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lunedì 21 agosto 2023

Panico ben temperato. Recensioni di Maria Teresa De Donato e Francesca Gabrielli.

  




GIOVANNI TOMMASINI SU AMAZON



L'ebook su AMAZON 


Recensione di Maria Teresa De Donato

Sentimenti, percezioni, sensazioni... i ricordi che scorrono alla velocità della luce, così come altrettanto acuta è la sofferenza vissuta, accumulata e che ha attanagliato per decenni.

Lo stile è scorrevole, poetico e altrettanto intenso.  Ogni parola ed espressione sono accuratamente ricercate, proprio come avrebbe fatto un Pittore per trovare la tonalità più adatta per rappresentare ogni minimo dettaglio del quadro che avrebbe realizzato: un quadro triste anche se, paradossalmente, di una bellezza struggente.

Il linguaggio, come in ogni produzione letteraria di Giovanni Tommasini, Autore di Panico ben temperato, è armonico e al tempo stesso accompagnato da una profondità di pensiero, capacità di analisi e da altrettanta emotività che lui cerca a volte di tenere a bada e altre la lascia straripare dagli argini mentre la sua mente si immerge completamente nei ricordi: il tutto e il nulla, la perfezione e l’inferno, la gioia e la più atroce sofferenza, tutto e il contrario di tutto è il cocktail di cui si è nutrito e che ha rappresentato la sua infanzia e adolescenza – terrificante e straordinariamente attraente... una droga tossica di cui liberarsi e senza la quale non si poteva, tuttavia, vivere.

C’è una risposta a tutte le nostre domande e soprattutto a quella legata al ‘Perché’ di tanta sofferenza, delle tante botte e violenze subite proprio da chi avrebbe dovuto proteggerci, difenderci e amarci?

Probabilmente no.  Ognuno ha fatto ciò che era in grado di fare.  Se fosse stato capace di fare di meglio, di amare se stesso e proiettare altrettanto amore sui figli, di tenere a bada i proprio demoni interiori lo avrebbe fatto.

L’Amore, i sogni, le delusioni, la ricerca di se stessi e, soprattutto, il recupero di se stessi che porti a vivere una Vita degna di essere definita tale, sono i temi predominanti di questo memoir di Giovanni Tommasini.  Contemporaneamente, la presa di coscienza e il fare i conti con la propria emotività e sensibilità diventano strumento di liberazione e guarigione da un passato sofferto e che non permetteva di ‘prendere il volo’ e di godere appieno delle bellezze della Vita.

Panico ben temperato è un libro stupendo la cui lettura consiglio a tutti, scritto da un Autore ed Educatore in grado di rapportarsi con il pubblico di lettori, così come con ogni suo interlocutore, grazie a una profondità di pensiero, estrema sensibilità e immensa empatia per l’altrui sofferenza.



Tutti i libri della collana Amazon


"PAGINE D'AMORE PER MIO FIGLIO


Recensione di Francesca Gabrielli. 

Il libro offre una profonda e toccante introspezione nella vita dell'autore, che ha affrontato numerose difficoltà tra violenze subite da bambino, la perdita della madre durante la pandemia e la lotta per suo figlio. Si tratta di episodi dolorosi, ma l'autore riesce a raccontarli con una grande sensibilità e, a tratti, anche con una nota di leggerezza e ironia.

Un aspetto fondamentale del libro è il percorso di supporto psichiatrico che l'autore ha intrapreso per gestire il proprio panico e dolore. Questo decennale cammino viene descritto in modo dettagliato, mostrando i successi e gli insuccessi nel trovare un equilibrio nella sua vita.

Uno dei momenti più intensi del libro è l'addio alla madre, avvenuto durante il periodo di lockdown dovuto alla pandemia. L'autore riesce a trasmettere tutto il suo dolore e cordoglio attraverso splendide parole e riflessioni, citando anche il finale del film "La messa è finita" di Nanni Moretti che aggiunge una dimensione emotiva ancora più profonda al racconto.

Un altro elemento interessante e originale del libro è il dialogo "immaginario" tra l'autore e Fabio Fazio, noto conduttore televisivo italiano. Questo dialogo si sviluppa in modo inaspettato, delicato e divertente, con i due personaggi che si scambiano i ruoli e si muovono come ballerini tra citazioni di noti cantautori italiani. Questa scelta narrativa aggiunge dinamicità e vivacità al libro.

Infine, è impossibile non menzionare la forte dichiarazione d'amore dell'autore nei confronti del figlio. Questo sentimento traspare nelle vicissitudini raccontate e nei momenti difficili affrontati dall'autore. È un elemento determinante che conferisce un senso di speranza e di forza al libro nel suo complesso.. La sua scrittura è sincera ed empatica, trasmettendo al lettore tutta l'angoscia e la frustrazione che accompagnano la separazione dei genitori e la lotta del padre per riavere suo figlio.

L'amore del padre per il figlio è il filo conduttore di tutto il racconto. Nonostante le difficoltà e l'ostacolo rappresentato dalla madre che segnala il padre ai servizi sociali, l'amore del protagonista fa da traino e lo spinge a non arrendersi mai. Si percepisce una forza e una determinazione incredibili, che lo aiutano ad affrontare anche il periodo drammatico della CTU, consulenza tecnica d’ufficio con il consulente del tribunale insieme al figlio, con grande coraggio.

La burocrazia viene descritta secondo il pensiero kafkiano come una sorta di entità sovrannaturale che potrebbe determinare i destini delle persone.Ma è solo una provocazione per rimarcare come siano la cattiveria, il tornaconto, la volontà di incutere paura e minacciare delle persone a mettere in.moto la burocrazia. L'autore, con grande maestria, riesce a far emergere tutta la gamma di emozioni che attraversano il protagonista: l'angoscia, la rabbia, la disperazione, la speranza. Si avverte un senso di confusione e smarrimento, tipico delle persone che si trovano in situazioni irrisolte delle quali rischiano di essere ostaggi anche per sempre. Non ci sono facili soluzioni o finali felici in questa storia, ma questa mancanza di risoluzione è decisamente realistica e rende il racconto ancora più potente.

La scrittura dell'autore è coinvolgente e toccante. Ogni pagina è intrisa di sentimento, di passione e di una profonda empatia. Il suo stile è delicato ma incisivo, capace di catturare l'attenzione del lettore fin dalle prime righe.

Consiglio vivamente questo libro a chiunque sia interessato a una lettura toccante e realistica sulla forza dell'amore e sulla difficoltà di affrontare l'esistenza, a chi sia interessato a profonde riflessioni sulla vita e sulla resilienza umana.


Maria Teresa De Donato, Ph.D.

Author, Freelance Journalist, Blogger, Naturopath

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Hai mai pensato di avere in te la sostanza per cambiare la tua vita, per sempre?

Un diario di viaggio che puoi decodificare, leggere e riscrivere?

Lo sai che è possibile diventare gli autori della propria vita e i padroni del proprio destino?

Lo sai che il passato, le sofferenze vissute, possono rappresentare ottimi alleati e preziose possibilità per trasformare una male-dizione in una bene-dizione?

UNA VITA SENZA, una storia di quotidiana resilienza, è una testimonianza di vita e di dialogo interiore, che ti aiuterà a cercare e trovare in te stesso la voglia di vivere dimenticata e le parole per esprimerla e viverla pienamente

UNA VITA SENZA: Una storia di quotidiana resilienza

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Perché vivevo il tennis.
Cioè la vita vissuta, prima di esserne definitivamente rapito.
Otto campi da tennis, un salice piangente che ti accoglieva all’uscita del bar di fronte ai due campi centrali, sempre pronto ad accogliere chi avesse bisogno di una pausa dal sole e dalle fatiche che quella terra rossa pretendeva... il paradiso terrestre ai miei piedi.

TERRA BATTUTA
Essere vivi e scendere a rete. Questa la felicità.

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Un omaggio e ringraziamento al tennis e i suoi protagonisti e cantori.

Una breve presentazione:

In TERRA BATTUTA il tennis viene ad assumere il tono di una allegoria e un inno alla vita.

Lo sfondo e il pre testo sul quale narrare una storia di vita apparentemente ingiocabile, all'interno della quale cercare, trovare e aprire, quello scrigno in cui sono custoditi i momenti migliori vissuti, alle volte dimenticati, ma sempre in noi.

Sogni, miti, passioni, nel ricordo delle imprese degli eroi di questo meraviglioso sport e dei suoi due più mirabili cantori.

Impronte preziose da portare alla consapevolezza,

Per far risplendere, in tutti noi, quella luce che ha permesso di credere che la vita si può giocare, scendendo a rete, con la voglia di affrontare la realtà che l'Altro ci riproporrà nella risposta al nostro servizio di rimessa in gioco.

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Un muro bianco, di fronte a me un bambino bellissimo con un bacchetta da direttore d'orchestra in mano, perso nel silenzio, in una melodia che solo lui percepiva.
Ai piedi del suo letto, di fronte a me le sue gesta per incoraggiare chi non seguiva la sua direzione, e sgridare chi stonava e non lo capiva, l'aria era offesa dalle sue sferzate per rendere la sinfonia sempre più coinvolgente.
Un'esperienza rara come una ferita, stavo iniziando a percepire la musicalità di quel silenzio, fecondato dalla sua disperata voglia di essere un unica cosa con quello spazio e quel tempo.
Questo bambino bellissimo...
Impegnarsi, perdersi nella musicalità del silenzio falciato dalle sue stilettate, i suoi movimenti nell’aria dolci e, improvvisamente, violenti. La sua “bacchetta magica”.
Non stavo male.
Non subivo il dramma dell’incapacità di vivere “normalmente”. Accettavo con amore l’'essere' di Cesare. Mi sentivo naturalmente vicino a lui.
Quelle ore le vivevo totalmente.
Mi sentivo fortunato: guardavo lui, vedevo me. Anche a me non era mai importato altro.

Ognuno il suo mondo.

Ma il problema era proprio come stare al mondo, visto che ci era stato insegnato un unico modo: la sopravvivenza con tutto ciò che ci sta intorno.

E il resto?
Eravamo noi.



L'ULTIMA LETTERA ALLA MIA PRIMA FIDANZATA


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Ebook su Amazon Kindle Unlimited

La felicità non si vive, si ricorda.
Un libro, questo, che va letto con il cuore completamente aperto.
L’autore fin dalle prime frasi ci spalanca con incantevole maestria ad una sensibilità estrema e delicata, che va letta come una lunga cantilena in cui farsi avvolgere dalla sensazioni e riporre noi stessi mentre la leggiamo.



Le pagine alternano la consapevolezza matura- derivante dalla conoscenza del tempo che è stato- alla dolce ingenuità dei sogni- strascico dell’incoscienza di un tempo che si spera mai passato, quello della nostra gioventù- in un assolo di voce maschile che rincorrere quella femminile, ricordando Michela.


martedì 29 giugno 2021

L'ULTIMA LETTERA ALLA MIA PRIMA FIDANZATA

 





Il libro su Amazon Prime

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PREFAZIONE

Un libro, questo, che va letto con il cuore completamente aperto.

L’autore fin dalle prime frasi ci spalanca con incantevole maestria ad una sensibilità estrema e delicata, che va letta come una lunga cantilena in cui farsi avvolgere dalla sensazioni e riporre noi stessi mentre la leggiamo.

Le pagine alternano la consapevolezza matura- derivante dalla conoscenza del tempo che è stato- alla dolce ingenuità dei sogni- strascico dell’incoscienza di un tempo che si spera mai passato, quello della nostra gioventù- in un assolo di voce maschile che rincorrere quella femminile, ricordando Michela.

Pagine che ci parlano in modo veritiero e diretto dell’amore, un amore in ogni sua forma e dimensione, dentro la moltitudine di impressioni che esso ci dona e con il quale ci suggestiona dentro la nostra esistenza, nel mezzo il tempo, giudice delle nostre scelte e metro di distanza sulle vicende che ci hanno visti protagonisti della nostra storia, il libro si snoda su questo concetto di tempo come ricordo e di memoria come tributo, al semplice volto di qualcuno che abbiamo amato e di tutto quello che con esso abbiamo provato.

Un tempo, citando l’autore, in cui l’altro esisteva per essere incontrato, quella straordinaria potenza che è l’incontro di qualcuno all’interno del nostro percorso solitario.



TUTTI I LIBRI E GLI EBOOKS DI GIOVANNI TOMMASINI

Un tempo in cui, citando nuovamente Tommasini, la felicità era ancora un momento di intimità, questo diventa, nella storia, il senso vero del ricordo, la possibilità di tornare felici sapendo che lo si poteva essere o che già lo si è stati, la forza motrice inarrestabile della malinconia che ci proietta sempre, inevitabilmente, nella cognizione che le cose migliori sembrino appartenere sempre e solo al passato. Il tuffo negli anni’80 torna potente nella mente, mentre tra il sapore del mare e un giro in motorino, tra ricordi di inizi e di addii, l’autore ci fa assaporare la nostalgica età in cui l’amore può sembrare qualcosa di eterno e infinito.

Le lettere, date e ricevute, diventano un nodo di connessione profondo, in bilico tra il passato e il presente, la vita e la morte, scrivere per ritrovarsi amanti, giovani, scrivere per fermare il tempo, bloccarlo come un fermo immagine speciale fra il proprio immaginario e il proprio vissuto, un ultima lettera alla prima fidanzata che diventa testimonianza sublime di come l’amore possa continuare a vivere e ad alimentarsi tra grandi memorie e piccole frasi.

Per cosa si vive se non per rimanere nell’altro, Tommasini non pone una domanda ma ne fa un’affermazione delicatissima di affetto, un affetto che si discioglie nella famiglia, nelle difficoltà del non capirsi, delle violenze subite e irrisolte in cui l’amore rimane l’unica risposta di salvezza, anche quando finisce.

L’autore ci incanta nella riflessione dei sentimenti e di come ne sappia scrivere così abilmente, un fluido energico di parole che crea una memoria personale in grado di toccare l’intimo di ognuno di noi, citando ancora Tommasini questo libro è per recuperare una dimenticata riserva di ricordi, in cui quelli dell’autore diventano, leggendo questa storia, anche i nostri.         

 

MARTA BORRONI

Incipit

“LA MAMMA DELLA TUA PRIMA FIDANZATA”

Parole scritte a mano.

Rimaste in bilico tra la terra e il cielo, aggrappate alla fessura della buca per le lettere.

Nella quale era rimasta incastrata la busta che, pareva a fatica, si preoccupava di contenerle.

Uno scrigno di cartone, gonfio, al limite dell’esplosione.

Una luce nella mia mente squarciò il buio di anni persi, nella tua mancanza, senza amore.

L’immagine di quella donna che trent’anni fa ci disse: “Non rimane altro che sposarvi”.

Ora come allora sembra attendere una risposta.

Un gesto antico.

Vedo questa donna che scrive il mio indirizzo, mette le lettere, scritte a te, tutte assieme, al sicuro.

Quelle che scrissi a te, Michela, dopo esserci persi.

Il suo pensiero che considera come un fatto naturale il tempo necessario perché ciò che desidera farmi arrivare possa tornare nelle mie mani.

In un luogo distante dal suo.

Un pensiero ormai dimenticato da tutti.

L’attesa di un contatto.

Una spedizione che evoca qualcosa di ormai dimenticato.

Il rispetto del tempo e dello spazio.

Un messaggio in bottiglia arrivato sino a me da una terra dimenticata, un mondo, ormai, ai più sconosciuto.

Al culmine di una salita che ormai ho deciso di lasciare ad altri.

E, ora, queste parole.

Dopo trent’anni.

Il mio primo amore.

Finalmente tornato con me.

La vita inizia nel momento in cui pensi sia arrivata l’ora di arrendersi, finalmente.


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PAGINE D'AMORE PER MIO FIGLIO


La raccolta su Amazon

Sette Libri e due favole in un'unico Ebook.


Sette storie di vita vissute in prima linea. Con un unica piattaforma social di riferimento, nella quale cercare un'amicizie e condividere le proprie esperienze. L'Altro e la Realtà.
SONO CESARE...TUTTO BENE. Una relazione di reciproco aiuto.
UNA VITA SENZA. Una storia di quotidiana resilienza.
L'ULTIMA LETTERA ALLA MIA PRIMA FIDANZATA.
IL SOGNO AMERICANO DEL TOMATO BASEBALL CLUB. Racconti.
LA SCRITTURA EMOTIVA.
PAPÀ MI CONNETTI?. La dipendenza da internet e il futuro delle nuove generazioni, che stanno nascendo, crescendo, vivendo perennemente connessi, senza più la fecondante esperienza relazionale con un Altro significante. Con un capitolo finale di descrizione delle nuove e gravi patologie derivanti dalla dipendenza da internet. Test finale per valutare la propria dipendenza da internet.
IL VIRUS SIAMO NOI. Riflessioni in quarantena. ....
CAPPUCCETTO ROSSO AI TEMPI DEL COVID.
IL BAMBINO CHE CON IL SORRISO TRASFORMAVA LE PIETRE IN DIAMANTI.
.........

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martedì 22 giugno 2021

IL RISCATTO DELLA LETTERATURA VS LA DESERTIFICAZINE CULTURALE SOCIAL

 



GIOVANNI E IL RISCATTO DELLA LETTERATURA

 

GIOVANNI TOMMASINI SU AMAZON

Nessuno sceglie quando venire al mondo.

Così come nessuno decide quando lasciarlo.

È possibile che, lungo il sentiero della propria vita, si possano raccogliere, nel cestello del proprio vissuto, tutte quelle esperienze che, una volta poste in esame sopra un tavolo al ritorno a casa, si rivelano per quella cardinalità che è tipica delle parabole, delle favole antiche e degli insegnamenti, coniati da un senso profondo del quale è impossibile scorgere il fondo?

È una domanda antica e permeante, soffusa e spietata, che intercede qualsiasi pensiero non appena lo scrivano, in qualunque parte del mondo esso si trovi, si segga sulla sua seggiola ed abbia modo di impugnare la penna.

Quanto è fattibile la misurazione del loro riverbero effettivo? La vibrazione innestata avrà una valenza a lungo gettito?

Verrà ascoltata?

Può davvero, la singola esperienza vissuta e respirata nell'intimo, protrarsi oltre la bolla dell'individuale ed andare ad influenzare concretamente il mondo altrui?

È su queste basi che, al primo acchito, il nuovo lettore si approccia a Giovanni Tommasini; perché la medesima domanda, di riflesso, se la pone soprattutto lui, cliente finale: quanto ha peso il testo che leggerò? Mi fornirà quelle soluzioni a cui tendenzialmente punto, quando attingo ad un'opera letteraria, artistica, scientifica, comunque modellata dall'uomo?

Perché è inevitabile affermarlo: l'essere umano è alla assidua ricerca del proprio simile, ovunque esso sia; in modo costante, instancabile, seguendo quel flusso spesso e non misurabile, infinito come il tempo, dettato dal suo stesso istinto recondito. E l'opera d'arte, etimologicamente ideata e gestita dalle braccia, costituisce, senza dubbio fatto, l'agente artificiale di un pensiero, di un concetto immesso dall'Altro; un canale di comunicazione espresso ed inserito nella realtà.

Una liberazione, come riterrebbe Tommasini.

Perché il cammino che ha portato l'autore al compimento della pentalogia che reggete fra le mani, non è avvenuto in un contesto regolare e ovattato, fra muri intonacati di rosa, punteggiati da quadri con riposanti paesaggi agricoli, innanzi ad uno scrittoio di mogano orlato di bordi antiurto e la sicurezza di un paio di imposte sigillate ed un termosifone acceso: Giovanni, educatore di una casa famiglia nel primo entroterra genovese che ha vissuto la propria città fin da bambino nel suo cuore più fibroso e reale, è, a tutti gli effetti, un sopravvissuto. Intellettuale, verrebbe da aggettivare.

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Nato dalla parte nascosta dell'utero, sfociò dal corpo di sua madre come una spiazzante sorpresa; “peloso” e “irrequieto”, espresse ben presto la sua impreparazione al soggiorno su questo mondo mordendo e pestando, rispondendo a tono e chiudendo con tonfi secchi i libri di scuola.

“Ingestibile!”, “Particolare!”. Le insegnanti gli affiliarono un profilo da somaro tale che permisero al padre, dirigente di banca, di mantenere, assieme alla anaffettiva madre, un trattamento esclusivo nei suoi confronti non comunque dissimile da quello che già utilizzava nei giorni buoni. E mentre la sorella stava a guardare, strane voci iniziavano a circolare sulla testa del fratello gemello...

E intanto, oltre il balcone, l'immensa spianata di Sanremo.

Saranno le sue strade, con le loro connessioni, a regalare finalmente giustizia alla pena di Giovanni; un parcheggio inutilizzato, delle mazze da baseball ed un gruppo scanzonato di amici. Basterà poco, perché la vitalità ed il vigore del Giovanni preadolescente riesplodano in una vampata vivace e stuzzicante: una divisa rosso fiammante, due coraggiosi allenatori con un piano infallibile e la scritta “TOMATO”; ed anche Sanremo avrà la sua nuova, seppur inconsapevole, squadra di baseball: sono i Tomato Baseball Club. Inconsapevoli, perché nella loro tenera età, non possono certo immaginare i destini a cui andranno incontro di lì ad un paio di anni…

Incontri e sfide, meteo permettendo. Fino a quell'ultimo, improvviso, deflagrante tuono finale, che squarcerà il campo al culmine della partita; quando la salivazione è a mille, le guance sporche di terra ed i capelli, indisciplinati, entrano negli occhi.

Ma niente paura: tutti per uno, uno per tutti. E mentre ridondano i primi colori ed estetismi degli anni 80, Giovanni, nell'esplorare pian piano le gioie della pubertà, scopre d'improvviso l'abbraccio attanagliante dell'amore, restandone abbagliato... Potrà la vita donargli la felicità a cui ha sempre anelato?

Ci penserà il piccolo Cesare, maestro d'orchestra dei muri, ad insegnargli, bacchetta in mano, quella melodia inascoltata dettata dai silenzi; la mancanza, un ponte con l'esterno da costruire da zero, gli abbracci stretti e quegli infiniti giri in moto.

“Reggiti a me”.

L'università costa, ma il prezzo pagato per coprirlo varrà infiniti dottorati.

Giovanni è un uomo alto, preciso, a modo e dalle dita inquiete. Il suo sguardo, lievemente corrugato da una tacita consapevolezza, cela una malinconia pudica e riservata, mantenuta nell'interiore come uno zainetto chiuso e sistemato sulla schiena, che si può aprire solo con il consenso del proprietario.

Perché malgrado tutto, Giovanni non può non essere definito un artista: le letture i suoi viaggi più belli; i libri, i suoi amici migliori.

La carta è paziente” sussurrava Anne Frank dal retro casa ove si nascondeva, nella Amsterdam scandagliata dalla Gestapo dei primi anni 40. “Cara Kitty, sospira per me”.

E la carta è stata paziente anche con Tommasini: il suo richiamo, prorompente e luminoso, ha interrotto quello cupo e minaccioso delle voci dell'infanzia, agguantandolo persino durante la coda del supermercato, ma salvando, nel contempo, la sua stessa coscienza e mantenendolo saldo, leale, sincero e oltremodo coraggioso.

Tommasini è riuscito ad incarnare al meglio la natura stessa della scrittura, arrivando a bucare, nel silenzio dell'atto stesso, quella membrana sensibile che, nella veglia – qui intesa come non scritturaci divide dalla visione profonda e nucleica degli oggetti stessi, elevandoli senza sforzo – o, si nota in lettura, addirittura accorgimento alcuno – a livelli basilari e comprensibili a tutti; dunque universali.

E nella fiducia verso l'amore a cui tutti tendiamo, ha arrotondato le proprie vicissitudini a misura di metafora, per poi indirizzarle, in un moto di genuina protettività paterna, verso il figlioletto. sotto forma di lettere.

Senza edulcorare, nel contempo, la propria identità personale.

Perché malgrado i calli alle mani, le avversità incontrate nella vita e le guance sporche di fango, Giovanni ha sempre saputo rialzarsi con il sorriso sulle labbra, esplicando, con le sue azioni, una proprietà tipica degli artisti e che li rende effettivamente tali: la resilienza.

La piccola Anne, combattente invisibile nella sua fittizia retrovia, voltata di spalle contro il muro scriveva: “Tutto si può perdere: i soldi, la bellezza, la gioventù... Ma la gioia che hai nel cuore, quella non te la potrà togliere nessuno; e per tutta la vita, tornerà a renderti felice”.

 

 

                                                              ALESSIO  CALLEGARI




Frammenti dalle mie pagine 



 


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Un libro, questo, che va letto con il cuore completamente aperto.
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Le pagine alternano la consapevolezza matura- derivante dalla conoscenza del tempo che è stato- alla dolce ingenuità dei sogni- strascico dell’incoscienza di un tempo che si spera mai passato, quello della nostra gioventù- in un assolo di voce maschile che rincorrere quella femminile, ricordando Michela.