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giovedì 4 gennaio 2024

ARNALDI E MUSETTI. LA SOTTILE DIFFERENZA CHE PASSA TRA UNA SCONFITTA E UNA VITTORIA.

 





L'approdo eclatante di Arnaldi nel circuito ATP con la grande prestazione agli US OPEN 2023 ha fatto sobbalzare tutti gli appassionati di tennis dal divano. Dalle prime emozionanti prestazioni del giovane tennista sanremese alla vittoria sofferta su Popyrin e la successiva vittoria di Sinner con lo storico, indimenticabile, trionfo in Coppa Davis, abbiamo potuto godere e ammirare un tennista che pare abbia nel suo gioco il meglio di tutti i suoi connazionali che lo hanno di pochi anni preceduto nell'olimpo dei migliori tennisti al mondo.

Una ascesa vertiginosa che ancor più ha dimostrato che in ogni aspetto e attività della vita il solo talento non basta.

O meglio, ci sono diversi talenti da mettere assieme e pare che Arnaldi li abbia.

Per capire meglio la differenza che passa tra un atleta con il dna da "loser" e uno da "winner", purtroppo, viene in soccorso la parabola (speriamo solamente una fase della carriera che sarà dimenticata cammin facendo, torneo dopo torneo) "tennistica" del più talentuoso dei nostri eroi della Davis.

Musetti.


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Ormai da troppo tempo, in considerazione della giovane età, sta ottenendo i risultati che Fognini ha conseguito a fine carriera.

Un primo turno passato a fatica con giocatori a lui imparagonabili e, come successo anche ieri con tale Kotov, partite deludenti, inguardabili.

Un giocatore che pare accontentarsi di fare i più bei punti della partita, non più punti dell'avversario, con la conseguenza di andare a perdere partite, bestemmiando come non ci fosse un domani, imperdibili se non si nascondesse, posizionasse, con la schiena a pochi centimetri dalle tribune di fondo campo.

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Sinner. Non solo tennis. La parabola e l'esempio di una persona che vive di scelte. 

https://giovannitommasiniparolemozioni.blogspot.com/2023/10/sinner-tennis-e-pedagogia-la-parabola.html

Una differenza direzionale si potrebbe dire tra Musetti e Arnaldi, letteralmente, uno in arretramento, l'altro in avanzamento.

Uno, Arnaldi, a testa alta verso il futuro, l'altro con la testa bassa in ritirata senza un sorriso, esprimendo tanta frustrazione, come non riuscisse a riprendere un filo, un discorso agonistico, che pare per il momento perso.

Arnaldi ha tanto da migliorare, in particolare le oscillazioni emotive, ma ad un gioco qualitativamente molto alto, ha sicuramente un dna da "fighter", come se ci fosse in lui il meglio di un lottatore come Sonego, e la qualità di Musetti.

Musetti dovrebbe prendere esempio, e, a mio modesto parere, senza mettere in dubbio le qualità di chi lo ha portato nei primi venti del mondo, investire su un coach di livello internazionale capace di vivere e gestire le pressioni del mondo professionistico al top delle classifiche mondiali.

Pena una carriera anonima con il rimpianto di cosa poteva essere e non è stato.

Arnaldi ha lo sguardo, la gioia di vivere, il sorriso, di chi va coraggiosamente verso il futuro, che sente di avere nelle sue corde.

Una differenza neanche tanto sottile, una sguardo opposto, che determina quel confine entro il quale la vittoria diventa una salita da tour de france, ma se oltrepassato e entrati sul terreno della "garra" dell'orgoglio di stare in campo, di proporsi, andare a rete per prendersi la felicità, può diventare il percorso ideale per costruire una carriera indimenticabile, e soprattutto, tra sconfitte e vittorie, senza rimpianti.

Come nel sottotitolo del mio libro TERRA BATTUTA, essere vivi e scendere a rete, questa la felicità.















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