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Testimonianze dal carcere a cura di Sbarre di zucchero.
Movimento nato ad Agosto del 2022, che si occupa della sensibilizzazione a favore di tutte le tematiche inerenti ai detenuti, soprattutto di sesso femminile.
Attualmente Sbarre di zucchero è costituito da un folto gruppo di persone, tra cui si annoverano attivisti, avvocati, garanti, giornalisti, con l'affiancamento di alcuni sindacati di Polizia Penitenziaria.
Attraverso la voce e le testimonianze di coloro che vivono il carcere a 360 gradi (garanti, volontari, avvocati, ex detenuti) il movimento si impegna a far conoscere la verità ed accendere i riflettori su che cosa significhi veramente la detenzione. In modo che nessuno si senta abbandonato ed affinché il carcere possa essere davvero quello strumento funzionale ad assolvere la prescrizione richiamata nell'art. 27, comma III, della Carta Costituzionale.
I fondatori di Sbarre di zucchero.
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“Nel mio cuore è come se avessi sempre saputo che non saresti mai invecchiato, era impossibile immaginare quegli occhi ingenui su un viso maturo.
Porterò sempre con me il ricordo della tua ingenua spregiudicatezza , la tua non curanza delle mode e delle forme, la coerenza con cui rimanevi radicato ai tuoi principi senza farti influenzare dal conformismo.
Eri talvolta un bambino intrappolato in un corpo di uomo, fragile e insicuro, talvolta pauroso, testardo e incosciente allo stesso tempo, istintivo e passionale.
Hai conosciuto la felicità più vera qualche mese fa quando credevi di aver costruito con la tua ragazza già mamma di due figli la tua famiglia, il tuo porto sicuro, avresti fatto di tutto per quei bambini e spesso me ne parlavi come fossero tuoi. I bambini erano a te affini e potevi perderti per ore a giocare con loro, svuotare il portafoglio per donargli qualcosa. Purtroppo spesso la felicità per come era la tua vita era destinata a essere effimera. Mi consolo però perché anche qualche giorno fa al telefono sembravi pieno di progetti per il futuro e nonostante la situazione in cui ti trovavi fosse disperata sentivo nascere in te un soffio di eterna speranza”
Porterò sempre con me il ricordo della tua ingenua spregiudicatezza , la tua non curanza delle mode e delle forme, la coerenza con cui rimanevi radicato ai tuoi principi senza farti influenzare dal conformismo.
Eri talvolta un bambino intrappolato in un corpo di uomo, fragile e insicuro, talvolta pauroso, testardo e incosciente allo stesso tempo, istintivo e passionale.
Hai conosciuto la felicità più vera qualche mese fa quando credevi di aver costruito con la tua ragazza già mamma di due figli la tua famiglia, il tuo porto sicuro, avresti fatto di tutto per quei bambini e spesso me ne parlavi come fossero tuoi. I bambini erano a te affini e potevi perderti per ore a giocare con loro, svuotare il portafoglio per donargli qualcosa. Purtroppo spesso la felicità per come era la tua vita era destinata a essere effimera. Mi consolo però perché anche qualche giorno fa al telefono sembravi pieno di progetti per il futuro e nonostante la situazione in cui ti trovavi fosse disperata sentivo nascere in te un soffio di eterna speranza”
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