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PREFAZIONE
Un libro, questo, che va letto con il
cuore completamente aperto.
L’autore fin dalle prime
frasi ci spalanca con incantevole maestria ad una sensibilità estrema e
delicata, che va letta come una lunga cantilena in cui farsi avvolgere dalla
sensazioni e riporre noi stessi mentre la leggiamo.
Le pagine alternano la
consapevolezza matura- derivante dalla conoscenza del tempo che è stato- alla
dolce ingenuità dei sogni- strascico dell’incoscienza di un tempo che si spera
mai passato, quello della nostra gioventù- in un assolo di voce maschile che
rincorrere quella femminile, ricordando Michela.
Pagine che ci parlano in
modo veritiero e diretto dell’amore, un amore in ogni sua forma e dimensione,
dentro la moltitudine di impressioni che esso ci dona e con il quale ci
suggestiona dentro la nostra esistenza, nel mezzo il tempo, giudice delle
nostre scelte e metro di distanza sulle vicende che ci hanno visti protagonisti
della nostra storia, il libro si snoda su questo concetto di tempo come ricordo
e di memoria come tributo, al semplice volto di qualcuno che abbiamo amato e di
tutto quello che con esso abbiamo provato.
Un tempo, citando l’autore,
in cui l’altro esisteva per essere
incontrato, quella straordinaria potenza che è l’incontro di qualcuno
all’interno del nostro percorso solitario.
TUTTI I LIBRI E GLI EBOOKS DI GIOVANNI TOMMASINI
Un tempo in cui, citando
nuovamente Tommasini, la felicità era
ancora un momento di intimità, questo diventa, nella storia, il senso vero
del ricordo, la possibilità di tornare felici sapendo che lo si poteva essere o
che già lo si è stati, la forza motrice inarrestabile della malinconia che ci
proietta sempre, inevitabilmente, nella cognizione che le cose migliori
sembrino appartenere sempre e solo al passato. Il tuffo negli anni’80 torna
potente nella mente, mentre tra il sapore del mare e un giro in motorino, tra
ricordi di inizi e di addii, l’autore ci fa assaporare la nostalgica età in cui
l’amore può sembrare qualcosa di eterno e infinito.
Le lettere, date e ricevute,
diventano un nodo di connessione profondo, in bilico tra il passato e il
presente, la vita e la morte, scrivere per ritrovarsi amanti, giovani, scrivere
per fermare il tempo, bloccarlo come un fermo immagine speciale fra il proprio
immaginario e il proprio vissuto, un ultima lettera alla prima fidanzata che
diventa testimonianza sublime di come l’amore possa continuare a vivere e ad
alimentarsi tra grandi memorie e piccole frasi.
Per
cosa si vive se non per rimanere nell’altro, Tommasini non pone una domanda ma ne fa un’affermazione
delicatissima di affetto, un affetto che si discioglie nella famiglia, nelle
difficoltà del non capirsi, delle violenze subite e irrisolte in cui l’amore
rimane l’unica risposta di salvezza, anche quando finisce.
L’autore
ci incanta nella riflessione dei sentimenti e di come ne sappia scrivere così
abilmente, un fluido energico di parole che crea una memoria personale in grado
di toccare l’intimo di ognuno di noi, citando ancora Tommasini questo libro è
per recuperare una dimenticata riserva di
ricordi, in cui quelli dell’autore diventano, leggendo questa storia, anche
i nostri.
MARTA BORRONI
Incipit
“LA MAMMA DELLA TUA PRIMA FIDANZATA”
Parole scritte a mano.
Rimaste in bilico tra la terra e il
cielo, aggrappate alla fessura della buca per le lettere.
Nella quale era rimasta incastrata la
busta che, pareva a fatica, si preoccupava di contenerle.
Uno scrigno di cartone, gonfio, al
limite dell’esplosione.
Una luce nella mia mente squarciò il
buio di anni persi, nella tua mancanza, senza amore.
L’immagine di quella donna che
trent’anni fa ci disse: “Non rimane altro che sposarvi”.
Ora come allora sembra attendere una
risposta.
Un gesto antico.
Vedo questa donna che scrive il mio
indirizzo, mette le lettere, scritte a te, tutte assieme,
al sicuro.
Quelle
che scrissi a te, Michela,
dopo esserci persi.
Il suo pensiero che considera come un
fatto naturale il tempo necessario perché ciò che desidera farmi arrivare possa
tornare nelle mie mani.
In un luogo distante dal suo.
Un pensiero ormai dimenticato da tutti.
L’attesa di un contatto.
Una spedizione che evoca qualcosa di
ormai dimenticato.
Il rispetto del tempo e dello spazio.
Un messaggio in bottiglia arrivato sino
a me da una terra dimenticata, un mondo, ormai,
ai più sconosciuto.
Al culmine di una salita che ormai ho
deciso di lasciare ad altri.
E, ora, queste parole.
Dopo trent’anni.
Il mio primo amore.
Finalmente tornato con
me.
La vita inizia nel momento in cui pensi
sia arrivata l’ora di arrendersi, finalmente.
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La felicità non si vive, si ricorda.
Un libro, questo, che va letto con il cuore completamente aperto.
L’autore fin dalle prime frasi ci spalanca con incantevole maestria ad una sensibilità estrema e delicata, che va letta come una lunga cantilena in cui farsi avvolgere dalla sensazioni e riporre noi stessi mentre la leggiamo.
Le pagine alternano la consapevolezza matura- derivante dalla conoscenza del tempo che è stato- alla dolce ingenuità dei sogni- strascico dell’incoscienza di un tempo che si spera mai passato, quello della nostra gioventù- in un assolo di voce maschile che rincorrere quella femminile, ricordando Michela.
La felicità non si vive, si ricorda.
Un libro, questo, che va letto con il cuore completamente aperto.
L’autore fin dalle prime frasi ci spalanca con incantevole maestria ad una sensibilità estrema e delicata, che va letta come una lunga cantilena in cui farsi avvolgere dalla sensazioni e riporre noi stessi mentre la leggiamo.
Le pagine alternano la consapevolezza matura- derivante dalla conoscenza del tempo che è stato- alla dolce ingenuità dei sogni- strascico dell’incoscienza di un tempo che si spera mai passato, quello della nostra gioventù- in un assolo di voce maschile che rincorrere quella femminile, ricordando Michela.