Questa mattina alle ore 8,10 ora italiana, si è "switchato" verso una nuova era del tennis moderno.
Jannik Sinner ha battuto il RE, senza lasciare una possibilità di break point in 4 set.
Il muro serbo sta mostrando crepe, da cui passa una luce nuova. Quella delle nuove generazioni.
A Wimbledon in finale accecato al quinto set da Alcaraz, oggi agli Australian Open in semifinale dalla luce riflessa da una neve cristallina altoatesina.
Ripropongo un articolo scritto pochi mesi fa, quando Sinner ha iniziato raccogliere i frutti della sua parabola sportiva e di vita.
Aggiornamento... abbiamo anche vinto la COPPA DAVIS, ANCHE E SOPRATTUTTO GRAZIE A...
SINNER
APPRODA ALLA FINALE DELLE FINALSATP 2022 DI TORINO
Sinner scriverà pagine importanti e indimenticabili nel #libro della storia del #tennis.
Non è solo tennis, ma una "parabola" sportiva e esistenziale da restituire alle nuove generazioni.
Impegno, sacrificio, fatica, coraggio, scelte da sostenere nella consapevolezza di averle fatte per affrontare meglio il futuro.
Lo sguardo sempre rivolto in avanti, senza farsi distrarre dalle inevitabili critiche, forti della fiducia di avere in mano il timone del proprio destino.
Tutto ciò sta dimostrando questo campione.
Nella vita si può essere padroni e autori del proprio cammino, a prescindere dai risultati, credendoci sempre.
Sinner ha abbattuto per la TERZA volta in poche settimane il muro di gomma chiamato Medvedev.
Finalmente. Ha vinto il decimo torneo ATP.
Ed è solo all'inizio della sua carriera sportiva.
Riscriverà la storia del tennis italiano, anche se ha dichiarato che a lui importa la sua di storia, e va rispettato e capito in questo.
Ha già sconfitto più volte il predestinato.
Il futuro sarà nelle loro corde.
Sinner ha battuto per la quarta volta Alcaraz.
E' diventato il quarto al mondo nel massimo circuito professionistico del tennis, conduce quattro match a tre sul fenomeno spagnolo, già numero uno al mondo, il più giovane di sempre sulla vetta della classifica ATP.
Com'è arrivato a questi risultati storici il tennista altoatesino?
Se ripercorriamo la carriera degli ultimi anni, dal suo esordio nel circuito professionistico ad oggi, è possibile delineare alcune caratteristiche che andrebbero restituite e proposte in tutte le scuole, a chi si sta ponendo domande su come riuscire a diventare autore del proprio destino, e a chi si sta affacciando alla vita, prima di esserne per sempre rapito.
SINNER HA FATTO DELLE SCELTE, PERSONALI, E LE HA PERSEGUITE.
Scegliere non è semplice, gratis, e soprattutto è faticoso.
Immaginarsi un percorso, creare un progetto e porsi degli obiettivi da raggiungere.
Nel circuito ATP tutti si approcciano in questo modo, ognuno scegliendo il proprio percorso, intraprendendo un cammino, accettandone la fatica, nel tentativo di raggiungere risultati.
E' possibile trarre insegnamenti preziosi dall'esempio che ogni giorno, ogni partita, ogni torneo perso e vinto, campioni quali Sinner, Alcaraz, e tutti coloro che intraprendono una carriera professionistica, esprimono con il loro incedere per proporsi nell'agonismo quotidiano.
Come se avessero inizialmente risolto e risposto definitivamente ad una domanda madre?
Ho talento, posso conseguire risultati, cosa faccio?
Non scelgo nulla, e mi tengo la sicurezza che nulla raggiungerò, o mi metto in gioco, in crisi, accettando e vivendo la fatica del disequilibrio, il dubbio di non riuscire, le sconfitte di gran lunga superiori alle vittorie, ma scelgo di provarci?
Perché nella vita la differenza la fa l'intenzione, la disponibilità a stare in più possibile nel dubbio, a vivere l'incertezza come una possibilità di arricchimento, crescita, scoperta, di se stessi e delle possibilità che la vita, la realtà, propone nel nostro incedere quotidiano.
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Sinner ha scelto di mettersi in crisi, di non accontentarsi di una carriera sicura tra i primi 30 al mondo, di immaginare, creare in sè il percorso più difficile, come riuscire ad abbattere muri in successione.
"Voglio riuscire a battere i top ten" un giorno disse, rendendosi conto che era sulla soglia dei primi dieci al mondo e se rimaneva a fare sempre le stesse cose non sarebbe mai riuscito ad entrare nell'olimpo dello sport che gli stava dando delle possibilità.
Ha fatto delle scelte, coraggiose, criticate da molti, ma convinto che almeno avrebbe avuto il ricordo di averle fatte, averci provato, a prescindere dall'incertezza dei risultati.
Mettendo sul piatto, oltre che la disponibilità a creare disequilibri, a mettersi in crisi appunto, anche un altra qualità fondamentale per sperare di riuscire nei propri intenti.
La consistenza a prescindere dalle contingenze.
Una linea, un filo, da tenere sempre presente, una rotta da avere di fronte, come un orizzonte da perseguire, prendere, con il timone ben fermo tre le proprie mani, a prescindere dalle cadute, rialzandosi ogni volta con il pensiero del percorso da perseguire.
Ed eccoci qui.
Il secondo italiano nella storia a essere al numero quattro del mondo.
Sicuramente una tappa di un personale Tour de France, con un arrivo finale ancora molto lontano, vista la giovane età.
Sinner esprime la pedagogia del "viaggio dell'eroe" che Vogler ha ben spiegato.
Un canovaccio novecentesco che pare ormai dimenticato, ognuno di noi, genitori e figli, persi in uno schermo di un device.
La disponibilità a rimanere in gioco, a frequentare due piattaforme social ormai senza più follower.
L'Altro e la Realtà.
Essere vivi e scendere a rete.
Uno slancio rischioso, faticoso, affascinante.
La possibilità di toccare con mano e vivere la felicità.
L'avversario, l'Altro, la pallina, la Realtà.
Due prospettive, due altrove, da rispettare e amare, nella misura in cui altro non sono che le vie maestre per realizzare se stessi.
Per essere, nelle sconfitte e nelle vittorie, gli autori e i padroni del proprio destino.
"Si può iniziare in ogni momento una nuova vita, come fosse la prima volta, e rinascere ad ogni lancio di pallina per riproporsi e andare a vivere ogni volta un sogno diverso.
Confrontarsi, lottare, a prescindere dal risultato finale.
Dare il meglio per sperimentare diversi modi di affrontare il
gioco,
e ogni volta uscire dal campo con qualcosa in più, occhi diversi, respiro approfondito, con la voglia di andare a riproporsi e rimettersi a repentaglio".
Frammento da TERRA BATTUTA
Essere vivi e scendere a rete.
Questa la felicità.
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