Storie di vita vissuta in relazione con l'Altro e la realtà.
Due piattaforme social sempre meno frequentate.
Per tornare a vivere nella dimensione del NOI.
IL 4 GIUGNO 2024 SARA' RICORDATO PER LA PRIMA VOLTA DI UN ITALIANO NUMERO UNO NELLA CLASSIFICA MONDIALE ATP DI TENNIS. AVEVO SCRITTO CHE SINNER NON E' SOLO TENNIS. LEGGENDO L'ARTICOLO CAPIRETE ANCHE IL PERCHE'.
abbiamo anche vinto la COPPA DAVIS, ANCHE E SOPRATTUTTO GRAZIE A...
SINNER
APPRODA ALLA FINALE DELLE FINALS ATP 2022 DI TORINO
Sinner scriverà pagine importanti e indimenticabili nel #libro della storia del #tennis.
Non è solo tennis, ma una "parabola" sportiva e esistenziale da restituire alle nuove generazioni.
Impegno, sacrificio, fatica, coraggio, scelte da sostenere nella consapevolezza di averle fatte per affrontare meglio il futuro.
Lo sguardo sempre rivolto in avanti, senza farsi distrarre dalle inevitabili critiche, forti della fiducia di avere in mano il timone del proprio destino.
Tutto ciò sta dimostrando questo campione.
Nella vita si può essere padroni e autori del proprio cammino, a prescindere dai risultati, credendoci sempre.
Sinner ha abbattuto per la TERZA volta in poche settimane il muro di gomma chiamato Medvedev.
Finalmente. Ha vinto il decimo torneo ATP.
Ed è solo all'inizio della sua carriera sportiva.
Riscriverà la storia del tennis italiano, anche se ha dichiarato che a lui importa la sua di storia, e va rispettato e capito in questo.
Ha già sconfitto più volte il predestinato.
Il futuro sarà nelle loro corde.
Sinner ha battuto per la quarta volta Alcaraz.
E' diventato il quarto al mondo nel massimo circuito professionistico del tennis, conduce quattro match a tre sul fenomeno spagnolo, già numero uno al mondo, il più giovane di sempre sulla vetta della classifica ATP.
Com'è arrivato a questi risultati storici il tennista altoatesino?
Se ripercorriamo la carriera degli ultimi anni, dal suo esordio nel circuito professionistico ad oggi, è possibile delineare alcune caratteristiche che andrebbero restituite e proposte in tutte le scuole, a chi si sta ponendo domande su come riuscire a diventare autore del proprio destino, e a chi si sta affacciando alla vita, prima di esserne per sempre rapito.
SINNER HA FATTO DELLE SCELTE, PERSONALI, E LE HA PERSEGUITE.
Scegliere non è semplice, gratis, e soprattutto è faticoso.
Immaginarsi un percorso, creare un progetto e porsi degli obiettivi da raggiungere.
Nel circuito ATP tutti si approcciano in questo modo, ognuno scegliendo il proprio percorso, intraprendendo un cammino, accettandone la fatica, nel tentativo di raggiungere risultati.
E' possibile trarre insegnamenti preziosi dall'esempio che ogni giorno, ogni partita, ogni torneo perso e vinto, campioni quali Sinner, Alcaraz, e tutti coloro che intraprendono una carriera professionistica, esprimono con il loro incedere per proporsi nell'agonismo quotidiano.
Come se avessero inizialmente risolto e risposto definitivamente ad una domanda madre?
Ho talento, posso conseguire risultati, cosa faccio?
Non scelgo nulla, e mi tengo la sicurezza che nulla raggiungerò, o mi metto in gioco, in crisi, accettando e vivendo la fatica del disequilibrio, il dubbio di non riuscire, le sconfitte di gran lunga superiori alle vittorie, ma scelgo di provarci?
Perché nella vita la differenza la fa l'intenzione, la disponibilità a stare in più possibile nel dubbio, a vivere l'incertezza come una possibilità di arricchimento, crescita, scoperta, di se stessi e delle possibilità che la vita, la realtà, propone nel nostro incedere quotidiano.
Sinner ha scelto di mettersi in crisi, di non accontentarsi di una carriera sicura tra i primi 20 al mondo, di immaginare, creare in sè il percorso più difficile, come riuscire ad abbattere muri in successione.
"Voglio riuscire a battere i top ten" un giorno disse, rendendosi conto che era sulla soglia dei primi dieci al mondo e se rimaneva a fare sempre le stesse cose non sarebbe mai riuscito ad entrare nell'olimpo dello sport che gli stava dando delle possibilità.
Ha fatto delle scelte, coraggiose, criticate da molti, ma convinto che almeno avrebbe avuto il ricordo di averle fatte, averci provato, a prescindere dall'incertezza dei risultati.
Mettendo sul piatto, oltre che la disponibilità a creare disequilibri, a mettersi in crisi appunto, anche un altra qualità fondamentale per sperare di riuscire nei propri intenti.
Una linea, un filo, da tenere sempre presente, una rotta da avere di fronte, come un orizzonte da perseguire, prendere, con il timone ben fermo tre le proprie mani, a prescindere dalle cadute, rialzandosi ogni volta con il pensiero del percorso da perseguire.
Ed eccoci qui.
Il secondo italiano nella storia a essere al numero quattro del mondo.
Sicuramente una tappa di un personale Tour de France, con un arrivo finale ancora molto lontano, vista la giovane età.
Sinner non è solo tennis, ma una "parabola" sportiva e esistenziale da restituire alle nuove generazioni.
Impegno, sacrificio, fatica, coraggio, scelte da sostenere nella consapevolezza di averle fatte per affrontare meglio il futuro.
Lo sguardo sempre rivolto in avanti, senza farsi distrarre dalle inevitabili critiche, forti della fiducia di avere in mano il timone del proprio destino.
Tutto ciò sta dimostrando questo campione.
Nella vita si può essere padroni e autori del proprio cammino, a prescindere dai risultati, credendoci sempre.
Ed è solo all'inizio della sua carriera sportiva.
Riscriverà la storia del tennis italiano, anche se ha dichiarato che a lui importa la sua di storia, e va rispettato e capito in questo.
Ha già sconfitto più volte il predestinato.
Alcaraz.
Il futuro sarà nelle loro corde.
E' diventato il numero due del mondo nel massimo circuito professionistico del tennis.
L'unico italiano nella storia.
Com'è arrivato a questi risultati storici il tennista altoatesino?
Se ripercorriamo la carriera degli ultimi anni, dal suo esordio nel circuito professionistico ad oggi, è possibile delineare alcune caratteristiche che andrebbero restituite e proposte in tutte le scuole, a chi si sta ponendo domande su come riuscire a diventare autori del proprio destino, e a chi si sta affacciando alla vita, prima di esserne per sempre rapito.
SINNER HA FATTO DELLE SCELTE, PERSONALI, E LE HA PERSEGUITE.
Scegliere non è semplice, gratis, e soprattutto è faticoso.
Immaginarsi un percorso, creare un progetto e porsi degli obiettivi da raggiungere.
Nel circuito ATP tutti si approcciano in questo modo, ognuno scegliendo il proprio percorso, intraprendendo un cammino, accettandone la fatica, nel tentativo di raggiungere risultati.
E' possibile trarre insegnamenti preziosi dall'esempio che ogni giorno, ogni partita, ogni torneo perso e vinto, da campioni quali Sinner, Alcaraz, e tutti coloro che intraprendono una carriera professionistica, esprimondo con il loro incedere la voglia di vivere nell'agone dell'agonismo quotidiano.
Come se avessero inizialmente risolto e risposto definitivamente ad una domanda madre?
Ho talento, posso conseguire risultati, cosa faccio?
Non scelgo nulla, e mi tengo la sicurezza che nulla raggiungerò, o mi metto in gioco, in crisi, accettando e vivendo la fatica del disequilibrio, il dubbio di non riuscire, le iniziali sconfitte di gran lunga superiori alle vittorie, ma scelgo di provarci?
Perché nella vita la differenza la fa l'intenzione, la disponibilità a stare il più possibile nel dubbio, a vivere l'incertezza come una possibilità di arricchimento, crescita, scoperta, di se stessi e delle possibilità che la vita, la realtà, propone nel nostro incedere quotidiano.
Sinner ha scelto di mettersi in crisi, di non accontentarsi di una carriera sicura tra i primi 30, 20, al mondo, di immaginare, creare in sè il percorso più difficile, come riuscire ad abbattere muri in successione.
"Voglio riuscire a battere i top ten" un giorno disse, rendendosi conto che era sulla soglia dei primi dieci al mondo e se rimaneva a fare sempre le stesse cose non sarebbe mai riuscito ad entrare nell'olimpo dello sport che gli stava dando delle possibilità.
Ha fatto delle scelte, coraggiose, criticate da molti, ma convinto che almeno avrebbe avuto il ricordo di averle fatte, averci provato, a prescindere dall'incertezza dei risultati.
Mettendo sul piatto, oltre che la disponibilità a creare disequilibri, a mettersi in crisi appunto, anche un altra qualità fondamentale per sperare di riuscire nei propri intenti.
La consistenza a prescindere dalle contingenze.
Una linea, un filo, da tenere sempre presente, una rotta da avere di fronte, come un orizzonte da perseguire, prendere, con il timone ben fermo tre le proprie mani, a prescindere dalle cadute, rialzandosi ogni volta con il pensiero del percorso da perseguire.
Tappe di un personale Tour de France, con un arrivo finale ancora molto lontano, vista la giovane età.
Sinner esprime la pedagogia del "viaggio dell'eroe" che Vogler ha ben spiegato.
Un canovaccio novecentesco che pare ormai dimenticato, ognuno di noi, genitori e figli, persi in uno schermo di un device.
La disponibilità a rimanere in gioco, a frequentare due piattaforme social ormai senza più follower.
L'Altro e la Realtà.
L'avversario è la pallina che ti ritorna.
Uno slancio rischioso, faticoso, affascinante.
La possibilità di toccare con mano e vivere la felicità.
L'avversario, l'Altro, la pallina, la Realtà.
Due prospettive, due altrove, da rispettare e amare, nella misura in cui altro non sono che le vie maestre per realizzare se stessi.
Per essere, nelle sconfitte e nelle vittorie, gli autori e i padroni del proprio destino.
"Si può iniziare in ogni momento una nuova vita, come fosse la prima volta, e rinascere ad ogni lancio di pallina per riproporsi e andare a vivere ogni volta un sogno diverso.
In TERRA BATTUTA il tennis viene ad assumere il tono di una allegoria e un inno alla vita.
Lo sfondo e il pre testo sul quale narrare una storia di vita apparentemente ingiocabile, all'interno della quale cercare, trovare e aprire, quello scrigno in cui sono custoditi i momenti migliori vissuti, alle volte dimenticati, ma sempre in noi.
Sogni, miti, passioni, nel ricordo delle imprese degli eroi di questo meraviglioso sport e dei suoi due più mirabili cantori.
Impronte preziose da portare alla consapevolezza.
Per far risplendere, in tutti noi, quella luce che ha permesso di credere che la vita si possa giocare, scendendo a rete, con la voglia di affrontare la realtà che l'Altro ci riproporrà nella risposta al nostro servizio di rimessa in gioco.
"Si può iniziare in ogni momento una nuova vita, come fosse la prima volta, e rinascere ad ogni lancio di pallina per riproporsi e andare a vivere ogni volta un sogno diverso.
Confrontarsi, lottare, a prescindere dal risultato finale.
Dare il meglio per sperimentare diversi modi di affrontare il
gioco, e ogni volta uscire dal campo con qualcosa in più, occhi diversi, respiro approfondito, con la voglia di andare a riproporsi e rimettersi a repentaglio.
John fu il primo a trasmettermi, attraverso le sue gesta e la singola espressione del suo tennis, la visione della vita che lo caratterizzava; uno sguardo cocciuto sul futuro, perché un’altra vita era possibile."
Cioè la vita vissuta, prima di esserne definitivamente rapito.
Otto campi da tennis, un salice piangente che ti accoglieva all’uscita del bar di fronte ai due campi centrali, sempre pronto ad accogliere chi avesse bisogno di una pausa dal sole e dalle fatiche che quella terra rossa pretendeva... il paradiso terrestre ai miei piedi.
TERRA BATTUTA
Essere vivi e scendere a rete. Questa la felicità.
In TERRA BATTUTA il tennis viene ad assumere il tono di una allegoria e un inno alla vita.
Lo sfondo e il pre testo sul quale narrare una storia di vita apparentemente ingiocabile, all'interno della quale cercare, trovare e aprire, quello scrigno in cui sono custoditi i momenti migliori vissuti, alle volte dimenticati, ma sempre in noi.
Sogni, miti, passioni, nel ricordo delle imprese degli eroi di questo meraviglioso sport e dei suoi due più mirabili cantori.
Impronte preziose da portare alla consapevolezza,
Per far risplendere, in tutti noi, quella luce che ha permesso di credere che la vita si può giocare, scendendo a rete, con la voglia di affrontare la realtà che l'Altro ci riproporrà nella risposta al nostro servizio di rimessa in gioco.
Trama:
È da poco iniziato il suo turno in casa-famiglia, quando il telefono aziendale squilla e Giovanni si ritrova a stringere la cornetta, senza credere a quello che sta accadendo: qualcosa di grave è successo e il suo mondo, stavolta, sta crollando sul serio. Stavolta la voce di sua madre, che rimbomba nelle sue orecchie da chilometri di distanza come un grido d’aiuto, non lascia adito a dubbi.
“Vieni subito a casa! Presto!”
Non c’è altro tempo da perdere: qualcosa ha spinto suo padre a uscire di casa, e tutti sono portati a credere che non tornerà mai più. Giovanni si catapulta nella natia Sanremo, teatro di guerre e conflitti dentro e oltre le mura di casa, per recuperare il possibile; mentre, nella foga di sistemare il puzzle misterioso che gli si dipana davanti, nuove domande ritornano a porre altrettanto vecchi dilemmi, provenienti dal suo passato. E, sotto il segno sorprendente di tennisti impavidi come Lendl e McEnroe, boxer bramosi come Marvin e Mugabi, gli si spalancano le porte di un viaggio travolgente sulle orme degli eroi della redenzione sociale, che obbliga Giovanni e la sua famiglia a fare i conti con la propria identità e a instillare un processo di rinnovamento doloroso ma potente: solo chi sa perdonare, riesce a sentire la grandezza che nasconde la vita. Solo chi sa reinventarsi senza limiti, ottiene la felicità più vera.
Un omaggio e ringraziamento al tennis e i suoi protagonisti e cantori.
A John e la sua ricerca della perfezione, la sua dolcissima irriverenza, i suoi servizi slice a uscire, la sua intolleranza verso tutto ciò che, attorno a lui, non era al posto giusto al momento giusto.
Ivan, per aver chiesto a John di rimanere ancora un po’ con lui ad allenarsi dopo il riscaldamento: alla sua religiosa resilienza, per non essersi mai sentito “the chicken”; e per quel passante, che gli aprì le porte alla realtà e lo lanciò dall’altra parte del mondo... quel passante di chi crede che la vita sia giocabile. Sempre.
A Boris, per la sua giovinezza, e per quel sogno realizzato che fece toccare e accarezzare l’erba di Winbledon anche a noi, allora tuoi coetanei... Grazie. È stato bellissimo.
A Ion, per la testimonianza di una vita fatta di coraggio, di futuro e per il suo sguardo sempre rivolto ad un avvenire da sognare e realizzare: grazie, Ion.
A Guillermo, per il tuo cuore che fece battere non solo quello di Carolina; per la tua bellezza e il tuo vivere la vita come se fosse stata un romanzo da regalare a tutti noi: grazie. Erano anni in cui la vita aveva bisogno di bellezza e amore, e tu ce li hai regalati.
A Gianni e Rino. Senza di voi, niente sarebbe stato così indimenticabile: i vostri sorrisi, la vostra voce, le vostre parole.
Hanno fecondato e nutrito tutti noi, che stavamo nascendo e avevamo fame di vita; grazie per averci regalato tutto ciò di cui avevamo bisogno... parole, emozioni... ora e per sempre, in noi.
Al “meraviglioso” e alla “bestia”... a quella sesta ripresa in cui l’estetica incontrò, esaltandosi, la fame, per dipingere su una madida tela di cemento l’eterna agonia del ritorno a casa.
Con Rino, a bordo ring, a rigettarci sul campo con parole come i pugni, che si incrociarono per mettere in scena tutti noi, i nostri padri, la storia da cui tutti noi arriviamo: Marvin in piedi e John al tappeto.
L’uomo più solo al mondo, l’Africa. Grazie.
A mio padre, per avermi abbandonato in paradiso e avermi rivelato, alla fine dei suoi giorni, la sua verità. E aver permesso così di sciogliere una male-dizione in una bene-dizione.
A mia mamma, per essere sempre rimasta vicina a tutti noi, nonostante tutto, cercando di mettere assieme i brandelli del meglio rimasto dopo il temporale.
A Don King, perché ognuno di noi ha bisogno di follia, quella che ci tiene in piedi dalla mattina alla sera, e di avere in noi la gioia di vivere perché “si può fare, è giocabile”...
Con grande piacere e altrettanta emozione, posso annunciare, la pubblicazione della mia ultima fatica editoriale.
Disponibile in vera #ebook #KindleUnlimited su #Amazon. Anche formato cartaceo, sia con copertina flessibile, che rigida.
Una breve presentazione:
In TERRA BATTUTA il tennis viene ad assumere il tono di una allegoria e un inno alla vita.
Lo sfondo e il pre testo sul quale narrare una storia di vita apparentemente ingiocabile, all'interno della quale cercare, trovare e aprire, quello scrigno in cui sono custoditi i momenti migliori vissuti, alle volte dimenticati, ma sempre in noi.
Sogni, miti, passioni, nel ricordo delle imprese degli eroi di questo meraviglioso sport e dei suoi due più mirabili cantori.
Impronte preziose da portare alla consapevolezza,
Per far risplendere, in tutti noi, quella luce che ha permesso di credere che la vita si può giocare, scendendo a rete, con la voglia di affrontare la realtà che l'Altro ci riproporrà nella risposta al nostro servizio di rimessa in gioco.
Chi ha giocato a baseball, a mio giudizio, è una persona per certi aspetti speciale. Il baseball non è uno sport qualunque, il baseball non forma solo atleti veri. Il baseball forma uomini particolari. Come Giovanni Tommasini. Giocatore di baseball e oggi scrittore. Lui è passato per quel campo di forma particolare che si chiama diamante. Il verde dell’erba, la terra rossa; metti il caschetto, impugni la mazza e ti appresti a entrare nel box di battuta. Tu contro tutti: su quella collinetta c’è il lanciatore pronto a sfidarti; intorno a lui, i suoi compagni di squadra pronti a eliminarti se non ci riesce quel lanciatore.
Giovanni Tommasini l’ha vissuto sulla sua pelle, ha provato cosa significa scivolare su quella terra rossa per arrivare in base prima che i difensori avversari riescano ad eliminarti.
Una mail, una telefonata e ho conosciuto Giovanni. Dopo aver scambiato due parole ho subito capito quanto il baseball sia ancora nella sua vita. Quando poi ho letto Tomato, il suo primo racconto, mi sono reso conto quanto sia speciale questo autore ligure. Tutto il bello, tutta la magia di questo sport si ritrovano nei suoi scritti, prendendo spunto dalla nascita della prima squadra di baseball nella città di Sanremo fino alla favolosa storia di Alex Liddi. Il primo vero professionista da Major League italiano. Di Sanremo.
Quelli di Tommasini non sono semplici racconti. Con le sue citazioni di grandi scrittori, di grandi compositori e di grandi poeti, riesce a fare del baseball un insegnamento di vita. Il baseball non solo come sport di squadra ma come vera e propria palestra di vita. In ogni suo ruolo, dal lanciatore al ricevitore, dall’interbase all’esterno, questo sport ha qualcosa da dare.
Scrive Tommasini parlando del lanciatore in Nove Le Punte Di Diamante: “La traiettoria richiesta dal ricevitore, una possibilità di attracco per il battitore; l’incontro della mazza con la pallina lanciata, lo sbarco sognato sul nuovo mondo.
Eroi. Possiamo essere eroi, per un solo giorno e per sempre”.
Da lì sono arrivare le pubblicazioni sul mio sito Baseballmania, perché ho creduto subito in quello che Giovanni mi stava proponendo. Mai nessuno in Italia aveva scritto di baseball nel modo in cui lo ha fatto lui. Dai primi racconti a quelli che Giovanni ha iniziato a scrivere in seguito, qualcosa è nato anche dallo scambio delle nostre idee, come lo splendido racconto della vita di Agostino Liddi. L’origine di Alex Liddi.
Poi tutto è successo in poco tempo, perché i racconti di Tommasini volano veloci, come una dritta oltre le 90 miglia di un pitcher di Major League. Fino ad arrivare a questo libro che raccoglie, con un filo conduttore unico, tutti i racconti di questo grande scrittore ligure. Il primo grande scrittore di baseball in Italia.
Chi ha giocato a baseball è una persona speciale.
Quando avrete finito di leggere questo libro avrete capito anche il perché.
Per vivere ogni possibile declinazione della meravigliosa espressione delle relazioni umane all'interno della competizione sportiva e del mondo che ne fa parte.
In questa raccolta sono riproposti dodici film di sport che fanno parte della storia del cinema in quanto capolavori assoluti di questa arte moderna che rende possibile entrare nel cuore delle più preziose e rare vicende umane, regalandoci la possibilità di viverle come se ne fossimo anche noi spettori i protagonisti.
Dodici film da vedere in famiglia, proporre nelle scuole, godere con gli amici.
Per riflettere sulle umane vicende, fuori dalla logica dello sport rappresentato in questi tempi, troppo spesso, in toni che poco hanno a vedere con la bellezza di ciò che può essere espresso dalla più alta definizione di questa realtà.
Lo SPORT nella sua dimensione più generosa di emozioni e dalle gesta indimenticabili.
Cioè la vita vissuta, prima di esserne definitivamente rapito.
Otto campi da tennis, un salice piangente che ti accoglieva all’uscita del bar di fronte ai due campi centrali, sempre pronto ad accogliere chi avesse bisogno di una pausa dal sole e dalle fatiche che quella terra rossa pretendeva... il paradiso terrestre ai miei piedi.
Il mio nuovo libro è realtà.
TERRA BATTUTA
Essere vivi e scendere a rete. Questa la felicità.
In TERRA BATTUTA il tennis viene ad assumere il tono di una allegoria e un inno alla vita.
Lo sfondo e il pre testo sul quale narrare una storia di vita apparentemente ingiocabile, all'interno della quale cercare, trovare e aprire, quello scrigno in cui sono custoditi i momenti migliori vissuti, alle volte dimenticati, ma sempre in noi.
Sogni, miti, passioni, nel ricordo delle imprese degli eroi di questo meraviglioso sport e dei suoi due più mirabili cantori.
Impronte preziose da portare alla consapevolezza,
Per far risplendere, in tutti noi, quella luce che ha permesso di credere che la vita si può giocare, scendendo a rete, con la voglia di affrontare la realtà che l'Altro ci riproporrà nella risposta al nostro servizio di rimessa in gioco.
Trama: È da poco iniziato il suo turno in casa-famiglia, quando il telefono aziendale squilla e Giovanni si ritrova a stringere la cornetta, senza credere a quello che sta accadendo: qualcosa di grave è successo e il suo mondo, stavolta, sta crollando sul serio. Stavolta la voce di sua madre, che rimbomba nelle sue orecchie da chilometri di distanza come un grido d’aiuto, non lascia adito a dubbi. “Vieni subito a casa! Presto!” Non c’è altro tempo da perdere: qualcosa ha spinto suo padre a uscire di casa, e tutti sono portati a credere che non tornerà mai più. Giovanni si catapulta nella natia Sanremo, teatro di guerre e conflitti dentro e oltre le mura di casa, per recuperare il possibile; mentre, nella foga di sistemare il puzzle misterioso che gli si dipana davanti, nuove domande ritornano a porre altrettanto vecchi dilemmi, provenienti dal suo passato. E, sotto il segno sorprendente di tennisti impavidi come Lendl e McEnroe, boxer bramosi come Marvin e Mugabi, gli si spalancano le porte di un viaggio travolgente sulle orme degli eroi della redenzione sociale, che obbliga Giovanni e la sua famiglia a fare i conti con la propria identità e a instillare un processo di rinnovamento doloroso ma potente: solo chi sa perdonare, riesce a sentire la grandezza che nasconde la vita. Solo chi sa reinventarsi senza limiti, ottiene la felicità più vera.
Un omaggio e ringraziamento al tennis e i suoi protagonisti e cantori.
A John e la sua ricerca della perfezione, la sua dolcissima irriverenza, i suoi servizi slice a uscire, la sua intolleranza verso tutto ciò che, attorno a lui, non era al posto giusto al momento giusto.
Ivan, per aver chiesto a John di rimanere ancora un po’ con lui ad allenarsi dopo il riscaldamento: alla sua religiosa resilienza, per non essersi mai sentito “the chicken”; e per quel passante, che gli aprì le porte alla realtà e lo lanciò dall’altra parte del mondo... quel passante di chi crede che la vita sia giocabile. Sempre.
A Boris, per la sua giovinezza, e per quel sogno realizzato che fece toccare e accarezzare l’erba di Winbledon anche a noi, allora tuoi coetanei... Grazie. È stato bellissimo.
A Ion, per la testimonianza di una vita fatta di coraggio, di futuro e per il suo sguardo sempre rivolto ad un avvenire da sognare e realizzare: grazie, Ion.
A Guillermo, per il tuo cuore che fece battere non solo quello di Carolina; per la tua bellezza e il tuo vivere la vita come se fosse stata un romanzo da regalare a tutti noi: grazie. Erano anni in cui la vita aveva bisogno di bellezza e amore, e tu ce li hai regalati.
A Gianni e Rino. Senza di voi, niente sarebbe stato così indimenticabile: i vostri sorrisi, la vostra voce, le vostre parole.
Hanno fecondato e nutrito tutti noi, che stavamo nascendo e avevamo fame di vita; grazie per averci regalato tutto ciò di cui avevamo bisogno... parole, emozioni... ora e per sempre, in noi.
Al “meraviglioso” e alla “bestia”... a quella sesta ripresa in cui l’estetica incontrò, esaltandosi, la fame, per dipingere su una madida tela di cemento l’eterna agonia del ritorno a casa.
Con Rino, a bordo ring, a rigettarci sul campo con parole come i pugni, che si incrociarono per mettere in scena tutti noi, i nostri padri, la storia da cui tutti noi arriviamo: Marvin in piedi e John al tappeto.
L’uomo più solo al mondo, l’Africa. Grazie.
A mio padre, per avermi abbandonato in paradiso e avermi rivelato, alla fine dei suoi giorni, la sua verità. E aver permesso così di sciogliere una male-dizione in una bene-dizione.
A mia mamma, per essere sempre rimasta vicina a tutti noi, nonostante tutto, cercando di mettere assieme i brandelli del meglio rimasto dopo il temporale.
A Don King, perché ognuno di noi ha bisogno di follia, quella che ci tiene in piedi dalla mattina alla sera, e di avere in noi la gioia di vivere perché “si può fare, è giocabile”...
Con grande piacere e altrettanta emozione, posso annunciare, la pubblicazione della mia ultima fatica editoriale.
Disponibile in vera #ebook #KindleUnlimited su #Amazon. Anche formato cartaceo, sia con copertina flessibile, che rigida.
Una breve presentazione:
In TERRA BATTUTA il tennis viene ad assumere il tono di una allegoria e un inno alla vita.
Lo sfondo e il pre testo sul quale narrare una storia di vita apparentemente ingiocabile, all'interno della quale cercare, trovare e aprire, quello scrigno in cui sono custoditi i momenti migliori vissuti, alle volte dimenticati, ma sempre in noi.
Sogni, miti, passioni, nel ricordo delle imprese degli eroi di questo meraviglioso sport e dei suoi due più mirabili cantori.
Impronte preziose da portare alla consapevolezza,
Per far risplendere, in tutti noi, quella luce che ha permesso di credere che la vita si può giocare, scendendo a rete, con la voglia di affrontare la realtà che l'Altro ci riproporrà nella risposta al nostro servizio di rimessa in gioco.