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- TUTTI I LIBRI E GLI EBOOK DI GIOVANNI TOMMASINI. Scheda di presentazione. Copertina, sinossi, recensioni, link per l'acquisto.
- QUOTIDIANA RESILIENZA. PANICO BEN TEMPERATO, UNA VITA SENZA, PICCHIAMI. LE PAROLE PER BENE DIRE UNA MALE DIZIONE.
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sabato 25 novembre 2023
EDUCAZIONE AFFETTIVA, EMOTIVA E RELAZIONALE. TRE LIBRI.
martedì 19 settembre 2023
TUTTI I LIBRI DI GIOVANNI TOMMASINI. Pagine d'amore per mio figlio Le mie prime 800 pagine.
PAGINE D'AMORE PER MIO FIGLIO:
TUTTI I LIBRI DI GIOVANNI TOMMASINI IN UN UNICA RACCOLTA
Una antologia necessaria. Per vivere sempre meglio le due piattaforme social che pare stiano diventando sempre meno frequentate.L'Altro è la Realtà.Questi i testi inseriti in questa collana:- Il sogno Americano del Tomato Baseball Club. Piccoli inconsapevoli eroi del baseball.- La musicalità del silenzio. Il nostro autismo e quello del mondo attorno a noi.- Emozioni e Parole. La scrittura emotiva. Leggere rende liberi, scrivere felici.- Una vita senza. Una storia di quotidiana resilienza.- L'Ultima lettera alla mia prima fidanzata.- Papà mi connetti. La perenne connessione e il futuro delle nuove generazioni.- Terra battura. Essere vivi e scendere a rete. Questa la felicità.- Panico ben temperato.- Il virus siamo noi. Riflessioni in quarantena.
LA COLLANA SU AMAZON
GIOVANNI E IL RISCATTO DELLA LETTERATURA
Nessuno sceglie quando venire al mondo.
Così come nessuno decide quando lasciarlo.
È possibile che, lungo il sentiero della propria vita, si possano raccogliere, nel cestello del proprio vissuto, tutte quelle esperienze che, una volta poste in esame sopra un tavolo al ritorno a casa, si rivelano per quella cardinalità che è tipica delle parabole, delle favole antiche e degli insegnamenti, coniati da un senso profondo del quale è impossibile scorgere il fondo?
È una domanda antica e permeante, soffusa e spietata, che intercede qualsiasi pensiero non appena lo scrivano, in qualunque parte del mondo esso si trovi, si segga sulla sua seggiola ed abbia modo di impugnare la penna.
Quanto è fattibile la misurazione del loro riverbero effettivo? La vibrazione innestata avrà una valenza a lungo gettito?
Verrà ascoltata?
Può davvero, la singola esperienza vissuta e respirata nell'intimo, protrarsi oltre la bolla dell'individuale ed andare ad influenzare concretamente il mondo altrui?
È su queste basi che, al primo acchito, il nuovo lettore si approccia a Giovanni Tommasini; perché la medesima domanda, di riflesso, se la pone soprattutto lui, cliente finale: quanto ha peso il testo che leggerò? Mi fornirà quelle soluzioni a cui tendenzialmente punto, quando attingo ad un'opera letteraria, artistica, scientifica, comunque modellata dall'uomo?
Perché è inevitabile affermarlo: l'essere umano è alla assidua ricerca del proprio simile, ovunque esso sia; in modo costante, instancabile, seguendo quel flusso spesso e non misurabile, infinito come il tempo, dettato dal suo stesso istinto recondito. E l'opera d'arte, etimologicamente ideata e gestita dalle braccia, costituisce, senza dubbio fatto, l'agente artificiale di un pensiero, di un concetto immesso dall'Altro; un canale di comunicazione espresso ed inserito nella realtà.
Una liberazione, come riterrebbe Tommasini.
Perché il cammino che ha portato l'autore al compimento della collana che reggete fra le mani, non è avvenuto in un contesto regolare e ovattato, fra muri intonacati di rosa, punteggiati da quadri con riposanti paesaggi agricoli, innanzi ad uno scrittoio di mogano orlato di bordi antiurto e la sicurezza di un paio di imposte sigillate ed un termosifone acceso: Giovanni, educatore di una casa famiglia nel primo entroterra genovese che ha vissuto la propria città fin da bambino nel suo cuore più fibroso e reale, è, a tutti gli effetti, un sopravvissuto. Intellettuale, verrebbe da aggettivare.
Nato dalla parte nascosta dell'utero, sfociò dal corpo di sua madre come una spiazzante sorpresa; “peloso” e “irrequieto”, espresse ben presto la sua impreparazione al soggiorno su questo mondo mordendo e pestando, rispondendo a tono e chiudendo con tonfi secchi i libri di scuola.
“Ingestibile!”, “Particolare!”. Le insegnanti gli affiliarono un profilo da somaro tale che permisero al padre, dirigente di banca, di mantenere, assieme alla anaffettiva madre, un trattamento esclusivo nei suoi confronti non comunque dissimile da quello che già utilizzava nei giorni buoni. E mentre la sorella stava a guardare, strane voci iniziavano a circolare sulla testa del fratello gemello...
Nessuno sceglie quando venire al mondo.
Così come nessuno decide quando lasciarlo.
È possibile che, lungo il sentiero della propria vita, si possano raccogliere, nel cestello del proprio vissuto, tutte quelle esperienze che, una volta poste in esame sopra un tavolo al ritorno a casa, si rivelano per quella cardinalità che è tipica delle parabole, delle favole antiche e degli insegnamenti, coniati da un senso profondo del quale è impossibile scorgere il fondo?
È una domanda antica e permeante, soffusa e spietata, che intercede qualsiasi pensiero non appena lo scrivano, in qualunque parte del mondo esso si trovi, si segga sulla sua seggiola ed abbia modo di impugnare la penna.
Quanto è fattibile la misurazione del loro riverbero effettivo? La vibrazione innestata avrà una valenza a lungo gettito?
Verrà ascoltata?
Può davvero, la singola esperienza vissuta e respirata nell'intimo, protrarsi oltre la bolla dell'individuale ed andare ad influenzare concretamente il mondo altrui?
È su queste basi che, al primo acchito, il nuovo lettore si approccia a Giovanni Tommasini; perché la medesima domanda, di riflesso, se la pone soprattutto lui, cliente finale: quanto ha peso il testo che leggerò? Mi fornirà quelle soluzioni a cui tendenzialmente punto, quando attingo ad un'opera letteraria, artistica, scientifica, comunque modellata dall'uomo?
Perché è inevitabile affermarlo: l'essere umano è alla assidua ricerca del proprio simile, ovunque esso sia; in modo costante, instancabile, seguendo quel flusso spesso e non misurabile, infinito come il tempo, dettato dal suo stesso istinto recondito. E l'opera d'arte, etimologicamente ideata e gestita dalle braccia, costituisce, senza dubbio fatto, l'agente artificiale di un pensiero, di un concetto immesso dall'Altro; un canale di comunicazione espresso ed inserito nella realtà.
Una liberazione, come riterrebbe Tommasini.
Perché il cammino che ha portato l'autore al compimento della collana che reggete fra le mani, non è avvenuto in un contesto regolare e ovattato, fra muri intonacati di rosa, punteggiati da quadri con riposanti paesaggi agricoli, innanzi ad uno scrittoio di mogano orlato di bordi antiurto e la sicurezza di un paio di imposte sigillate ed un termosifone acceso: Giovanni, educatore di una casa famiglia nel primo entroterra genovese che ha vissuto la propria città fin da bambino nel suo cuore più fibroso e reale, è, a tutti gli effetti, un sopravvissuto. Intellettuale, verrebbe da aggettivare.
Nato dalla parte nascosta dell'utero, sfociò dal corpo di sua madre come una spiazzante sorpresa; “peloso” e “irrequieto”, espresse ben presto la sua impreparazione al soggiorno su questo mondo mordendo e pestando, rispondendo a tono e chiudendo con tonfi secchi i libri di scuola.
“Ingestibile!”, “Particolare!”. Le insegnanti gli affiliarono un profilo da somaro tale che permisero al padre, dirigente di banca, di mantenere, assieme alla anaffettiva madre, un trattamento esclusivo nei suoi confronti non comunque dissimile da quello che già utilizzava nei giorni buoni. E mentre la sorella stava a guardare, strane voci iniziavano a circolare sulla testa del fratello gemello...
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L'ebook
PANICO BEN TEMPERATO
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L'amor proprio e come mi ha salvato la vita.
Come vivere consapevolmente, storicizzare e neutralizzare i prodromi del panico.Ci sono in noi esperienze passate che se non recuperate vanno in automatico ad alimentare tutto ciò da cui siamo scappati. Può rappresentare la sfida di una vita l'affrontare coraggiosamente quell'altrove che tutto vorremmo piuttosto che incontrare e rivivere. Paradossalmente più rimandiamo questo appuntamento più il nostro corpo ci chiederà, nelle forme più diverse e deflagranti, di riprendere a ritroso il cammino.Il panico può essere nostro alleato, il corpo chiede di fermarsi per trovare "le parole per viverlo".Siamo fuggiti da quella casa, quelle case, anche se i loro protagonisti continuano a dominare su noi stessi.Si può tornare, entrare, mettersi in contatto, coraggiosamente trovare le parole per tradurre un'antica male dizione per riprendere, stavolta e per sempre, il cammino, nel sentiero della bene dizione.
„Gli dei di una volta, perso l'incanto e assunte le sembianze di potenze impersonali, escono dai loro sepolcri, aspirano a dominare sulla nostra vita e riprendono la loro lotta eterna.“ — Max Weber
L'immagine di copertina dal titolo EXP_0152.RAW è stata realizzata da Maurizio Sapia.
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Perché vivevo il tennis.Cioè la vita vissuta, prima di esserne definitivamente rapito.Otto campi da tennis, un salice piangente che ti accoglieva all’uscita del bar di fronte ai due campi centrali, sempre pronto ad accogliere chi avesse bisogno di una pausa dal sole e dalle fatiche che quella terra rossa pretendeva... il paradiso terrestre ai miei piedi.
Il mio nuovo libro è realtà.
TERRA BATTUTAEssere vivi e scendere a rete. Questa la felicità.
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Un omaggio e ringraziamento al tennis e i suoi protagonisti e cantori.
Una breve presentazione:
In TERRA BATTUTA il tennis viene ad assumere il tono di una allegoria e un inno alla vita.
Lo sfondo e il pre testo sul quale narrare una storia di vita apparentemente ingiocabile, all'interno della quale cercare, trovare e aprire, quello scrigno in cui sono custoditi i momenti migliori vissuti, alle volte dimenticati, ma sempre in noi.
Sogni, miti, passioni, nel ricordo delle imprese degli eroi di questo meraviglioso sport e dei suoi due più mirabili cantori.
Impronte preziose da portare alla consapevolezza,
Per far risplendere, in tutti noi, quella luce che ha permesso di credere che la vita si può giocare, scendendo a rete, con la voglia di affrontare la realtà che l'Altro ci riproporrà nella risposta al nostro servizio di rimessa in gioco.
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"STORIE D'AUTISMO QUOTIDIANO"
TESTIMONIANZE DI VITA VISSUTA ALL'INTERNO DELLO "SPETTRO AUTISTICO"
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Un muro bianco, di fronte a me un bambino bellissimo con un bacchetta da direttore d'orchestra in mano, perso nel silenzio, in una melodia che solo lui percepiva.
Ai piedi del suo letto, di fronte a me le sue gesta per incoraggiare chi non seguiva la sua direzione, e sgridare chi stonava e non lo capiva, l'aria era offesa dalle sue sferzate per rendere la sinfonia sempre più coinvolgente.
Un'esperienza rara come una ferita, stavo iniziando a percepire la musicalità di quel silenzio, fecondato dalla sua disperata voglia di essere un unica cosa con quello spazio e quel tempo.
Questo bambino bellissimo...
Impegnarsi, perdersi nella musicalità del silenzio falciato dalle sue stilettate, i suoi movimenti nell’aria dolci e, improvvisamente, violenti. La sua “bacchetta magica”.
Non stavo male.
Non subivo il dramma dell’incapacità di vivere “normalmente”. Accettavo con amore l’'essere' di Cesare. Mi sentivo naturalmente vicino a lui.
Quelle ore le vivevo totalmente.
Mi sentivo fortunato: guardavo lui, vedevo me. Anche a me non era mai importato altro.
Ognuno il suo mondo.
Ma il problema era proprio come stare al mondo, visto che ci era stato insegnato un unico modo: la sopravvivenza con tutto ciò che ci sta intorno.
E il resto?
Eravamo noi.
Ai piedi del suo letto, di fronte a me le sue gesta per incoraggiare chi non seguiva la sua direzione, e sgridare chi stonava e non lo capiva, l'aria era offesa dalle sue sferzate per rendere la sinfonia sempre più coinvolgente.
Un'esperienza rara come una ferita, stavo iniziando a percepire la musicalità di quel silenzio, fecondato dalla sua disperata voglia di essere un unica cosa con quello spazio e quel tempo.
Questo bambino bellissimo...
Impegnarsi, perdersi nella musicalità del silenzio falciato dalle sue stilettate, i suoi movimenti nell’aria dolci e, improvvisamente, violenti. La sua “bacchetta magica”.
Non stavo male.
Non subivo il dramma dell’incapacità di vivere “normalmente”. Accettavo con amore l’'essere' di Cesare. Mi sentivo naturalmente vicino a lui.
Quelle ore le vivevo totalmente.
Mi sentivo fortunato: guardavo lui, vedevo me. Anche a me non era mai importato altro.
Ognuno il suo mondo.
Ma il problema era proprio come stare al mondo, visto che ci era stato insegnato un unico modo: la sopravvivenza con tutto ciò che ci sta intorno.
E il resto?
Eravamo noi.
sabato 3 giugno 2023
PICCHIAMI. Recensione e incipit. Un padre violento, un figlio incudine, una storia d’amore incomprensibile ma vera.
PICCHIAMI
Due favole, un unica storia.
Il bambino che con il sorriso trasformava le pietre in diamanti.
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Il sommario
Tutti i libri della collana Amazon
"PAGINE D'AMORE PER MIO FIGLIO"
UNA VITA SENZA
Una storia di quotidiana resilienza.
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Un muro bianco, di fronte a me un bambino bellissimo con un bacchetta da direttore d'orchestra in mano, perso nel silenzio, in una melodia che solo lui percepiva.
Ai piedi del suo letto, di fronte a me le sue gesta per incoraggiare chi non seguiva la sua direzione, e sgridare chi stonava e non lo capiva, l'aria era offesa dalle sue sferzate per rendere la sinfonia sempre più coinvolgente.
Un'esperienza rara come una ferita, stavo iniziando a percepire la musicalità di quel silenzio, fecondato dalla sua disperata voglia di essere un unica cosa con quello spazio e quel tempo.
Questo bambino bellissimo...
Impegnarsi, perdersi nella musicalità del silenzio falciato dalle sue stilettate, i suoi movimenti nell’aria dolci e, improvvisamente, violenti. La sua “bacchetta magica”.
Non stavo male.
Non subivo il dramma dell’incapacità di vivere “normalmente”. Accettavo con amore l’'essere' di Cesare. Mi sentivo naturalmente vicino a lui.
Quelle ore le vivevo totalmente.
Mi sentivo fortunato: guardavo lui, vedevo me. Anche a me non era mai importato altro.
Ognuno il suo mondo.
Ma il problema era proprio come stare al mondo, visto che ci era stato insegnato un unico modo: la sopravvivenza con tutto ciò che ci sta intorno.
E il resto?
Eravamo noi.
L'ULTIMA LETTERA ALLA MIA PRIMA FIDANZATA
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Il libro su Amazon Prime
Ebook su Amazon Kindle Unlimited
La felicità non si vive, si ricorda.
Un libro, questo, che va letto con il cuore completamente aperto.
L’autore fin dalle prime frasi ci spalanca con incantevole maestria ad una sensibilità estrema e delicata, che va letta come una lunga cantilena in cui farsi avvolgere dalla sensazioni e riporre noi stessi mentre la leggiamo.
Le pagine alternano la consapevolezza matura- derivante dalla conoscenza del tempo che è stato- alla dolce ingenuità dei sogni- strascico dell’incoscienza di un tempo che si spera mai passato, quello della nostra gioventù- in un assolo di voce maschile che rincorrere quella femminile, ricordando Michela.
La felicità non si vive, si ricorda.
Un libro, questo, che va letto con il cuore completamente aperto.
L’autore fin dalle prime frasi ci spalanca con incantevole maestria ad una sensibilità estrema e delicata, che va letta come una lunga cantilena in cui farsi avvolgere dalla sensazioni e riporre noi stessi mentre la leggiamo.
Le pagine alternano la consapevolezza matura- derivante dalla conoscenza del tempo che è stato- alla dolce ingenuità dei sogni- strascico dell’incoscienza di un tempo che si spera mai passato, quello della nostra gioventù- in un assolo di voce maschile che rincorrere quella femminile, ricordando Michela.
venerdì 31 marzo 2023
Le sirene lo portarono in salvo. Una storia di quotidiana resilienza.
UNA VITA SENZA
su Amazon
L'incipit
Sirene
Non erano riusciti a capire il misto assunto.
Un sinistro cocktail...
In un bicchiere, tutta la famiglia sciolta nell’acqua.
Ora, in lui.
Il cassetto delle medicine aperto, ogni confezione vuota.
Niente più.
Disteso tra il lavandino e la vasca da bagno, pallido, magrissimo, accoccolato su un diario, le sue braccia, ancora vive, lo difendevano, stringevano. In loro era rimasta energia: non riuscirono facilmente a togliere quelle pagine dalle sue mani.
“È scivolato!” ai soccorritori dissero così i genitori, che indicarono il corridoio, la porta in fondo...
Chiusa, da dentro.
Impronte di calci e pugni sul pannello esterno.
Respirava ancora. Qualche parola ogni tanto.
Uscendo dal portone le braccia si sciolsero, lasciandosi andare sino a toccare terra.
Il barelliere ripose il diario sul suo petto, il respiro si aprì in lunghi sospiri.
Le mani lo ripresero con sé.
Le sirene lo portarono in salvo.
La collana
PAGINE D'AMORE PER MIO FIGLIO
su Amazon
giovedì 1 luglio 2021
UNA VITA SENZA. Una storia di resilienza quotidiana.
TUTTI I LIBRI E GLI EBOOKS DI GIOVANNI TOMMASINI
Il libro su Amazon Prime
Ebook su Amazon Kindle Unlimited
Sirene
Non erano riusciti a capire il misto assunto.
Un sinistro cocktail...
In un bicchiere, tutta la famiglia
sciolta nell’acqua.
Ora, in lui.
Il cassetto delle medicine aperto, ogni
confezione vuota.
Niente più.
Disteso tra il lavandino e la vasca da
bagno, pallido, magrissimo, accoccolato su un diario, le sue braccia, ancora
vive, lo difendevano, stringevano. In loro era rimasta energia: non riuscirono
facilmente a togliere quelle pagine dalle sue mani.
“È scivolato!” ai soccorritori dissero
così i genitori, che indicarono il corridoio, la porta in fondo...
Chiusa, da dentro.
Impronte di calci e pugni sul pannello
esterno.
Respirava ancora. Qualche parola ogni
tanto.
Uscendo dal portone le braccia si
sciolsero, lasciandosi andare sino a toccare terra.
Il barelliere ripose il diario sul suo
petto, il respiro si aprì in lunghi sospiri.
Le mani lo ripresero con sé.
Le sirene lo portarono in salvo.
GIOVANNI TOMMASINI SU AMAZON
CAPITOLO 1
INIZIARE DALLA FINE
“Tommasini?”
“Sì, pronto... ”
“Il consultorio familiare.
Si ricorda? Cesare e tutte le altre assistenze familiari quando lei era
studente universitario. Abbiamo bisogno di vederla, è l'unico che ci è venuto
in mente. Vorremmo proporle di prendersi cura di un ragazzo, non riusciamo a
capire perché ha cercato la fine. Anche
lui Scienze Politiche, mancava solo l’ultimo esame. Ora è fuori pericolo, ma al
suo risveglio vorremmo ci fosse lei ad accoglierlo, ad accompagnarlo nel
ritorno alla vita.”
“Mi spieghi meglio, che
succede?”
“Abbiamo un diario, pensiamo
sia l’unica possibilità per comprendere il gesto e il motivo. A noi è apparso
un tentativo di salvezza, di fuga, e con lei vorremmo proporre, costruire, un
inizio partendo dalla fine. Le chiediamo di leggerlo, prima del suo risveglio”.
“Posso andare a trovarlo?”
“Certo, si chiama Giovanni”.
Era lì, di fronte a me. Tra
noi un vetro, come quello per i nascituri.
Fuori da tutto, finalmente.
Sentivo sollievo,
stranamente non riuscivo a soffrire dinanzi a quell’immagine: il suo diario
nelle mie mani, il suo viso nei miei occhi.
Nessuno era venuto prima di me a
trovarlo. Nessuno.
Una trasparenza ci separava,
mi attendevano le sue parole, al suo risveglio mi avrebbero chiamato.
Avrei infranto quel labile
vitreo confine, per raccogliere assieme i frantumi delle nostre vite e creare
nuovi sguardi sulla vita.
Evitando le schegge che
inevitabilmente avrebbero tentato di colpirci, nuovamente.
Percorrendo il lungo
corridoio verso l’uscita, quelle pagine iniziarono a bruciare nella mia mano.
“Ecco il suo documento, la
chiameremo noi.”
Lasciato l’ospedale,
ritornato in strada, una luce, misto di sole e mare, mi fece perdere i sensi
per un solo attimo, per tornare in me con una palingenetica sensazione.
Non ero uscito da solo...
Era entrato in me, eravamo di nuovo assieme.
Giovanni, il passato va svelato,
ripensato, accettato, altrimenti non rimane che ripeterlo, nessuna possibilità
di scelta per il futuro.
Ciò che avrei voluto dirgli,
ora che ero stato di fronte a lui.
Sentire e capire, avendolo a
lungo osservato disteso su quel letto, dopo l’ultima battaglia persa, in attesa
del suo ritorno.
Cercare l’inizio partendo
dalla fine: solo questo mi portai via dal primo “incontro”.
I pensieri volarono a quei
fogli. Dovevo solo attendere e leggere, senza fretta.
Un viaggio senza conoscere
la meta finale.
Le prime parole, intanto,
sul filobus, verso Pian di Poma, sul diamante della mia giovinezza: la terra
rossa, l’erba da accarezzare e le sue pagine.
Parole rare e preziose come una ferita, mai dette, subite, mai ripetute, confessate. La paura fossero vere, insostenibili, enormi.
CAPITOLO 2
CI SARANNO LE PAROLE
PER TUTTO QUESTO?
TUTTI I LIBRI E GLI EBOOKS DI GIOVANNI TOMMASINI
Non riuscii più a
interrompere la lettura.
Una testimonianza, una
confessione, una liberazione.
Un rincorrersi, cercare
rifugio nella creazione di un testo, creare un senso, risorgere da un vuoto che
rapisce.
Leggevo, vivevo le parole di
Giovanni e in me esplodeva un testo, profondo, nascosto, mai scritto.
Pagine senza data, un
affastellamento di eventi all’apparenza inesprimibili, incomprensibili,
drammaticamente incancellabili.
Non mi rimanete che voi,
pagine bianche, chiedo a Voi, almeno a Voi, accoglienza, ascolto, per far
nascere ciò che non riesco a vivere, tenere in me.
Inizierò da quella
mattina in cui il male uscì, per la prima volta, da quel portone.
Troverò le parole per dar
voce all’inferno quotidiano che mi esplode dentro e mi porta lontano, sempre
più estraneo a me stesso.
Quel giorno avrei potuto
dirlo, ma non avevo ancora individuato le giuste parole per esprimere il perché
mi trovavo lì, di fronte a quel dottore.
Lo rividi il mese dopo
per sentirmi comunicare che era andato tutto a posto.
Questo avrei voluto dire:
“Mi avete tolto il gesso ma in gabbia sono rimasto io. Mi hanno inciso l’anima,
scalfito i sogni, spento il sorriso.
Strappato ogni pagina più bella, accartocciata e buttata nel
cesso. Ma è venuto il momento di riprenderle tutte.
E i conti li faremo alla
fine...”
Ora scrivo io.
.............
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PAGINE D'AMORE PER MIO FIGLIO
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Sette Libri e due favole in un'unico Ebook.
Sette storie di vita vissute in prima linea. Con un unica piattaforma social di riferimento, nella quale cercare un'amicizie e condividere le proprie esperienze. L'Altro e la Realtà.
SONO CESARE...TUTTO BENE. Una relazione di reciproco aiuto.
UNA VITA SENZA. Una storia di quotidiana resilienza.
L'ULTIMA LETTERA ALLA MIA PRIMA FIDANZATA.
IL SOGNO AMERICANO DEL TOMATO BASEBALL CLUB. Racconti.
LA SCRITTURA EMOTIVA.
PAPÀ MI CONNETTI?. La dipendenza da internet e il futuro delle nuove generazioni, che stanno nascendo, crescendo, vivendo perennemente connessi, senza più la fecondante esperienza relazionale con un Altro significante. Con un capitolo finale di descrizione delle nuove e gravi patologie derivanti dalla dipendenza da internet. Test finale per valutare la propria dipendenza da internet.
IL VIRUS SIAMO NOI. Riflessioni in quarantena. ....
CAPPUCCETTO ROSSO AI TEMPI DEL COVID.
IL BAMBINO CHE CON IL SORRISO TRASFORMAVA LE PIETRE IN DIAMANTI.
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La felicità non si vive, si ricorda.
Un libro, questo, che va letto con il cuore completamente aperto.
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