che sarà dimenticata cammin facendo, torneo dopo torneo) "tennistica" del più talentuoso dei nostri eroi della Davis.

Musetti.


Leggi anche: 

Ormai da troppo tempo, in considerazione della giovane età, sta ottenendo i risultati che Fognini ha conseguito a fine carriera.

Un primo turno passato a fatica con giocatori a lui imparagonabili e, come successo anche ieri con tale Kotov, partite deludenti, inguardabili.

Un giocatore che pare accontentarsi di fare i più bei punti della partita, non più punti dell'avversario, con la conseguenza di andare a perdere partite, bestemmiando come non ci fosse un domani, imperdibili se non si nascondesse, posizionasse, con la schiena a pochi centimetri dalle tribune di fondo campo.

Leggi anche:

Sinner. Non solo tennis. La parabola e l'esempio di una persona che vive di scelte. 

https://giovannitommasiniparolemozioni.blogspot.com/2023/10/sinner-tennis-e-pedagogia-la-parabola.html

Una differenza direzionale si potrebbe dire tra Musetti e Arnaldi, letteralmente, uno in arretramento, l'altro in avanzamento.

Uno, Arnaldi, a testa alta verso il futuro, l'altro con la testa bassa in ritirata senza un sorriso, esprimendo tanta frustrazione, come non riuscisse a riprendere un filo, un discorso agonistico, che pare per il momento perso.

Arnaldi ha tanto da migliorare, in particolare le oscillazioni emotive, ma ad un gioco qualitativamente molto alto, ha sicuramente un dna da "fighter", come se ci fosse in lui il meglio di un lottatore come Sonego, e la qualità di Musetti.

Musetti dovrebbe prendere esempio, e, a mio modesto parere, senza mettere in dubbio le qualità di chi lo ha portato nei primi venti del mondo, investire su un coach di livello internazionale capace di vivere e gestire le pressioni del mondo professionistico al top delle classifiche mondiali.

Pena una carriera anonima con il rimpianto di cosa poteva essere e non è stato.

Arnaldi ha lo sguardo, la gioia di vivere, il sorriso, di chi va coraggiosamente verso il futuro, che sente di avere nelle sue corde.

Una differenza neanche tanto sottile, una sguardo opposto, che determina quel confine entro il quale la vittoria diventa una salita da tour de france, ma se oltrepassato e entrati sul terreno della "garra" dell'orgoglio di stare in campo, di proporsi, andare a rete per prendersi la felicità, può diventare il percorso ideale per costruire una carriera indimenticabile, e soprattutto, tra sconfitte e vittorie, senza rimpianti.

Come nel sottotitolo del mio libro TERRA BATTUTA, essere vivi e scendere a rete, questa la felicità.















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martedì 3 ottobre 2023

Sinner. Primo Slam. Non solo tennis. La parabola e l'esempio di una persona che vive di scelte.

 


Terra battuta su Amazon 

Aggiornamento...
SINNER HA VINTO IL
PRIMO SLAM
L'AUSTRALIAN OPEN

 abbiamo anche vinto la COPPA DAVIS, ANCHE E SOPRATTUTTO GRAZIE A...

SINNER
APPRODA ALLA FINALE DELLE FINALSATP 2022 DI TORINO

Sinner scriverà pagine importanti e indimenticabili nel #libro della storia del #tennis.

Non è solo tennis, ma una "parabola" sportiva e esistenziale da restituire alle nuove generazioni.

Impegno, sacrificio, fatica, coraggio, scelte da sostenere nella consapevolezza di averle fatte per affrontare meglio il futuro.

Lo sguardo sempre rivolto in avanti, senza farsi distrarre dalle inevitabili critiche, forti della fiducia di avere in mano il timone del proprio destino.

Tutto ciò sta dimostrando questo campione.

Nella vita si può essere padroni e autori del proprio cammino, a prescindere dai risultati, credendoci sempre.

Sinner ha abbattuto per la TERZA volta in poche settimane il muro di gomma chiamato Medvedev.
Finalmente. Ha vinto il decimo torneo ATP.
Ed è solo all'inizio della sua carriera sportiva.
Riscriverà la storia del tennis italiano, anche se ha dichiarato che a lui importa la sua di storia, e va rispettato e capito in questo.

Ha già sconfitto più volte il predestinato.

Il futuro sarà nelle loro corde.

Sinner ha battuto per la quarta volta Alcaraz.

E' diventato il quarto al mondo nel massimo circuito professionistico del tennis, conduce quattro match a tre sul fenomeno spagnolo, già numero uno al mondo, il più giovane di sempre sulla vetta della classifica ATP.

Com'è arrivato a questi risultati storici il tennista altoatesino?

Se ripercorriamo la carriera degli ultimi anni, dal suo esordio nel circuito professionistico ad oggi, è possibile delineare alcune caratteristiche che andrebbero restituite e proposte in tutte le scuole, a chi si sta ponendo domande su come riuscire a diventare autore del proprio destino, e a chi si sta affacciando alla vita, prima di esserne per sempre rapito.
SINNER HA FATTO DELLE SCELTE, PERSONALI, E LE HA PERSEGUITE.

Scegliere non è semplice, gratis, e soprattutto è faticoso.

Immaginarsi un percorso, creare un progetto e porsi degli obiettivi da raggiungere. 

Nel circuito ATP tutti si approcciano in questo modo, ognuno scegliendo il proprio percorso, intraprendendo un cammino, accettandone la fatica, nel tentativo di raggiungere risultati.

E' possibile trarre insegnamenti preziosi dall'esempio che ogni giorno, ogni partita, ogni torneo perso e vinto, campioni quali Sinner, Alcaraz, e tutti coloro che intraprendono una carriera professionistica, esprimono con il loro incedere per proporsi nell'agonismo quotidiano.

Come se avessero inizialmente risolto e risposto definitivamente ad una domanda madre?

Ho talento, posso conseguire risultati, cosa faccio?

Non scelgo nulla, e mi tengo la sicurezza che nulla raggiungerò, o mi metto in gioco, in crisi, accettando e vivendo la fatica del disequilibrio, il dubbio di non riuscire, le sconfitte di gran lunga superiori alle vittorie, ma scelgo di provarci?

Perché nella vita la differenza la fa l'intenzione, la disponibilità a stare in più possibile nel dubbio, a vivere l'incertezza come una possibilità di arricchimento, crescita, scoperta, di se stessi e delle possibilità che la vita, la realtà, propone nel nostro incedere quotidiano.

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Sinner ha scelto di mettersi in crisi, di non accontentarsi di una carriera sicura tra i primi 30 al mondo, di immaginare, creare in sè il percorso più difficile, come riuscire ad abbattere muri in successione.

"Voglio riuscire a battere i top ten" un giorno disse, rendendosi conto che era sulla soglia dei primi dieci al mondo e se rimaneva a fare sempre le stesse cose non sarebbe mai riuscito ad entrare nell'olimpo dello sport che gli stava dando delle possibilità.

Ha fatto delle scelte, coraggiose, criticate da molti, ma convinto che almeno avrebbe avuto il ricordo di averle fatte, averci provato, a prescindere dall'incertezza dei risultati.

Mettendo sul piatto, oltre che la disponibilità a creare disequilibri, a mettersi in crisi appunto, anche un altra qualità fondamentale per sperare di riuscire nei propri intenti.

La consistenza a prescindere dalle contingenze.

Una linea, un filo, da tenere sempre presente, una rotta da avere di fronte, come un orizzonte da perseguire, prendere, con il timone ben fermo tre le proprie mani, a prescindere dalle cadute, rialzandosi ogni volta con il pensiero del percorso da perseguire.

Ed eccoci qui.

Il secondo italiano nella storia a essere al numero quattro del mondo.

Sicuramente una tappa di un personale Tour de France, con un arrivo finale ancora molto lontano, vista la giovane età.

Sinner esprime la pedagogia del "viaggio dell'eroe" che Vogler ha ben spiegato.

Un canovaccio novecentesco che pare ormai dimenticato, ognuno di noi, genitori e figli, persi in uno schermo di un device.

La disponibilità a rimanere in gioco, a frequentare due piattaforme social ormai senza più follower. 


Essere vivi e scendere a rete.

Uno slancio rischioso, faticoso, affascinante.

La possibilità di toccare con mano e vivere la felicità.

L'avversario, l'Altro, la pallina, la Realtà.

Due prospettive, due altrove, da rispettare e amare, nella misura in cui altro non sono che le vie maestre per realizzare se stessi.

Per essere, nelle sconfitte e nelle vittorie, gli autori e i padroni del proprio destino.














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