Mi pare una buona occasione per iniziare da una
presentazione dell’inizio del percorso che mi ha portato ad entrare in contatto
con questa realtà che come motto ha “il sito che ti da un’opportunità”.
La scommessa del gruppo di questo network, come indicato sulla loro pagina di presentazione, è "caratterizzarsi e distinguersi dal resto".
Non tutti i giorni si sentono queste parole.
Anzi a leggerle quasi non ci credevo di tanta bellezza
nella disponibilità a creare reciprocità e collaborazioni.
Ho così cliccato su CONTATTI e compilato i campi richiesti
per restituire il mio entusiasmo alla proposta e opportunità.
Per cui dopo alcuni messaggi di prima conoscenza eccomi qui
a raccontarvi la mia storia di “scrittore per caso”.
Iniziata con l’acquisto di un computer portatile in offerta
speciale nel lontano inverno del 2012.
Tutto iniziò così…
…….
“Gian ho comprato un
portatile, faccio venire giù tutto”.
Così annunciai la mia volontà
di mettere in forma di racconto le mie vicende personali.
Non solo per raccontarle, ma
anche per farne una strada da seguire, esperienze da proporre, da condividere,
da rivivere assieme, ognuno nel suo mondo, nei suoi ricordi, sul proprio tono
emotivo.
Mi misi a scrivere…
Tre pagine sui “piccoli
inconsapevoli eroi del baseball”, le inviai a varie case editrici che si
occupavano di sport, cultura sportiva, educazione allo sport.
Mi chiamò Fabio Mancini della
G.Danna di Firenze, sito Edusport.it.
“Tommasini
ci è piaciuto molto il suo modo di romanzare la realtà, ci può mandare tutto il
racconto vorremmo pubblicarlo sul nostro sito come articolo del mese e avremmo
intenzione di fare un Dvd sull’insegnamento del baseball nell’ora di educazione
fisica nelle scuole superiori.”
Cosa avevo scritto?
Vado a rivedere la mail, “vi invio le prime tre pagine del mio
racconto Piccoli inconsapevoli eroi del baseball, una quindicina di adolescenti
che nel 1976 appena festeggiata la propria età entrata in doppia cifra, vengono
introdotti all’arte del baseball e niente fu più come prima”.
Dimenticai di scrivere che le
pagine erano sì le prime ma anche le uniche…
Il racconto era ancora tutto
da scrivere..
Ma per il sito edusport.it era richiesto tutto il
racconto.
Mi ritrovai nella stessa
condizione nella quale proprio negli anni narrati dovevo fare i compiti per le
vacanze.
Mi misi così al lavoro.
Lo pubblicarono sul sito come
articolo del mese di luglio, il primo agosto fu segnalato dalla FIBS –
Federazione Italiana Baseball e Softball sul sito ufficiale federale.
Iniziarono a contattarmi vari
siti, redazioni online, soprattutto baseballmania, come folgorati dal racconto.
“Qualcosa rapisce, le parole vanno in profondità, chi le legge non le
dimentica, anzi è come se le riscrivesse in relazione al proprio vissuto e
stato emotivo”.
Mi chiamç Giovanni Colantuono
da Nettuno, redattore del sito online Baseballmania.
“Tommasini sei il primo che racconta il baseball così, c’è tutto nel tuo
racconto, non solo il battiecorri, ci siamo tutti noi, le nostre passioni, il
modo di vivere la vita e lo sport, posso pubblicarlo, parlami di te, voglio
sapere di più, ti faccio un articolo di presentazione, scrivine altri, facciamo
una rubrica dedicata ai racconti di Giovanni Tommasini sul baseball, sui
Piccoli inconsapevoli del Tomato baseball club.”
Pochi giorni dopo il mio
esordio come scrittore, per la prima volta fui definito tale.
Che sta succedendo e come mai
il mio modo di narrare le mie vicende personali riproposte in una narrazione
talmente intima da elicitare reazioni nel lettore anch’esse profondamente
personale, che sono nella lettura tradotte in un linguaggio universale, per cui
chi legge si rivede, rivive parti di se e del proprio esperito?
Arrivarono
i primi commenti dai lettori.
Saranno dello stesso tenore
dei commenti della mia prima correttrice di bozze, una volta raccolti tutti i
racconti che in tre mesi furono da me scritti quasi compulsivamente e che, a
poche settimane dalla pubblicazione sui siti che li richiesero, andranno a dare
vita al mio primo libro.
Noto un comune denominatore.
Le mie parole emozionano, la
mia descrizione delle realtà restituite toccano il lato emotivo, “il testo possiede la qualità propria delle
opere d’arte, emoziona” così viene commentato il mio testo durante
l’editing.
Si usano gli specchi per
guardarsi il viso, e si usa l’arte per guardarsi l’anima.
George Bernard Shaw
Inizio a chiedermi come mai
questo “effetto” come penso il mio scrivere?
Perché ho iniziato a scrivere,
da dove è partita la spinta, la necessità di esprimere un mio vissuto, quale
esigenza ha mosso la mia volontà, mi ha portato sulla tastiera febbrilmente,
come se non ci fosse altra cosa da fare.
Se il mondo fosse chiaro,
l’arte non esisterebbe.
Albert Camus
Ne L’ARTE DEL BASEBALL la
proposta, l’esigenza, la restituzione di partenza era:
Il racconto dell’esperienza di
una quindicina di bambini che partendo dai sotterranei di un parcheggio nel
centro della spettacolare Sanremo, in “balia” di due personalità appassionate,
visionarie, vivranno un’esperienza “adulta” in un’età ancora tenera.
La necessità di sottolineare
la bellezza e profondità di un’avventura che li cambierà per sempre e insegnerà
il piacere di fare bene una cosa, con passione, curiosità, senza pensare ai
risultati, ma solo per poter esprimere pienamente se stessi, conoscersi meglio,
crescere assieme.
L’articolazione del concetto
più ampio del crescere avendo la fortuna di essere coinvolti un’avventura
sproporzionata alla propria età, e il grande valore della passione, curiosità,
amicizia, sana follia che porterà questi bambini a vivere un’esperienza che
darà loro una formazione e impronta indelebile per tutta la loro vita.
Il ricordo dei quegli anni,
luoghi, sentimenti provati, contesti, umanità, vissuti saranno i sotto concetti
che hanno permesso l’articolazione e la restituzione delle storie narrate nei
racconti che formano L’ARTE DEL BASEBALL.
Tra i racconti uno in
particolare mi ha coinvolto totalmente ed è stato scritto coinvolgendo
unicamente il mio essere emotivo.
Era già da qualche tempo che
in me ridondava il concetto della “dipendenza”, il ricordo di un nostro
compagno di squadra che si “bucava”, il nostro vivere questo dramma, non
sapendo che fare, nascondendo la nostra sofferenza e amore nei confronti di un
nostro compagno di squadra da tutti amato.
Legato al concetto di
dipendenza quello della nostra impotenza, quello del nostro essere troppo piccoli
di fronte ad un tema così grande, le nostre emozioni che non riuscivamo ad
esprimere, dominare, vivere.
Che esplodevano nei nostri
peggiori incubi, fantasie, sofferenze soffocate.
Era tutto un misto di questi
“temi” e non riuscivo a capire come fare a de-scrivere, restituire tutta
quest’umanità, così intensamente sentita da tutti in profondità inaccessibili.
Ero in coda al supermercato e
come un lampo che squarcia il cielo e le nuvole mi si presentò il racconto.
Tutti i concetti sino allora cresciuti creando solo ordigni inesplosi in me.
Fu sconvolgente e in me iniziò
a piovere, tuonare, grandinare.
Arrivato in tutta fretta a
casa mi misi alla tastiera piangendo e in venti minuti come travolto da una
vera e propria “tempesta” scrissi il racconto….
Ormai
in gioco.
Mi chiedo, che fare?
Godermi questo primo
inaspettato, mai progettato, impensabile sino a pochi mesi prima, libro o
provare a scrivere altro, e cosa?
E come?
Tutti mi chiedono una cosa.
Scrivi Cesare.
La tua storia con il bambino
autistico che hai vissuto per quindici anni.
Decido di andare avanti
.Rimanere in gioco.
Nasce il progetto di
restituire la mia prima esperienza da educatore domiciliare.
Inizio a pormi delle domande e
intravvedere il percorso già inconsapevolmente fatto nello scrivere i racconti
de L’ARTE DEL BASEBALL.
La prima risposta da dare.
Nel futuro secondo libro, SONO CESARE ….TUTTO BENE, quale il “vissuto” da restituire?
Ripensando alla fortuna di
aver vissuto il rapporto con Cesare, bambino affetto da una grave forma di autismo,
nasce in me l’impellente e improrogabile necessità di rappresentare concetti
molto radicati da questa esperienza estrema, ben radicati in me, ma da portare
alla luce della consapevolezza.
Il primo passo diverso da
quello delle prime tre pagine…
Ora inizio a progettare il
percorso, sta nascendo un metodo, mettere in chiaro le basi di partenza, le
radici del racconto, molto prima di
mettermi in contatto con tutto il resto, che ancora non è chiaro in me, ma in
questa occasione inizio a “vedere” nella lenta costruzione del libro.
In quest’occasione non vi è
più l’occasionalità, ma un vero e proprio “pensiero costruttivo”.
Una consapevolezza.
Essendo un progetto e non una
casualità, inizio a capire veramente se sarà possibile propormi come scrittore
o lasciar stare considerando una fortunata esperienza, il mio esordio narrativo
e niente più.
Appuntare ciò che voglio
esprimere a prescindere dalla storia che andrò a restituire.
L’arte
non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è.
Paul
Klee
Ed eccomi qui alla tastiera a
raccontarvi l’inizio del mio percorso e del perché mi definisco uno scrittore
per caso.
Nei prossimi articoli i
presenterò uno alla volta tutti i libri nati da quelle prime tre pagine.
Perché da quel racconto nato
per caso, dieci anni dopo, nell’agosto appena passato è uscito il mio
dodicesimo libro…
Qui di seguito vi propongo una
presentazione scritta da Antonella Giordano durante un’intervista per l’uscita
di uno dei miei libri successivi a quelle prime tre pagine…
Giovanni Tommasini
Ama definirsi come uno “scrittore per
caso” Giovanni Tommasini. “Scrittore per caso” dal 2013, per l’esattezza.
Sicuramente non è uno scrittore qualunque a giudicare dalla risonanza che hanno
ottenuto tutti suoi libri le cui narrazioni seguono indistintamente le orme di
tematiche sociali e civili, soprattutto in merito alla “costruzione di una
relazione d’aiuto”. Per Giovanni Tommasini l’impegno sociale è una mission non
casuale. Sanremese, classe 1966, dopo la laurea in scienze politiche conseguita
all’università di Genova, ha dedicato la sua vita portando aiuto nei contesti
più bisognosi della società. Educatore e seminarista iscritto all’albo
professionale e inizialmente impegnato come collaboratore nei consultori
familiari di quartiere in qualità di assistente domiciliare, dal 1994 è
educatore nei centri diurni e nelle case famiglia della Cooperativa Genova
Integrazione, a marchio Anffas. Le sue esperienze professionali maturate sul
campo ne fanno una voce autorevole per comprendere il panorama dei mali che
affliggono le tante realtà sociali del nostro tempo.
Nei suoi seminari, propone dibattiti e
laboratori su autismo, scrittura emotiva, dipendenza da internet, cultura
sportiva e nuove generazioni. È autore di diversi libri, tra i quali notevoli
sono i saggi "Papà mi connetti?", "Il virus siamo noi",
"Emozioni e parole. La scrittura emotiva".
Non meno importanti e intensi i testi di
narrativa “Il sogno americano del Tomato Baseball Club” “La musicalità del
silenzio. Il nostro autismo e quello del mondo attorno a noi”, “Una vita senza.
Una storia di quotidiana resilienza”, "L’ultima lettera alla mia prima
fidanzata", “Terra battuta. Essere vivi e scendere a rete, questa la
felicità”.
Nell’estate del 2023 le ultime fatiche
editoriali di questo prolifico autore hanno prodotto i libri “Panico ben
temperato”, “Cinema e sport, 12 film indimenticabili” e “Mondo contrario”.
Tutte le proposte editoriali di questo
prolifico autore sono state dallo stesso prodotte e pubblicate su Amazon.
Antonella Giordano
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