Visualizzazione post con etichetta LEGGERE LE EMOZIONI. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta LEGGERE LE EMOZIONI. Mostra tutti i post

lunedì 25 settembre 2023

IL RACKET EMOTIVO E RELAZIONALE. VIVERE NEL RICATTO EMOTIVO. UNA MAFIOSA VITA QUOTIDIANA.

 



Tutte le mattine mi sveglio, mi alzo dal letto e penso "a che punto siamo?" "che vita è'?".

Un pensiero che mi percorre da una vita.

Perché troppe volte mi sono svegliato e non ho potuto pensare, ma solo difendermi.

Una vita in ritirata, senza poter almeno pensare "perché mi alzo?".

Ma una mattina mi sono alzato e ho pensato "me ne vado?".

Mi ero poi scordato di proseguire con due domande necessarie e onestamente successive all'affermazione di volontà di inconsapevole voglia di emancipazione.

"da cosa sto scappando, dove voglio andare e perché, in poche parole cosa voglio lasciare"

La sfida di una vita trovare le risposte, le parole per delineare la partenza e descrivere, disegnare, il percorso da intraprendere e proseguire.

Poco importa il risultato finale, non si parte e scappa per vincere o perdere, ma per salvare il salvabile.

E' fondamentalmente per questo motivo che ora che sto per arrivare ai sessant'anni tutte le mattine mi sveglio e...

Mi chiedo "come sta andando?".

Il percorso è stato intrapreso, velocemente, appena possibile, a gambe levate.

Per perdermi nel mondo, sprofondandoci, per sentirmi parte di una realtà dove almeno potermela giocare, con l'obiettivo di un pareggio fuori casa.

In famiglia era un cappotto, una sconfitta umiliante giorno dopo giorno.

Si retrocedeva e alla fine entrava in gioco una vocina, una lametta ficcata nella mente, che mi diceva con tono violento, acuto, ossessivo, "falla finita, il terrazzo e lì, o ti butti te, o ammazzi loro"

Loro chi? Non riuscivo ancora a vederli, staccarli da me, dare un nome e metterli al loro posto.

Li avevo dentro, addosso, intorno, sulla pelle, nelle orecchie, ad occhi chiusi potevo solo parare i colpi.

Scappando, percorrendo strade a caso, incontrando altri demoni, rimettendo in atto le stesse follie e dinamiche, quasi per passarci dentro per tentare nuove fughe e trovare il terreno più sicuro sotto i miei piedi, sono riuscito a mettere luce su di loro, vederli, guardarli negli occhi, metterli fuori casa, creare una solitudine consolatoria.

La solitudine mi ha tenuto compagnia.

Senza di loro riuscivo a respirare.

Torniamo alla domanda madre. Da chi scappavo?

Da ricattatori, persone amate, che conoscevano bene la loro posizione di onnipotenza nei confronti di un bambino che non poteva difendersi ma solo chiedere.

Per questo violentatori, proprio per il fatto che per me dovevano essere lo scivolo per la vita, e invece mi trovavo ai bordi di un burrone sul quale vivevo affacciato e terrorizzato.

Dalle guerre e dai bombardamenti si cerca di prendere le distanze, si cercano rifugi e si attende il passare del tempo per poter alzare le tende e allontanarsi dalle macerie.

Pensavo che fosse stato sufficiente lasciare quella casa e che fuori fossero solo fiori e festival della canzone.

Ma era pan per focaccia.

La dinamica del ricatto emotivo, del "se no..." era sempre in attività, un "maitre à penser", una manipolazione mentale che andava in "ON" non appena veniva a realizzarsi una relazione in cui l'affettività e l'emotività relazionale veniva ad assurgere a intensità da cui dipendeva il buon o cattivo umore.

Un modo di relazionarsi mafioso. O fai cio che che ti dico e chiedo o muori.

Una relazione subdola, meschina, umiliante per chi si sente in minoranza e difetto, con il quale l'altro importante pensa di poter disporre forte della conoscenza che ha dei sentimenti in gioco.

Amore e approvazione. Si sa che in gioco ci sono queste variabili e si usano come arma di ricatto, un potere da giocare e portare dalla propria parte.

Genitori sui figli, amanti, genitori separati con figli.

Il gioco è fatto.

Ed è un vero e proprio RACKET RELAZIONALE.

Un vero e proprio abuso relazionale.

Pian piano si fa sentire che tutto dipende da te.

Il buono e cattivo tempo.

"Da quando sei andato via la nostra famiglia è crollata" (la mia gemella dopo la mia laurea).

"Scordatelo" (la mamma di mio figlio chiedendomi un mantenimento impossibile da assicurare).

"Perché intendiamoci Tommasini, se la richiesta viene fatta ripetutamente, con il ricatto di non vedere più suo figlio, siamo nella prefigurazione, almeno, del reato di TENTATA ESTORSIONE" (il miglior avvocato penalista in circolazione in risposta al racconto della "trattativa" del mantenimento nel momento in cui mio figlio ha espresso la legittima esigenza di stare "anche" con la mamma, fina ad allora figura materna latitante).

Persone fondamentali, che fanno parte della vita.

La propria.

Quella che si ama.

Ma non tutto nel bosco è mirtilli, more, lamponi e fragoline.

Ci sono le spine. 

Tante.

Lupi affamati.

E allora tutte le mattine mi chiedo "a che punto siamo?'

Mi alzo.

Mi lavo la faccia, mi guardo allo specchio e penso.

"Andiamo a vedere se può andare meglio, al di fuori di qui è Come Quando Fuori Piove".

C. Q. F. P. Cuori, Quadri, Fiori, Picche. Una partita a carte.

Da giocare onestamente, sperando di incontrare compagni di gioco altrettanto onesti.

Poco importa il risultato finale.

Fa la differenza l'intenzione.

E la voglia di vivere.


RACKET (prima definizione da ricerca google)

Organizzazione della mala vita diretta all'estorsione intimidatoria e violenta di denaro o altri vantaggi a persone apparentemente consenzienti. 

Giovanni Tommasini

GIOVANNI TOMMASINI SU AMAZON






martedì 29 novembre 2022

Storie di vita vissuta in un mondo dimenticato, Libri e Ebook di Giovanni Tommasini

 


GIOVANNI TOMMASINI SU AMAZON

Ama definirsi come uno “scrittore per caso” Giovanni Tommasini. “Scrittore per caso” dal 2013, per l’esattezza. Sicuramente non è uno scrittore qualunque a giudicare dalla risonanza che hanno ottenuto tutti suoi libri le cui narrazioni seguono indistintamente le orme di tematiche sociali e civili, soprattutto in merito alla “costruzione di una relazione d’aiuto”. Per Giovanni Tommasini l’impegno sociale è una mission non casuale. Sanremese, classe 1966, dopo la laurea in scienze politiche conseguita all’università di Genova, ha dedicato la sua vita portando aiuto nei contesti più bisognosi della società. Educatore e seminarista iscritto all’albo professionale e inizialmente impegnato come collaboratore nei consultori familiari di quartiere in qualità di assistente domiciliare, dal 1994 è educatore nei centri diurni e nelle case famiglia della Cooperativa Genova Integrazione, a marchio Anffas. Le sue esperienze professionali maturate sul campo ne fanno una voce autorevole per comprendere il panorama dei mali che affliggono le tante realtà sociali del nostro tempo.


Nei suoi seminari, propone dibattiti e laboratori su autismo, scrittura emotiva, dipendenza da internet, cultura sportiva e nuove generazioni. È autore di diversi libri, tra i quali notevoli sono i saggi "Papà mi connetti?", "Il virus siamo noi", "Emozioni e parole. La scrittura emotiva", "L’ultima lettera alla mia prima fidanzata". Sono felice di accogliere i contributi di Giovanni Tommasini: settimanalmente saranno un prezioso arricchimento per la Pagina della Cultura. Nelle parole scritte dall’editor Alessio Callegari per la collana "Pagine d’amore per mio figlio" una sintesi l’unicità dell’opera dello scrittore che ne motiva il suo essere un caso oggetto di grande interesse nel panorama letterario.


GIOVANNI TOMMASINI SU AMAZON







Perché vivevo il tennis.
Cioè la vita vissuta, prima di esserne definitivamente rapito.
Otto campi da tennis, un salice piangente che ti accoglieva all’uscita del bar di fronte ai due campi centrali, sempre pronto ad accogliere chi avesse bisogno di una pausa dal sole e dalle fatiche che quella terra rossa pretendeva... il paradiso terrestre ai miei piedi.

Il mio nuovo libro è realtà.

TERRA BATTUTA
Essere vivi e scendere a rete. Questa la felicità.

Il libro su Amazon:

Un omaggio e ringraziamento al tennis e i suoi protagonisti e cantori.

Una breve presentazione:

In TERRA BATTUTA il tennis viene ad assumere il tono di una allegoria e un inno alla vita.

Lo sfondo e il pre testo sul quale narrare una storia di vita apparentemente ingiocabile, all'interno della quale cercare, trovare e aprire, quello scrigno in cui sono custoditi i momenti migliori vissuti, alle volte dimenticati, ma sempre in noi.

Sogni, miti, passioni, nel ricordo delle imprese degli eroi di questo meraviglioso sport e dei suoi due più mirabili cantori.

Impronte preziose da portare alla consapevolezza,

Per far risplendere, in tutti noi, quella luce che ha permesso di credere che la vita si può giocare, scendendo a rete, con la voglia di affrontare la realtà che l'Altro ci riproporrà nella risposta al nostro servizio di rimessa in gioco.

GIOVANNI TOMMASINI SU AMAZON





Il libro su Amazon 

L'Ebook su Amazon 


Un muro bianco, di fronte a me un bambino bellissimo con un bacchetta da direttore d'orchestra in mano, perso nel silenzio, in una melodia che solo lui percepiva.
Ai piedi del suo letto, di fronte a me le sue gesta per incoraggiare chi non seguiva la sua direzione, e sgridare chi stonava e non lo capiva, l'aria era offesa dalle sue sferzate per rendere la sinfonia sempre più coinvolgente.
Un'esperienza rara come una ferita, stavo iniziando a percepire la musicalità di quel silenzio, fecondato dalla sua disperata voglia di essere un unica cosa con quello spazio e quel tempo.
Questo bambino bellissimo...
Impegnarsi, perdersi nella musicalità del silenzio falciato dalle sue stilettate, i suoi movimenti nell’aria dolci e, improvvisamente, violenti. La sua “bacchetta magica”.
Non stavo male.
Non subivo il dramma dell’incapacità di vivere “normalmente”. Accettavo con amore l’'essere' di Cesare. Mi sentivo naturalmente vicino a lui.
Quelle ore le vivevo totalmente.
Mi sentivo fortunato: guardavo lui, vedevo me. Anche a me non era mai importato altro.

Ognuno il suo mondo.

Ma il problema era proprio come stare al mondo, visto che ci era stato insegnato un unico modo: la sopravvivenza con tutto ciò che ci sta intorno.

E il resto?
Eravamo noi.


L'ULTIMA LETTERA ALLA MIA PRIMA FIDANZATA


GIOVANNI TOMMASINI SU AMAZON

Il libro su Amazon Prime

Ebook su Amazon Kindle Unlimited

La felicità non si vive, si ricorda.
Un libro, questo, che va letto con il cuore completamente aperto.
L’autore fin dalle prime frasi ci spalanca con incantevole maestria ad una sensibilità estrema e delicata, che va letta come una lunga cantilena in cui farsi avvolgere dalla sensazioni e riporre noi stessi mentre la leggiamo.



Le pagine alternano la consapevolezza matura- derivante dalla conoscenza del tempo che è stato- alla dolce ingenuità dei sogni- strascico dell’incoscienza di un tempo che si spera mai passato, quello della nostra gioventù- in un assolo di voce maschile che rincorrere quella femminile, ricordando Michela.